Sul circuito «Marco Simoncelli» per la prima volta nel nostro motociclismo, un team di piloti con protesi e problemi di mobilità agli arti ha sfidato i normodotati.
Teatro della sfida è stato quella della Bridgestone Cup, Trofeo monogomma che schiera in pista moto 600 e 1000 cc: una gramde gara di velocità dove nessuno fa sconti e dove tutti partono per una vittoria. In tutto questo anche il Team Di.Di.
A Misano, al box del Team Di.Di. sono passati il Campione del Mondo della 250 GP Marco Melandri, il «padrone di casa» Pierfrancesco Chili, il due volte Campione del Mondo della 125 e della 250 Manuel Poggiali oltre al papà di Marco Simoncelli, impegnato come team manager.
«L’impresa di questi piloti è davvero eccezionale – ha commentato Manuel Poggiali -. Tante volte noi ci lamentiamo se abbiamo un crampo ad un braccio o ad una gamba… loro invece un arto non lo hanno più, oppure non possono più usarlo a causa di qualche grave incidente… eppure non vedono l’ora di confrontarsi in pista! Hanno grinta da vendere, non mi voglio perdere la loro gara e per una volta voglio essere io a fare il tifo dal muretto!»
Nella classe 600, la vittoria è andata al toscano Emiliano Malagoli, ideatore e presidente dell’Associazione Di.Di., e da due anni portatore di protesi alla gamba destra. Alle sue spalle si è piazzata la Kawasaki di Giovanni Gentilin, trentacinquenne vicentino che in un incidente ha subito la lesione del plesso brachiale e ha perso la mobilità del braccio destro. Sul terzo gradino del podio, il veneto Matteo Baraldi, che invece dal 1999 il braccio destro non lo ha più, e corre con una protesi e il comando del gas spostato a sinistra. «Sono arrivato davanti a due piloti normodotati – ha commentato Malagoli -. Se considero che soltanto dieci giorni fa sono stato operato per l’ennesima volta alla gamba sinistra, il risultato mi sta più che bene».
E la classe 1000 cc ha salutato la vittoria di Fabio Segato: nato a Pordenone, ha 36 anni e da venti convive con una grave lesione del nervo sciatico, che lo priva della sensibilità ad un piede. Seconda posizione per il lombardo Luca Raj, 48 anni di Pavia, che sulla sua MV Agusta ha spostato la frizione a destra perché venti anni fa un incidente in moto lo ha privato della mobilità del braccio sinistro. Terzo il «dentista volante», al secolo Enrico Mariani, pilota 53enne di Cattolica, che ha perso la gamba destra sopra il ginocchio dieci anni fa e corre oggi con una protesi.