Flat Track è scoprire come guidare al limite. Un giorno alla Di Traverso Flat Track School di Marco Belli, un super corso sempre utile per conoscere la dinamica della moto…
E’ stata un’esperienza globale, intensa, formativa oltre che bellissima. E’ stato un “momento” di apprendimento unico, di totale coinvolgimento se parliamo del binomio corpo/mente ma, soprattutto, di un ulteriore approfondimento delle mille e più variabili dello scoprire – in modo ancor più intimo – la magia e quell’infinito mondo delle due ruote.
Flat Track significa approccio tecnico e totalizzante con la moto, significa simbiosi unica con la derapata ed il controllo, complice l’esperienza a 360° che vivi nella giornata di corso alla Di Traverso School di Marco Belli, Professore unico perché capace di rendere viva ed animata l’esperienza con il Flat Track, oltre al fatto di aiutarti a “scendere” giù nelle profondità del delicato rapporto uomo/moto, sempre variabile, sempre diverso da disciplina a disciplina e, proprio per questo, intrigante ogni volta di più.
Flat Track, il nome della droga più esaltante…
Il Flat Track è una “droga 1000%”, è adrenalina purissima che scorre a mille km/orari nelle vene, è polvere e pure fatica, è sorridere dentro al casco anche quando non vedi più nulla tra le lenti degli occhiali da cross, è emozionarsi quando inizi a sentire che la moto ti parte dietro e tu sei li che quasi non ci credi!
Resettare tutto per capire il Flat Track…
Come dice Marco Belli devi “resettare tutto” (ma pure provare, privare, provare…) quando entri in contatto con l’adrenalinico mondo del Flat Track, perché questa disciplina ha parametri “personali”, ha regole precise che nulla hanno a che fare con la velocità, l’enduro, il supermotard o il motocross; la moto da Flat Track è viva ed unica oltre che particolare anche nelle reazioni, nel suo ingresso curva, nel momento di innescare la derapata ed apri il gas.
Insomma è un mondo da scoprire, proprio come ho fatto con i miei “compagni di viaggio” a Misano Adriatico nell’ultimo corso della stagione 2016, un report di emozioni che ho condiviso con tutti loro tra impegno fisico, idee da mettere a posto alla guida della Yamaha SR400 allestita Flat Track, un’ottima moto per imparare (con tutta calma) i segreti di questa disciplina che sale sempre più nella scala delle preferenze nazionali.
MARCO BELLI, un carriera al top…
Marco è un ottimo insegnante. Lo è perché è motivato e diretto, schietto, capace. Con poche parole sa portarti dritto alla soluzione del problema; che sia disegnare nella sabbia la traiettoria o indicarti con le mani dove passare o come impostare il corpo sulla moto, riesce sempre nell’intento di coinvolgerti in ciò che stai facendo e ciò su cui devi lavorare se vuoi raggiungere un risultato.
Un corso dove si percepisce l’impegno ma soprattutto l’esperienza dello staff…
Mi ha colpito l’impegno dello staff tutto (il suo è un family business…), con Marco che controlla una per una le moto prima dell’inizio del corso; ciò significa un’attenzione maniacale ma, soprattutto, il suo modo di approcciare ai corsi che promettono si divertimento con lo scopo di portare a casa molto di più del traverso e della derapata…
VIDEO: LA SR400 DEL CORSO DI TRAVERSO FLAT TRACK SCHOOL
400 gare, 150 podi, 4 titoli italiani e 3 inglesi, 2 europei, 1 titolo internazionale FIM e 3 podi Pikes Peak: questo è il mondo “di traverso” per Marco Belli che, nel 2015, ha iniziato la sua attività con la Di Traverso Flat Track School (certificata FMI e CONI), scuola dove approdano – per acquisire l’esperienza del controllo – anche molti giovanissimi piloti impegnati nella PreMoto3 o Moto3.
INTERVISTA A MARCO BELLI: “Flat Track, Un mondo con tante sfaccettature”
Marco quante tipologie di FLAT TRACK esistono? Spiegaci le differenze…
“Un solo flat track, 4 differenti circuiti: 3 ovali: short track (fino a 400 mt) half mile (fino 800 mt.) mile (1600 mt); ed il TT su base ovale/fagiolo short track + una curva a dx ed un salto a panettone – famoso il Peoria TT USA)”.
La ruota anteriore e la sua misura “giocano” un ruolo essenziale nel tipo di guida? Quali sono le misure previste?
“Sia anteriore che posteriore da 19 pollici (27,0×7,0 ant – 27,5×7,5 post) con tassello max da 6 mm disegno “tipo rain”, entrambe giocano un ruolo importante per l’impronta a terra”.
VIDEO INTERVISTA A MARCO BELLI
FLAT TRACK è una disciplina “mentale”, fatta di automatismi, e allora qual è la dote più importante per un pilota? Mente, fisico e reattività o cos’altro?
“Certamente la capacità di interpretazione del circuito e del momento, che sembra poco, ma vuol dire sensibilità estrema nel leggere ed interpretare – possibilmente a priori – i vari dati che si ricevono durante la guida; e questo prevede molta esperienza”.
Nel 2017 Di Traverso School lancerà un proprio Trofeo: vuoi raccontarci qualcosa in merito?
“Diciamo che stiamo iniziando involontariamente a far trapelare la notizia tra i nostri corsisti, ai quali il trofeo sarà dedicato e riservato…stay tuned”.
Appuntamento a Misano: siamo tanti a questo corso!
Arrivo la mattina presto e fa un certo effetto vedere il circuito di Misano Adriatico così vuoto e poco animato: siamo in tanti penso tra me e me, mentre iniziano ad arrivare tutti gli altri partecipanti con Marco Belli che gira tra le moto ed i suoi ragazzi che si danno un gran bel da fare.
“Vivere il Flat Track è un’esperienza dinamica senza eguali, automatismi da costruire un po’ per volta per arrivare ad un controllo sempre più totale della moto”
Il tempo di riempire le scartoffie e sono già in tuta da “combattimento”… Le SR400 Yamaha sono tutte schierate una accanto all’altra e, la prima cosa che colpisce, sono le dimensioni della ruota anteriore, enormemente larga… Inizia il briefing mentre ci si guarda tra allievi con ognuno di noi che ha ben in mente un obiettivo preciso: divertimento no compromise!
In aula con Marco Belli: Flat Track è soprattutto fluidità degli automatismi…
In aula arriva Marco che inizia subito a raccontare cosa sia il Flat Track, da dove nasce, quali siano le categorie di circuito e le dimensioni delle ruote anteriori che “certificano” guida e tipologia di competizione a livello mondiale. Marco è schietto ed immediato e “passa” ed arriva la sua grande esperienza di pilota perché ha la poco comune capacità di “scrivere nella mente” di ognuno di noi se parliamo dei parametri legati a questa disciplina.
Flat Track è senza dubbio un mix gioco/gesto atletico, una danza tra posizione di guida sulla moto, sul modo di aprire il gas o su come dosarlo, è un susseguirsi di automatismi da apprendere pian piano, perché se vuoi derapare, devi capire e comprendere cosa devi fare in moto. Quindi non è una disciplina legata all’improvvisazione, ma un mix completo di nozioni che poi ognuno deve “plasmare” sul proprio stile di guida e sul proprio meccanismo di rendere fluido ogni movimento.
Dall’aula alla sella il passo è brevissimo…
Fa un po’ freddo ma, stranamente, questo è l’ultimo dei miei problemi oggi! Il tempo di uscire dall’aula e siamo già sul tracciato per i primissimi esercizi in sella alla Yamaha SR400, leggera, aggressiva ed adatta a chi muove i primissimi passi nel Flat Track. A proposito: dimenticare il freno anteriore (che nelle gare non c’è) ed abituarsi al solo freno posteriore, che dev’essere solo “pizzicato” nelle varie fasi di guida e per controllare/stabilizzare il posteriore…
Siamo proprio un sacco di persone e quindi, a turno, iniziamo il primo degli esercizi; non c’è tempo per annoiarsi ad aspettare il proprio turno, perché guardare gli altri non è mai stato così utile!
Esperienza nuova, esperienza di controllo…
Pur avendo un sacco di esperienza in moto come tester, mai mi sono avvicinato al Flat Track: ed ecco quindi il primo esercizio che consiste nell’effettuare uno slalom tra birilli posizionati a distanza simile; prima a bassissima velocità in prima marcia, poi aumentando il passo man mano che iniziamo a capire come e dove mettere la ruota anteriore.
Dopo un primo breve rettilineo di slalom, ecco la curva da affrontare: corpo tutto sul manubrio, piega decisa ed il posteriore che – timidamente – inizia leggermente a scapparti da sotto. Bene, vedo lo sterzo della mia SR400 che prende angoli diversi ed io devo correggere e quindi arriva la derapata… Poi ci si alza i piedi e si termina la sessione. Insomma prime emozioni dirette del Flat Track!
Ora in pista con una mano sola! Tutto passa per la sensibilità della percezione…
Dopo che tutti hanno provato e tutti abbiamo aumentato il ritmo (e quindi il traverso da timido è diventato concreto) si passa al secondo esercizio che prevede, lo stesso esercizio, ma eseguito con la sola mano del gas. Diventa complesso, perché la “gestione” della moto ora passa per l’individuale sensibilità su pedane e manubrio, elementi che aiutano a meglio capire la distribuzione dei pesi e su come arretrare/avanzare sulla sella.
Fine turno e si ripete il tutto per tutti. Lo staff sposta poi i birilli più distanti tra loro e questo significa che la velocità di esecuzione aumenta il ritmo: la SR400 ora inizia a far sentire al pilota la sua natura, visto che, aumentando la velocità, il controllo dev’essere più immediato con la moto che, tra un birillo e l’altro, “sguilla” (non è un mio termine ma quello ancor più fresco e simpatico di un giovanissimo pilota…) e parte dietro e quindi tutto dev’essere controllato con il gas e l’avanzamento del corpo.
Briefing d’obbligo per capire meglio e bene…
I traversi s’iniziano a vedere – WOW! – ed è un godimento che vi porto direttamente dal manubrio della mia SR400… Il tempo corre veloce e Marco Belli ogni tanto ci raduna e ci chiede parere su quanto stiamo facendo, su eventuali dubbi o altro e questo proprio per fare imprinting mentale mettendoci tutti a confronto tecnico. Si chiede parere sulla posizione di guida (cosa nuova per tutti), sul dosaggio del gas, sulla posizione dei piedi sulle pedane, sulla posizione in sella e sull’esatta posizione del piede/gamba in fase di traverso.
La giornata prosegue veloce e con tanto divertimento e spirito di squadra tra tutti noi allievi: è il momento della “ciambella”, ovvero accelerazione, frenata e bloccaggio del posteriore attorno ad un birillo, derapata ed accelerazione e così via per alcuni minuti; la moto diventa pesante ed il segreto è essere leggeri sulla moto, cercando di essere quanto più scorrevoli possibile, perché solo così l’esercizio riesce al 100%!
Ora la pista è tutta per noi: siamo maturi per i traversi?
Pausa pranzo e scambio di info tra noi, i ragazzi sono tutti soddisfatti, soprattutto perché i risultati sono evidenti. Per tutti. Si torna in pista ed ora s’inizia a fare più sul “serio”: si inizia a provare porzione della pista e solo adesso ci rendiamo conto di quanto gli esercizi effettuati siano stati utilissimi per quella “confidenza” che ora serve per affrontare parte della full Flat Track. Bellissime sensazioni perché adesso corriamo su tre quarti di giro della pista e, tra polvere ed il sound aggressivo della SR400, s’inizia a sentir scivolare da sotto la moto, si avverte la magica sensazione del traverso anche se tutto “arriva” concentrato in un nanosecondo…
Bello girare così con gli altri, mentre inizio anche a sorpassare qualcuno in ingresso curva ed ora il posteriore è molto più “sottocontrollo” rispetto alla mattina! Ora c’è quel briciolo di confidenza in più che mi permette di osare di più, con la gomma anteriore che vuole scappar via e che solo il controllo e la gestione del gas possono rendere questa “esperienza” ancor più adrenalinica.
La sottile linea rossa di girare su tutta la pista…
Ed infine, con Marco che se la ride, un sacco di giri di tutta la pista dove mettere in pratica tutto quello che ci è stato “passato” fin dalle prime sessioni. Divertimento da sballo, questo è strachiaro ed anche se ovviamente c’è poco ritmo causa inesperienza, mi diverto come un bambino con il suo giocattolo che scappa via, che morde poco il terreno e che sa trasmettere tanto piacere nella continua scoperta della guida di traverso…
Non faccio caso alla polvere, ai muscoli che fanno male, al fatto che la luce del giorno è ormai calata: guardo solo davanti a me e vedo pista, sabbia con la mano destra che apre ora più decisa sul comando del gas e la moto che derapa alla grande anche negli ingressi ma specie in uscita. Più giri più capisci, più ti allarghi sulla pista, più ne sfrutti le traiettorie e quindi aumenti la velocità globale. Insomma una vera carica di adrenalina dinamica!
Ed infine i plus del corso e l’attestato…
Tempo di bilancio finale: Di Traverso Flat Track School è una scuola completa e molto utile. Lo è a tutti perché – specie per chi non conosce i “confini” del controllo moto – rende molto più intuitiva la gestione di situazioni di panico, questo anche sulle strade di tutti i giorni. Un utile regalo che, a mio avviso, ogni rider dovrebbe archiviare nella propria esperienza motociclistica perché capace di portarti ad un livello superiore se parliamo di sicurezza di guida.
La derapata, il correre su un terreno a basso grip, la particolarità del Flat Track non fanno che aumentare quel gradiente di confidenza giro dopo giro, oltre al fatto di permettere a tutti di comprendere la natura dinamica della moto. In modo molto più profondo e sincero dal punto di vista di un’esperienza a 360° se parliamo di controllo reale della moto.
Più che l’atmosfera positiva che sanno creare Marco Belli ed il suo staff, più che l’attestato di partecipazione e la foto di gruppo, i partecipanti porteranno a casa un “bagaglio di esperienza motociclistica” ben più ampio.
Quella capacità di comprendere più in profondità la gestione delle variabili della moto, oggetto esaltante ma complesso se parliamo della sua infinita dinamica. Ed il corso della Di Traverso School porta l’allievo su un livello di maggiore legato alla comprensione dei propri riflessi e della percezione tecnica di saper affrontare il “percorso” del controllo a tutto vantaggio della propria sicurezza sulle strade di tutti i giorni…
INFO: www.ditraversoschool.it – FB: facebook.com/ditraversoschool
Tel. mobile +39 335 73760987- info@ditraversoschool.it
(Foto e video GIUSEPPE CARDILLO)