Roberto Pighin, promoter del Campionato Nazionale Velocità o CNV ci racconta aspetti conosciuti e non delle formula. In una sua personale chiave di lettura
Il prezioso vivaio di giovanissimi talenti italiani, sta vivendo un momento importante e di svolta per quanto riguarda il numero di piloti iscritti alle gare. Si avverte una maggiore concentrazione di nuovi piloti, specie nella Velocità Jr. Ed è su questa specialità che si stanno aprendo nuove prospettive. CNV-ASI, idea di Roberto Pighin, ed il CIV della FMI, sono quindi, di fatto, le due “offerte” per chi vuole correre.
Tanti giovani piloti, ma come aiutarli verso una crescita sana?
Ma lo step successivo, è come e dove far crescere – in modo sano – i nuovi talenti. E quando i piloti vengono sostenuti con impegno e attenzione, i risultati arrivano. Chiaro che il talento è necessario, ma è la filosofia di approccio che fa la differenza.
Tutto ciò per introdurre un argomento importante, ovvero quali siano le reali ed attuali prospettive dei piloti per crescere in un ambiente, quello della Velocità, sempre più competitivo e non sempre corretto nelle sue “dinamiche dominanti“.
Spesso si dimentica che, specie con i più piccoli, l’approccio dev’essere graduale. Un “gioco” che via via si trasformerà in obiettivi. Ad oggi, un ambiente livellato e libero da pressioni importanti, è quello delle minimoto, dove si respira ancora un’aria serena e dove i giovanissimi sono bambini al 100%
Orizzonti poco definiti nella ricerca dell’erede di Rossi?
Purtroppo, salendo di categoria, assisto sempre più a bambini messi davanti ai dati piuttosto che alle loro paure, timori e logiche (per l’età) insicurezze.
E se a questo aggiungiamo l’eccessiva pressione messa dei team, scopriremo che questo sarà il modo migliore per farli smettere di correre. E non sarà così che costruiremo un nuovo e degno erede di Valentino Rossi.
Entrando in argomento, quali sono le “piattaforme” di evoluzione e formazione agonistica per i giovani talenti? Al momento si sono il CIV ed il CNV, lontani e distanti tra loro per idee ed una mancanza di confronto sui temi legati proprio all’approccio.
Un’intervista molto capillare a Roberto Pighin/CNV
Ho quindi cercato un confronto sereno sull’anima dei due campionati, anche per scoprire le idee di base e quelle che tengono così distanti queste due realtà.
In questa lunga e dettagliata intervista, Roberto Pighin ci racconta il suo modo di vedere le cose. Lui è l’organizzatore del CNV, che non è il fratello minore del CIV, ma un campionato organizzato secondo uno schema che abbina passione, rapporti umani e l’idea di soddisfare tutti.
A dirla così sembra facile ma, mentre leggerete le risposte di Pighin, capirete una mentalità ed una filosofia diversa nel mood di base. Diversa significa ne migliore ne peggiore rispetto alle scelte del CIV, ma solo idee differenti su cui, purtroppo e per voce dello stesso Pighin, non c’è un effettivo confronto.
Prima di entrare nel cuore dell’intervista, volevo proporvi un passaggio dello stesso Pighin, perché è la sintesi estrema del suo pensiero: “Vedo troppi genitori portare i propri figli in pista perché devono vincere e se non vincono preferiscono ritirarli. A molti faccio presente che il loro figlio di 10 anni fa cose che loro stessi non hanno mai saputo fare.
Ci vuole rispetto per questo. E bisogna lasciarli giocare perché solo così possono imparare bene. Se a 10 anni metti già degli obiettivi troppo impegnativi, stai tranquillo che prima o poi sarà il ragazzino a decidere di dedicarsi ad altro”.
Facciamo un salto temporale: raccontaci la stagione 2021 dal tuo punto di vista
È stata una stagione complicata. La squadra organizzativa ha dovuto affrontare tante e complesse sfide. Prima di tutto l’impatto della situazione globale determinata dal Covid-19, ha reso tutto più complicato e l’incertezza diffusa ci ha costretto a tenere ferma la selettiva Sud, mentre per la Sicilia siamo riusciti a lavorare solo con le “ruote alte” sull’impianto di Racalmuto.
Inoltre, abbiamo dovuto affrontare il cambio di rotta della selettiva Nord che, fino al 2020, era dedicata esclusivamente al Monomarca Ohvale, mentre ora è tornata ad essere una selettiva completa di tutte le categorie. Non è stato facile ritrovare la fiducia dei piloti di pitbike, scooter e delle MiniGP dei marchi nazionali.
Fortunatamente abbiamo lavorato sul principio fondamentale su cui sorge CNV, cioè l’interazione tra organizzatori e così è successo che abbiamo messo assieme le forze e trainato un 2021 che, sotto molti aspetti, si è rivelato un successo ed un’ottima base di partenza.
La dimostrazione pratica è che, comunque, siamo riusciti a portare a casa il programma della Sardegna grazie alla squadra di Amisani (Officina Italiana) ed abbiamo avuto una forte crescita al centro gestito da De Luca (Demorace) con oltre 80 presenze ad evento, e la Nord in costante crescita che si è allineata sui 80/90 piloti.
La finale, a coronamento degli sforzi, è stata la conferma dell’ottimo lavoro svolto con oltre 130 piloti presenti al Circuito Internazionale di Ortona. Ma soprattutto ha mostrato la grande qualità del lato umano CNV. Il forte contributo che i ragazzi della selettiva Sud (Svalvolati on the pit) di fatti ha fatto la differenza.
Nonostante non si sia svolta la loro stagione, sono sempre stati presenti e operativi nell’organizzazione e direzione di gara per tutta la stagione Nord oltre che nella finale stessa. Tutti hanno dimostrando una professionalità molto apprezzata da tutti i piloti.
Quali novità per la stagione 2022
Nelle categorie tradizionali, pitbike e MiniGP per intenderci, si parla di piccoli assestamenti regolamentari, mentre le vere novità sono marchiate ThunderVolt e MOTO17. Per le prime abbiamo il piacere di ospitare il Trofeo voluto da Loris Reggiani che trova una connotazione più che idonea nella nostra selettiva Nord e siamo convinti di poter far crescere il progetto come abbiamo già fatto con altri in passato.
Per le MOTO17 è stata più una scelta coraggiosa, dettata da una visione che ho da molto tempo e che finalmente trovo il modo di mettere in pratica. Ho sempre pensato che mancasse qualcosa vedendo bambini di 11 anni andare a schierarsi con moto da oltre 100 kg in veri autodromi.
Ci vedo troppo business e poco interesse alla crescita atletica e formativa dei ragazzi. Ma è anche vero che il motociclismo sportivo moderno tende molto ad accelerare i tempi e vuole sempre più giovani sulle 17 pollici.
Il nostro programma MOTO17 permette di utilizzare dei prodotti non eccessivamente costosi (una Tianda TDR 300 costa meno di 6000€) e quindi adatti alle piste del CNV, principalmente grandi kartodromi o piccoli motodromi. In questo contesto i piccoli piloti in erba possono imparare a guidare le moto “grandi” su piste che conoscono e con rischi realmente contenuti. Inoltre, queste moto sono semplici da gestire essendo prive di elettronica evoluta e alimentate a carburatore.
Tanti iscritti nel CNV, qual è il segreto?
La costanza e la serietà. Siamo quelli che hanno reinventato 10 anni fa le verifiche tecniche ed i motori sigillati. Non abbiamo mai stravolto i regolamenti ma apportato costanti evoluzioni e aggiustamenti.
Poi c’è anche il lato immagine. Mettiamo davanti i nostri piloti che sono i veri protagonisti, ma noi restiamo dietro le quinte a lavorare per loro. Infine, ma non di minore importanza, una buona parte del team organizzativo fa questo di lavoro e non per hobby. Questo ci permette di essere quotidianamente concentrati e non lasciare mai niente al caso.
Tante categorie, limitata libertà nei regolamenti tecnici, vogliamo riassumere quelli per la MiniGP e per la Motard?
Le MiniGP prevedono ben 8 categorie, sembrano tante ma in realtà servono a dare una giusta connotazione al pilota. Si dividono principalmente in Junior e Adulti per fascia di età e peso. Questo perché, oltre alle prestazioni, ci sono delle differenze anche nell’approccio alla gara e ci sembra corretto creare l’ambiente giusto per ogni pilota.
Gli Junior prevedono un settore giovanissimi con le 110 automatiche e 4 speed, per poi crescere nelle 160 e completare il percorso MiniGP nelle più potenti 190.
Gli adulti invece, hanno a disposizione 2 motorizzazioni, 160 cc e 190 cc, divise in altrettante categorie che possiamo sintetizzare in leggeri e pesanti (150 kg moto + pilota è il taglio)
Per le Motard pitbike è un po’ diverso. In questo caso le due famiglie le creiamo in base al peso moto+pilota, quindi andiamo a creare un’ulteriore suddivisione sulle prestazioni. Tramite una semplice regola dividiamo sia leggeri che pesanti in S1 e S2 dove i primi includono i piloti che si sono dimostrati più veloci nelle sessioni di qualifica.
I regolamenti tecnici in realtà sono restrittivi e non propriamente liberi. I motori devono essere sempre originali. È permessa la sola sostituzione di molle e piattelli valvola e l’adozione della frizione anti-saltellamento. Il resto deve essere privo di qualsiasi modifica o lavorazione artigianale.
Anche qui ci saranno modifiche al Regolamento Tecnico 2022 e l’ingresso di nuove categorie?
Come già accennato, piccoli ritocchi ai pesi minimi e massimi di categoria. Solo sulle MiniGP abbiamo tolto la discriminante misura ruota. Abbiamo visto che non ci sono particolari differenze tra 10 e 12 pollici in termini di prestazione assoluta.
Domanda provocatoria: cosa manca al CIV e perché i piloti dovrebbero iscriversi al CNV?
Al CIV non manca nulla e non siamo in concorrenza. Ci rivolgiamo a utenze diverse. CNV è semplicemente alla portata di tutti e vuole continuare ad essere un ambiente che fa convivere il pilota “amatoriale”, quello che vuole divertirsi, in un weekend di gara per vivere a pieno la sua passione. Dall’altra parte invece, il piccolo pilota che sogna un giorno di andare a correre tra i grandi del motociclismo.
Ritieni formativo il vostro campionato o pensi che per cose diverse per un giovanissimo sia più propedeutico CIV Junior?
Per chi vuole praticare questo sport, entrambi sono formativi. Diciamo che ci vogliono entrambi per poter fare un percorso corretto ma, soprattutto, vanno presi come formazione e non esclusivamente per il risultato assoluto.
Vedo troppi genitori portare i propri figli in pista perché devono vincere e se non vincono preferiscono ritirarli. A molti faccio presente che il loro figlio di 10 anni fa cose che loro stessi non hanno mai saputo fare.
Ci vuole rispetto per questo. E bisogna lasciarli giocare perché solo così possono imparare bene. Se a 10 anni metti già degli obiettivi troppo impegnativi, stai tranquillo che prima o poi sarà il ragazzino a decidere di dedicarsi ad altro.
C’è un modo per far “incontrare” queste due realtà o rimarranno sempre due entità distinte?
Io ho provato molte volte ma, alla fine, credo che non succederà mai. Forse perché entrambi non sentiamo la necessità reale di trovare una strada comune.
Tanti preparatori e costruttori nel CNV: può dirsi una formula che da spazio alla fantasia di tutti?
Certo, anche perché tutti i buoni prodotti che oggi girano in pista, in fin dei conti, sono frutto di fervide fantasie. Abbiamo visto nascere e crescere progetti e produttori ai quali abbiamo dato spazio e sostegno.
Ohvale ha sposato il CIV quale campionato propedeutico per i giovanissimi, ma le cose stanno davvero così oppure c’è dell’altro?
Mi sento titolare di una azienda e, come tale, so che tutte le aziende prima o poi devono fare delle scelte. Ho rispettato quella di Ohvale, ma non credo che ad oggi il loro progetto sia propedeutico nel senso stretto del termine.
Io credo piuttosto che bisogna lavorare di più sulla formazione dei giovanissimi. Abbiamo sicuramente orizzonti diversi, io organizzo attività sportive, loro producono moto. Ognuno deve per forza perseguire i propri obiettivi.
Secondo te, eliminata la MiniGP 2T, ci sarà una migrazione di piloti dal CIV verso il CNV?
No, non ci sarà. Nonostante tutto quello che si è letto in questi mesi, i piloti che partecipavano alla MiniGP 2T non lo facevano per la moto in sè, ma per compilare un curriculum sportivo, per le ambizioni che avevano team e sponsor. I piloti solitamente non li ascolta mai nessuno.
Quale sarà la logica evoluzione del vostro Campionato in futuro?
Abbiamo completato i piani 2022 da poco e siamo già al lavoro per il 2023. Ci sono nuove bozze sul tavolo ma è presto per parlarne. Evolvere è comunque una priorità irrinunciabile.
Autocritica: cosa dovete migliorare nel CNV?
Tutto, indistintamente. Dai regolamenti alla comunicazione fino ai supporti tecnologici. Il giorno che mi sentirete dire che il CNV è arrivato cambio mestiere.
La tua è passione, tenacia o semplicemente voglia di offrire qualcosa di diverso ed un’alternativa?
È un mix di tutto, nasce come passione ma poi ho sempre voluto dimostrare al mondo che c’è una professione anche dentro a questo che per molti è solo un hobby. Farlo professionalmente cambia la visione e capisci che poi ci vuole tenacia e offrire sempre qualcosa di diverso per avere successo.
Ad oggi i giovani talenti non vengono aiutati economicamente, cosa che invece nel CEV accade. Voi cosa fate in tale senso?
Io faccio tutto quello che posso per contenere i costi e garantire la massima visibilità ai nostri piloti. Più di così oggi è impossibile. È una guerra persa in partenza, da quando il motociclismo è diventato una moda.
Certo ha permesso a molti come me di farne una professione, ma ha fortemente penalizzato i piloti. All’inizio del 2000 ancora molti team nei campionati nazionali, offrivano le selle gratis o addirittura pagavano i piloti più capaci.
Questo perché avevano a capo dei veri imprenditori che formavano delle squadre per andare a vincere o almeno provarci. Oggi questi imprenditori non cercano più il budget, ma stampano i listini per i piloti trasformandoli da elementi integrati nel team a clienti che devono sostenere il 90% dei costi del team. Fortunatamente in CNV non è così e spero di mantenere ancora un ambiente dove il pilota arriva in autonomia e, al massimo, paga 100€ un tecnico per farsi seguire.