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    BETA RR 350 RACING, ENDURO SPAZIALE!

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    Questa enduro posso definirla “spaziale”, come atterrata da un altro pianeta: è la Beta RR 350 Racing M.Y. 2021, raffinata, potente ma soprattutto sorprendente

    Il concetto è molto semplice e chiaro nella sua grande trasparenza legata al reale “valore” di questa Enduro DOC. La nuova Beta RR 350 Racing M.Y. 2021 è davvero il massimo da guidare quanto perché rappresenta quanto di meglio si possa avere tra le mani quando si affronta l’offroad più duro, quell’enduro fatto di passaggi stretti, di sottobosco con radici esposte o di single track.

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    Una moto SPAZIALE sotto tutti i punti di vista

    Questa moto posso definirla “spaziale”, come atterrata da un altro pianeta e questo per le sue grandi doti legate all’equilibrio generale, all’elevata motricità del propulsore 4T ma, soprattutto, per le caratteristiche legate ad un pacchetto sospensioni a cui chiedere veramente il tutto per tutto.

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    Parlando i risultati in gara di Steve Holcombe

    E, al di là dell’aspetto estetico, di fatto aggressivo ed intrigante, la RR 350 Racing beneficia di tutta l’esperienza Beta in tema di enduro ai massimi livelli. E sono i risultati a parlare chiaro con i due rider factory Brad Freeman ma soprattutto Steve Holcombe, capaci di risultati unici, quali il titolo nel Mondiale Enduro 2, nell’Enduro GP e negli Assoluti d’Italia.

    La RR 350 Racing, quindi, è “la più prontogara” del lotto RR, ricca ed impreziosita di dettagli estetici e funzionali che la rendono guidabile e leggera anche quando il tracciato di gara diventa “difficile” da guidare. Della gamma RR, questa “tremmezzo” è la più guidabile del lotto magico by Beta e vanta un’erogazione corposa e lineare.

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    Un monocilindrico concepito per guidare forte e ad alti regimi

    Gas in mano, accelerazione, allungo, motore sempre in tiro: è così che bisogna guidarla. Dopo gli ultimi, importanti aggiornamenti tecnici sul propulsore 4T, riassumiamo le caratteristiche peculiari di un motore leggero e potente in rapporto alla sua cubatura che non si discosta da quello montato sulla gamma RR.

    Le quote vitali raccontano tanto delle sue caratteristiche: corsa corta di 57,4 mm, alesaggio da 88 mm elevato rapporto di compressione pari a 13,19:1 che significa massima efficacia della combustione e quindi della risposta con un motore sempre animato da potenza, coppia oltre che presenza motore.

    Iniezione elettronica Synerject per un DOHC da scoprire

    Si tratta di un bialbero DOHC (con doppia pompa olio), caratterizzato dalle “quattrovalvole” in titanio con bilancieri a dito alimentato da corpo farfallato da 42 mm e da iniezione elettronica con doppio iniettore Synerject; due i due Mode dii guida, asciutto e bagnato che possono essere “sciftati” per mezzo del tasto collocato proprio sulla punta del serbatoio carburante, proprio alle spalle del tappo di rifornimento.

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    La scatola filtro è stata rivista per quanto riguarda soprattutto l’impermeabilizzazione mentre il cambio prevede sei marce e frizione a dischi multipli in bagno d’olio con ratio della primaria di 28/76 denti. Potenziato anche l’impianto elettrico.

    Una ciclistica molto raffinata per questa vera Racing

    Il nuovo telaio aggiornato – in acciaio al CrMo con doppia culla sdoppiata sopra la luce di scarico -, vanta rinforzi sia nella zona del cannotto quanto nelle aree dei fazzoletti di rinforzo, a vantaggio della robustezza generale.

    Le quote ciclistiche “spingono” verso la massima agilità: lo dimostrano un interasse di 1490 mm, una luce a terra di 320 mm e pedane posizionate a quota 413 mm ma, soprattutto, una distribuzione dei pesi con 52,7 kg davanti e 54,8 kg al posteriore. Il peso a secco è di 107,5 kg.

    L’impianto frenante punta sulla potenza e sulla modulabilità grazie al disco wave anteriore da 260 mm servito da pinza flottante a doppio pistoncino e posteriore da 240 mm dotato anche questo di pinza flottante con singolo pistoncino.

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    Forcella KYB & mono ZF, un’accoppiata vincente

    Le strade si separano quando invece entriamo nel tema sospensioni: la RR 350 Racing è quindi equipaggiata con la nuova forcella Kayaba a cartuccia chiusa da 48 mm, ovvero l’elemento leader nel mondo dell’enduro vero.

    Nella realizzazione dell’unità KYB, c’è stata ampia collaborazione tra Beta e Kayaba e questo ha portato alla realizzazione di un’unità specifica per questa moto. La nuova unità vanta quindi nuovi piedini e setting dedicati a questo modello oltre a piastre di sterzo anodizzate nere.

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    Mono posteriore ZF: raffinata sintesi della trazione

    Le caratteristiche peculiari risiedono nelle parti interne anodizzate, soluzione che riduce l’attrito rendendo la forcella molto lineare e scorrevole (primo dettame nell’enduro in tema di sospensioni) e questo in ogni situazione di guida.

    Anche dietro l’unità non poteva che essere… unica: il mono ammortizzatore ZF da 46 mm sfrutta un nuovo setting, messo a punto anche e soprattutto in virtù del nuovo telaio Beta.

    Ed infine spiccano un nuovo telaietto posteriore più robusto, il nuovo fissaggio dei fianchetti, il coperchio serbatoio più facile da montare, la sella Racing, rivista nello schiumato e caratterizzata dalla tasca oltre che da un eccellente grip, le nuove pedane in ergal nere che vantano maggiore superficie di appoggio ed una struttura più robusta e leggera ed i paramani Vertigo.

    Nella realizzazione dell’unità KYB, c’è stata ampia collaborazione tra Beta e Kayaba e questo ha portato alla realizzazione di un’unità specifica per questa moto

    Perno ruota ad estrazione rapida, essenziale per l’endurista

    Non manca un “accessorio” irrinunciabile su una Racing: mi riferisco al perno ruota ad estrazione rapida, essenziale nel risparmio di preziosi secondi in gara, visto che ogni intervento su pneumatico, disco e pinza diventano facili e rapidissimi.

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    Altre piccoli accorgimenti della RR 350 Racing sono le coperture Metzeler Six Days, la corona con inserto in alluminio anodizzato e dentatura in acciaio, quindi massima durata a fronte di minor peso; e poi ancora, le leve cambio e freno posteriore anodizzate nero, i tappi olio cambio, olio motore e filtro olio in alluminio anodizzato rosso, le frizzanti e bellissime grafiche “Factory” e gli adesivi rossi sui cerchi ruota e gli splendidi mozzi.

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    COME VA: “E’ DAVVERO UNA TREMMEZZO SPAZIALE!”

    Anche questa volta doppia prova con due piloti: il sottoscritto ma, soprattutto, Davide Viglianti (foto sopra), rider prelevato dal Campionato Regionale Lazio, ragazzo massiccio e in linea con la “filosofia” dell’enduro tosto.

    La prova si è svolta sullo stesso tracciato, un bel fettucciato semplice ma molto guidato con pochi salti ma, soprattutto, molti destra/sinistra dove si evidenziano le doti o meno legate all’agilità di una enduro e curve dove, se l’avantreno funziona, lo si capisce subito.

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    Questa RR Racing mi ha letteralmente sorpreso, perché è facile ed intuitiva da guidare ed è forte della potenza giusta per divertire, impegnando non troppo il pilota. E mai come questa volta, il “confronto” tra i due stili di guida, il mio e quello di Davide, hanno evidenziato quanto questa Beta sia uno “stimolo in più per andare forte”. L’ho definita una enduro “spaziale” e, questo aggettivo, mi ha suggerito il filo conduttore dell’intera prova e mi ha permesso di cercare meglio il limite.

    Ecco le mie sensazioni ON TRACK!

    Subito due parole sulla posizione di guida, aggressiva, leggermente protesa in avanti per caricare il davanti mentre il triangolo busto/pedane/manubrio è davvero sorprendentemente naturale. Non sono alto ma, la perfetta ergonomia di questa Racing, invita e convince il pilota a fondersi con la moto, complice l’ottima conformazione dei convogliatori e della giusta collocazione delle pedane. Certo quelle montate sulla RR 350 Racing fanno la differenza e sono molto ampie e questo si scoprirà utile per chi ci poggerà uno stivale di misura importante.

    Il manubrio è leggermente proteso verso l’alto mentre il piano sella, complice il rivestimento antiscivolo della versione Racing, “blocca” il pilota in accelerazione in modo che non scivoli verso il centro della moto.

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    Nella prova ho apprezzato il fatto di poter guidare in piedi agevolmente ma, una volta seduto e prendendo il gas in mano, il pilota rimane “incollato” alla sella, rendendo più facile la guida più esuberante.

    Un piccolo passaggio osservando la moto esteticamente: Beta ha realizzato degli accoppiamenti molto lineari, con plastiche che si incastrano perfettamente e rimangono sempre a filo della linea principale. Forse per le zone di maggior contatto dello stivale (ma non vale per tutti i piloti) quali la parte mediana dei fianchetti, avrei utilizzato un materiale di “presa” anche perché ho notato che le grafiche tendono a sollevarsi quasi subito in quella zona.

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    Pista asciutta, terreno perfetto, pieno di carburante ed una bella giornata di sole, si parte per la prova! Fin dalle primissime curva scopro un’elevata linearità del monocilindrico Beta, tonico e pieno ai bassi ma, soprattutto, ai medi regimi, range di guida più incisivo per l’enduro. Poche vibrazioni ed una buona accelerazione che ti porta rapidamente fuori dalle curve lente e consente uscite “cattive” in derapata ma sempre con il massimo controllo della moto. Solo l’anteriore tende a sollevarsi un po’ troppo, ma, sulla moto della prova, abbiamo lasciato il SAG statico/dinamico così come ci è stata consegnata la moto.

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    Sorprende questo motore perché ha una rapportatura molto ben spaziata ed una frizione dal comando morbido, cosa che invita in pilota ad usarla sempre e comunque. È un motore reattivo quindi, che “collabora” pienamente con una ciclistica eccellente.

    Poche vibrazioni ed una buona accelerazione che ti porta rapidamente fuori dalle curve lente e consente uscite “cattive” in derapata ma sempre con il massimo controllo della moto

    Inoltre, l’elevata fluidità ai medi regimi aiuta molto sui tratti guidati, quelli dove devi tenere il gas sempre in mano in apri/chiudi sempre perfettamente gestibili. L’erogazione è corposa e dinamica con un’ottima impronta ai bassi regimi, complice pure un’azzeccata rapportatura finale che vede rapporti ben spaziati abbinati ad un cambio perfetto se parliamo di utilizzo.

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    Aumentando il ritmo poi, scopro una “schiena motore” non male specie nella fascia compresa tra la seconda e la quarta marcia; e se il tracciato diventa più guidato, la trattabilità del propulsore Beta esce alla grande con una buona impronta sui transitori oltre che sui tratti di allungo.

    A tale proposito, questo è un motore che ama girare alto per esprimere davvero tutta la propria natura e, in quel frangente, offre il meglio a patto di guidare decisi e senza incertezze. I 350 cc si fanno dunque sentire ma questo monocilindrico ha tutti i plus per una guida divertente ed equilibrata se parliamo di buone doti in accelerazione e pastosità ai regimi intermedi.

    Molto a punto l’elettronica legata all’iniezione: impossibile scovare buchi di potenza nemmeno quando si guida in sotto coppia con marce alte; non c’è molta differenza tra le due mappe selezionabili, forse quella da fondo umido è meno incisiva sulle marce basse e l’accelerazione è decisamente meno aggressiva. Nella mappa top power invece, il motore si esprime al massimo della capacità, mostrando grinta ed una velocità a salire di giri che piace un sacco.

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    E se il “tremmezzo” Beta mi è piaciuto per potenza, coppia ed elasticità oltre che per ottime doti di accelerazione, il top lo scopro sul tema sospensioni. La moto è molto ben bilanciata, con un’ottima distribuzione dei pesi ed un baricentro ideale che facilità ingressi ed inserimenti rapidissimi, a patto di mantenere il gas un pelino aperto.

    La forcella KYB lavora in modo spettacolare, incollando l’avantreno al terreno: è capace di “raccontare” al pilota tutto e questo infonde sicurezza e voglia di spingere sia sugli ingressi quanto sulle staccate, dove l’affondamento è molto ben controllato. Ottima sulla minime, questa forcella reagisce benissimo ed aiuta sui tratti più ondulati della pista quanto negli atterraggi dai salti, dove la sensazione di tenuta è realmente eccellente. Mi è piaciuta nelle curve veloci, quelle da cui esci in derapata ed in velocità, dove non mostra alcun limite evidenziando un setting molto ben strutturato.

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    È stessa cosa anche per il mono KYB posteriore: fantastico negli assorbimenti più secchi risulta solo un pelino morbido in atterraggio dai salti. In ingresso curva sostiene il giusto aiutando la forcella nello schiacciamento mentre piace la trazione che riesce a garantire, davvero ottima, anche nel momento in cui ci si trova a centro curva con il posteriore schiacciato ed il gas in mano e quindi in piena e rapida accelerazione.

    Ed infine due parole sull’impianto frenante: potente ed aggressivo quello anteriore, è modulabile anche se il pilota meno esperto dovrà prima “prendere le misure” circa la spinta sulla leva; perfetto il freno posteriore che aiuta in staccata mostrando potenza ed elevata resistenza alla fatica.

    LA MIA PAGELLA CON VOTI DA 1 A 10

    EROGAZIONE 8, MOTORE 8, SELLA 8, GUIDA IN PIEDI 8, FUNZIONAMENTO FORCELLA 10, FUNZIONAMENTO MONO 7, FRENATA ANTERIORE 9, FLUIDITA’ MOTORE ED ALLUNGO 8, CAMBIO 10, FRIZIONE 9, ESTETICA 10

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    LA PROVA DI DAVIDE VIGLIANTI “MOTO CON UN GRANDE EQUILIBRIO”

    Nel complesso come hai trovato questa 350 Racing 2021?

    “Rispetto al modello RR 2020 non ho trovato differenze abissali se non negli elementi Racing che la rendono una enduro di altissimi livello. Ma, questa Racing, rimane sempre e comunque una moto divertente, molto stabile ma soprattutto inaspettatamente agile. È una enduro per tutti, perché nel pacchetto tecnico c’è la giusta potenza ma, soprattutto, un pack sospensioni di primissimo livello

    Partiamo dalla posizione di guida…

    “Mi piace l’ergonomia perché si vede che Beta pensa al pilota che deve trascorrere molte ore in sella. L’ho trovata comoda, ben studiata sul profilo ergonomico con spostamenti in sella veloci e sempre facili. La sella di questa Racing poi, “tiene” molto e non si scivola indietro, specie in accelerazione, cosa utile in mulattiera o sui passaggi più delicati”

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    È una enduro comoda? E come hai trovato il triangolo busto/braccia/gambe?

    “Il triangolo è stato studiato per piloti di tutte le taglie ad eccezione del manubrio che rimane un componente personale in funzione della propria altezza. Pedane sistemate in posizione ottimale con il plus di componenti racing per questa versione della RR 350. I movimenti sono sempre fluidi e senti la moto molto cucita addosso. Inoltre, il busto è sempre leggermente caricato sul davanti.”

    Secondo te quale è il valore aggiunto di questa Beta?

    “Beh, certamente questa versione Racing ha tutto quello che serve per affrontare meglio l’enduro hard. È una moto che affatica poco il pilota, merito delle sospensioni morbide il giusto oltre che di un motore facile da gestire”

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    Come hai trovato il lavoro svolto dalla forcella KYB?

    “La forcella della RR350 Racing mi è sembrata molto scorrevole e precisa sia sulle minime quanto sui colpi più secchi. Non sono mai troppo rigide e quindi non destabilizzano l’assetto della moto anche guidando aggressivi e questo è un fattore di sicurezza in più per il pilota se deve spingere in speciale”

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    Come hai trovato il lavoro del mono ZF?

    “Il mono, per il setting standard ed in funzione del mio peso, l’ho trovato ovviamente troppo morbido e questo anche per il mio stile di guida. La moto si muove molto, specie in uscita di curva quando vai a riprendere velocemente il gas”

    Descrivi il comportamento del telaio e delle sospensioni

    “Grazie alle sospensioni KYB e ZF la guida della RR 350 Racing è sempre molto naturale ed intuitiva, oltre al fatto che emerge un grande equilibrio generale segno di un’ottima distribuzione dei pesi tra anteriore e posteriore. L’avantreno KYB mi è piaciuto un sacco, perché preciso con la sensazione per il pilota di sapere sempre cosa accade sotto la ruota anteriore”

    Il pilota ha massima libertà di movimento sulla sella?

    “Assolutamente sì! Grazie alla sella rigida e non eccessivamente alta, il pilota può correre lungo la sella in massima libertà”

    Parliamo del motore: un tuo giudizio complessivo…

    “Il motore è l’altra faccia dei plus di questa RR: reattivo e fluido, si comporta meglio ai medi regimi dove mostra maggiore tonicità rispetto ai bassi regimi. Un po’ poco incisiva agli alti regimi ma, soprattutto, ho notato una ripresa un po’ lenta se parliamo di rapidità a salire di giri. Ma è pur vero che io sono un crossista e sono abituato al mio 450 cc molto più reattivo e rapido rispetto a questa 350, che nasce per l’enduro e per tutte quelle situazioni della disciplina”

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    Secondo te, questa cilindrata a chi può essere adatta?

    “Ritengo che possa essere adatta ad un pubblico molto ampio e variegato: l’amatore soprattutto o chi cerca una moto facile da gestire, potente il giusto e con un pacchetto sospensioni al top. È una moto divertente da guida e consente sempre di osare quel poco di più grazie proprio alle sue caratteristiche”

    Come hai trovato la guidabilità del motore?

    “Un motore energico sempre, specie sui transitori, un’erogazione dolce ma consistente”

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    Il punto di forza di questo 350?

    “Certamente il grande equilibrio globale, merito del corretto posizionamento del motore, delle masse ma pure di una posizione di guida naturale ed intuitiva”

    Come hai trovato il cambio e la spaziatura dei rapporti?

    “Il cambio è molto fluido negli innesti e precisi e questo sia i salita che discesa di rapporto. Mi è piaciuta molto la scorrevolezza ed il comportamento della frizione, davvero robusta e lineare”

    Come hai trovato la frenata della RR 350 Racing?

    “La frenata è sicura e potente, specie sull’anteriore dove ho scoperto un impianto potente ed incisivo forse anche troppo per un pilota poco esperto… Per me, la presa sulla leva è eccellente”

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    LA PAGELLA DI DAVIDE VIGLIANTI CON VOTI DA 1 A 10

    EROGAZIONE 7, MOTORE 8, SELLA 7, GUIDA IN PIEDI 9, FUNZIONAMENTO FORCELLA 10, FUNZIONAMENTO MONO 6, FRENATA ANTERIORE 8, FLUIDITA’ MOTORE ED ALLUNGO 7, CAMBIO 10, FRIZIONE 9, ESTETICA 9

    (Foto LORENZO PALLONI, si ringrazia Davide Viglianti, Direzione Cinecittà World)

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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