Andrea, primo tester del KTM by Garbez Team
L’Osteogenesi Imperfetta è una delle degenerazioni genetiche che possono cambiare la vita delle persone. Nel caso di Andrea, primo tester del KTM messo a disposizione dal Garpez Team, l’animo guerriero non è stato minimamente sfiorato dalle difficoltà create nel quotidiano vivere da questa balorda malattia, anzi.
La “reazione allergica” di Andrea parla di uno spiccato orientamento allo sport e alla voglia di divertirsi, come se niente fosse. Che poi è, di fatto, l’atteggiamento più giusto e normale che tutti dovremmo intendere, sia per chi vive l’handicap in prima persona, sia per chi lo vive da spettatore e sta al di fuori delle cose. Se parliamo di sport, allora trattiamo argomenti quali il nuoto e soprattutto la canoa: Andrea è atleta in forze al CUS Torino e ha partecipato alle ultime due edizioni dei Mondiali di Paracanoa in qualità di portacolori della Maglia Azzurra della nazionale Italiana. Quello che si dice, avere le “contro-palle“, insomma.
Andrea si allena tutti i santi i giorni, sia in palestra sia sul fiume, con la sua barca. Il quad, però, è una passione che non è ancora sfociata in qualcosa di concreto: qualche giro con gli amici, qualche chilometro nel deserto nei classici noleggi e, da ieri, la prova per la prima volta di un mezzo a marce, com’è il KTM 525 XC del Garpez Team.
La joint-venture tra la prima squadra corse di disabili in quad e KTM Italia, che ha portato nel garage del team il quadcriciclo arancione, vede così il debutto delle attività che il team stesso aveva pronosticato: avere a disposizione questo mezzo serve unicamente a scopi come questo, ovvero permettere di vivere un’esperienza nuova, adrenalinica e anche utile. Se scatta la scintilla e il quad entra nella mente del disabile, che grazie a questa prova ne intuisce le potenzialità sia dal punto di vista del divertimento sia da quello dell’utilizzo utilitaristico legato ai semplici spostamenti, allora lo scopo del gioco va a buon fine e il risultato è raggiunto.
Andrea, che non aveva mai provato un mezzo con le marce prima d’ora, non ha faticato a trovare il feeling giusto con il quad, testato per l’occasione presso la pista “Le Dune” di Trofarello, in provincia di Torino, anche grazie al contributo dei ragazzi del Motoclub Koala, che gestisce il tracciato da motocross nonché il fettucciato nel quale si è svolta la prova stessa.
Passare dalla carrozzina alla seduta del KTM non è stato un problema: la pedana, infatti, è di facile accesso e la distanza tra questa e la sella è ben proporzionata, per cui non è stato complesso passare dalla seduta della carrozzina fino a quella della sella, passando appunto per un appoggio momentaneo sulla pedana. Essendo un mezzo dal taglio sportivo, la seduta non è troppo larga e questo agevola sia nel passaggio della gamba esterna dall’altra parte sia quando si tratta di muoversi sul mezzo, che rispetto ad un utility è più stretto e quindi meno stancante vista la ridotta apertura delle gambe.
Inizialmente Andrea non si è trovato troppo a suo agio con le marce, non tanto da un punto di vista funzionale, perché prima di partire ha spento erroneamente il quad solo una volta, per poi non smettere più e non fare alcun errore. Un po’ come capita a chi sale in auto per la prima volta, i primi metri non sono naturali perché le cose da pensare sono tante e su questo, è giusto dirlo, l’utility agevola, dato che c’è da riflettere solo su due cose: accelerare e frenare.
Per contro, passati i primi minuti di ricerca della confidenza, Andrea, capito il meccanismo, si è ritrovato a divertirsi molto di più che in tutte le altre volte in cui è salito su un quad, capendo sulla sua pelle quanta soddisfazione può dare il semplice fatto di poter cambiare le marce, decidendo con maggiore padronanza a quale regime di giri andare. Da lì in avanti la prova è stata tutta in discesa: prima, seconda, scalata, curve strette fino ad arrivare ad un bel rettilineo nel quale Andrea ha anche messo la quarta, toccando con mano la botta d’adrenalina che, a fine test, ha conquistato anche lui.
La conquista, che poi è anche la “mission” di questo genere di iniziative, è stata quella di permettere ad Andrea di capire che andare su di un quad performante è una cosa pienamente fattibile e che non servono particolari attitudini o abilità. Che cambiare marcia, è anch’essa una strada percorribile e che andare in quad può risultare più facile, sicuro, divertente ed umanamente appagante di quanto si possa pensare. I suoi sorrisi, uniti ai commenti post-test, sono il ringraziamento più grande che potessimo ricevere ed una volta di più capiamo quanto sia importante fare quello che facciamo. Speriamo di aver “contagiato” Andrea e di vederlo presto nuovamente in sella. Con noi o senza di noi!