Intervista a Tony Mori/Axiver che ci parla degli Assoluti d’Italia appena conclusi. E’ il risveglio dell’enduro e servono progetti per i giovani e per la maggiore affermazione della disciplina offroad…
E’ decisamente un bilancio più che positivo quello dell’Enduro 2016: un anno impegnativo, come afferma Tony Mori/Axiver, ma pure una stagione di sorprese, di ambizioni, di riscoperta dell’enduro, quello che attrae e piace.
TANTE GARE, TANTE LOCATION DIVERSE TRA LORO…
La stagione appena conclusa degli Assoluti ha visto “spaziare” tra culture e posti diversi, dove per “culture”, intendo raccontare quanto sia stato variegato il panorama dei “terreni agonistici” 2016, che hanno spaziato dalla difficile sabbia di Lignano all’enduro tosto dell’ultima prova di Staffora dove, un tracciato hard test fatto (quasi) apposta per il pubblico, ha attratto tanto in termini numerici, facendo scoprire cosa sia l’enduro di cui noi parliamo spesso…
GRANDE OPERA DEI MOTOCLUB…
Ed il GRAZIE di Mori ai tutti i MC d’Italia è un sincero abbraccio di sostegno a questi ragazzi dei motoclub che rendono possibili queste belle gare, perchè mettono in campo passione vera, dedizione e voglia di far crescere la disciplina dell’Enduro. E, l’altro grazie, va certamente al sempreverde Mario Rinaldi che con coerente passione e occhio critico, ha visionato i tracciati, mettendo quel pizzico di sale in più nelle gare della stagione. Lui serve nell’enduro, serve soprattutto alle nuove leve perchè sa trasmettere passione, voglia, coraggio e sacrificio…
Ed il bilancio è stato positivo anche per il nostro Progetto Enduro 2016, con la vittoria di Andrea Giubettini della Coppa Italia, anche se ora il salto sarà forte verso gli Assoluti 2017.
“È importante che ci sia gente che creda nell’Enduro e nei giovani – spiega Mori -. Il nostro sport è ancora fatto (fortunatamente) da appassionati; senza di loro saremo persi! Ed in effetti è così, tanti giovanissimi sembrano riavvicinarsi alle gare, almeno ci provano a farlo, anche se i costi lievitano sempre più e la crisi del nostro Paese, certo, non è un aiuto per i sacrifici di molti… Bisogna investire sui giovani e parecchio se si vuole raggiungere una piena maturità della “prossime generazioni” di piloti, a cui la Federazione dovrebbe fornire qualche strumento in più per “esserci”…
Con Mori, abbiamo parlato poi di 2017, nulla di sconvolgente, ma qualche piccola novità ci sarà, anche se il nostro Italiano, spiega Mori, è il migliore al mondo, cosa che ci conforta non poco. Serve però maggiore coraggio anche degli sponsor che decidano di investire sui giovanissimi. E tra poco parte la “Sei Giorni”…
L’INTERVISTA A TONY MORI/AXIVER
Un suo personale bilancio su questa stagione 2016…
“E’ stato un anno molto impegnativo. In confronto alle passate stagioni, in questo 2016 abbiamo dovuto fare i conti con la pioggia ad ogni (o quasi) manifestazione! Nonostante tutto la partecipazione ai vari eventi è stata più che buona. Siamo cresciuti in termini di contatti web e social, e questo è molto positivo per il nostro sport”.
La gara degli assoluti a mio avviso è stata “epica”, un grande lavoro di squadra… 1200 paletti da piantare è stata davvero un’impresa e non solo quello…
“Direi che abbiamo concluso alla grande la stagione 2016 degli Assoluti d’Italia/Coppa Italia. La gara di Casanova Staffora è stata la ciliegina sulla torta di un campionato che è stato bello, duro ed impegnativo! Ogni singola manifestazione è importante per costruire un campionato; tutti gli organizzatori sono fondamentali per il nostro sport e il lavoro di ogni singolo motoclub è prezioso! Quindi un doveroso GRAZIE va ad ogni singolo club che stagione dopo stagione si impegna nell’organizzazione di una gara, dal MiniEnduro agli Assoluti D’Italia!”
Il tracciato è stato preparato con grande occhio critico… Mario Rinaldi è sempre unico!
“Mario Rinaldi è il responsabile del percorso di tutti i campionati italiani. Il suo occhio e la sua esperienza sono sicuramente importanti per perfezionare il già ottimo lavoro dei motoclub!”
Progetto Enduro 2016 la suo primo anno, ha portato Giubettini a vincere la Coppa Italia, cosa pensa di questa iniziativa oggi a fine 2016?
“È importante che ci sia gente che creda nell’Enduro e nei giovani. Il nostro sport è ancora fatto (fortunatamente) da appassionati; senza di loro saremo persi! I miei complimenti vanno ad Andrea e a tutto lo staff del Progetto Enduro per i risultati ottenuti. Spero siano di buon auspicio per la prossima stagione!”
Ci eravamo lasciati, nell’ultima intervista, in cui mi raccontava che ci saranno novità nel 2017: possiamo accennare qualcosa?
“Il Comitato Enduro sta lavorando in queste settimane ai nuovi regolamenti e al calendario 2017. Ci saranno delle novità, ma nulla di stravolgente”.
Sarebbe possibile costruire una “formula ligh enduro” all’interno dell’Italiano in modo da portare anche i meno esperti all’interno della formula Assoluti magari tutti con un solo modello di moto 2 o 4T?
“All’interno degli Assoluti d’Italia esiste già una formula per avvicinare i vari appassionati al massimo campionato ed è la Coppa Italia. Gli Assoluti sono una sorta di “mini mondiale” e per mantenere un livello di difficoltà piuttosto alto dobbiamo “sacrificare” un po’ i numeri”.
A suo avviso, oggi, qual è lo stato di forma del nostro enduro se paragonato a livello internazionale?
“La partecipazione ed il supporto dei nostri sponsor in questo momento è decisamente buono. Il Campionato Italiano è considerato uno dei migliori al mondo e diverse federazioni stranieri cercano di carpire quante più informazioni dalle nostre gare per poi applicarle nei loro paesi”.
Sei giorni 2016, tra poco si parte… Un suo pronostico sulla nostra nazionale e sui protagonisti…
“La Sei Giorni è la gara per eccellenza. Spero che l’Italia possa raggiungere ottimi risultati e credo che possa essere una delle favorite. Peccato per il forfait di Davide Guarneri, infortunato all’ultima tappa degli Assoluti d’Italia. Attendiamo di sapere che lo sostituirà… in ogni caso, mando un grande in bocca al lupo ai nostri caschi rossi!”
A suo avviso cosa manca nel nostro enduro per un decollo più verticale, leggi incremento di presenze tra i giovanissimi?
“Purtroppo il nostro è uno sport costoso e oggigiorno è sempre più difficile potersi concedere questo sfizio. Spero che per il prossimo futuro ci sia un’inversione di tendenza”.
Formule come la nostra del Progetto Enduro ritiene possano essere propedeutiche, ovviamente con un’organizzazione completa e ben strutturata?
“Ogni progetto è ben accolto e sicuramente è molto utile per la crescita dei giovani. Come dicevo prima, il nostro sport è costoso e trovare una struttura che possa aiutare i piloti ad affrontare le varie gara è davvero prezioso!”
In Italia mancano dei veri circuiti di allenamento per l’enduro o fettucciati “diciamo permanenti” mentre all’estero questa cosa è la normalità… Si può fare qualcosa anche in vista della cattiva nomea che spesso hanno i praticanti di enduro con cui qualcuno si accanisce anche ingiustamente?
“Fare fuoristrada si può, ma nel rispetto delle regole! Per girare in totale sicurezza, senza aver paura di incorrere in sanzioni, basta andare alla sede più vicina del Corpo Forestale dello Stato e informarsi dove si può e dove non si può circolare. Per quanto riguarda i percorsi permanenti ci sono diverse località che offrono tracciati di enduro, dall’offroad park di Pietramurata al circuito permanente in Val Brembana”.
La Coppa Italia, a mio avviso, sembra un po’ abbandonata, almeno a sentire alcuni piloti. Cosa risponde a questa affermazione che certo è monito per migliorare i rapporti tra Organizzatore e piloti della stessa?
“Ogni campionato per noi è importante. Non c’è nessuno di serie A o serie B. La Coppa Italia, come il Campionato Major e Under23/Senior, sono fondamentali per non far morire l’Enduro”.
Un suo sogno per la stagione che verrà…
“Un sogno? Che l’Enduro continui a crescere!”
2 e 4T, una “guerra” che dura da anni: ritiene che il 2T sia stato abbandonata senza troppo ponderare che magari avrebbe portato più piloti in gara?
“No, credo che il cambiamento dei tempi porti a delle evoluzione e per esse, ad un riassetto di quello che il mondo chiede e vuole, sappiamo tutti quali sono i problemi di omologazione dei 2T. Problemi ambientali, problemi di inquinamento e problemi commerciali hanno portato le aziende produttrici a scelte drastiche e a decisioni importanti come questa. Ora, visto che noi, il nostro mondo, ritiene che il 2T specialmente nelle piccolissime cilindrate siano propedeutiche nella crescita dei futuri piloti, c’è da augurarsi che le aziende stesse investano in ricerca e nello sviluppo in questa materia”.
A suo avviso quali saranno i giovani, nella varie categorie, più promettenti per la stagione 2017?
“In questa stagione ho visto crescere molto Andrea Verona e Matteo Pavoni. Sono giovani e con voglia di fare; inoltre sono ragazzi semplici e senza grilli per la testa. Credo possano fare bene! Poi chissà, magari nel 2017 avremo altre sorprese!”