Solidarietà e agonismo si sono uniti al Mugello lo scorso weekend, un fine settimana destinato a rimanere impresso per molto tempo… Oltre la gara la voglia di fare per un’iniziativa umana senza precedenti…
Organizzata dalla Onlus Di.Di. e FIM,la Di.Di. BridgestoneWorld Cup ha schierato in pista una ventina di piloti: una sorta di Paralimpiade della moto, con tanto di applicazione dei coefficienti di disabilità sull’ordine di arrivo.
Ben presto la gara si è trasformata in un pretesto per lanciare un messaggio importante. E i principali testimonial sono stati Annalisa Minetti, cantante e atleta paralimpica non vedente, e il pilota Alan Kempster, che ha volato dall’Australia al Mugello per dimostrare che “tutto è possibile”: Alan, infatti, è tornato a correre in moto nonostante un incidente stradale che lo ha visto, incolpevole, perdere il braccio e la gamba destri.
Annalisa Minetti è arrivata il sabato ed è salita nuovamente in moto come passeggera: dopo l’esperienza vissuta a Vallelunga lo scorso anno con Manuel Poggiali, questa volta ha girato al Mugello in sella alla Ducati Panigale 1199 guidata da Dario Marchetti, plurivittorioso in gare di endurance sui circuiti di tutto il mondo, nonché responsabile degli istruttori della Ducati Riding Experience.
I due hanno affrontato alcuni giri di pista del circuito del Mugello sfiorando i 270 km/h. Poi Annalisa ha intrattenuto gli ospiti di Bridgestone Italia, nella hospitality di Ideal Gomme, con un sentito mini-concerto, una sorta di gustoso assaggio delle serate che la vedono protagonista in questi giorni con il suo tour “Io rinasco”.
“Partendo dal presupposto che adoro le imprese speciali, mi piace l’idea che una persona con una difficoltà motoria abbia anche la voglia vivere su due ruote l’ebbrezza che queste possono regalare”, ha detto Annalisa. “Molti dei piloti Di.Di. hanno perso la loro indipendenza e autonomia proprio a causa di una moto, e credo sia fantastico sapere che la paura sia un modo per riscoprirsi nuovamente coraggiosi. Amo il coraggio, amo le persone che hanno l’istinto di affrontare la vita sapendo che è unica: e siccome la vita è un diritto di tutti, è bene che sia speciale ogni giorno”.
“Andare in moto è un’esperienza incredibile, che mi ha vista timorosa ma anche con il solito coraggio che mi contraddistingue. Ho avuto una fiducia cieca, fin dalla prima volta!”, ha aggiunto Annalisa con la sua immancabile ironia. “Ho pregato tutto il tempo… non riuscivo a percepire le curve, mi sembrava di essere catapultata in avanti. Ma è stata un’esperienza incredibile. Per questo ho deciso di tornare. E lo farò tutte le volte che serviranno, per poter scuotere le coscienze altrui e spingere la gente ad andare oltre il proprio limite”.
Presenti al Mugello anche Marco e Sandro Biviano, i due ragazzi affetti da distrofia muscolare che ormai da un oltre un anno protestano davanti ai palazzi delle istituzioni politiche per ottenere le cure con il metodo Stamina. La loro presenza ha commosso Alan, che ha voluto conoscere la loro storia. “Tomorrow I’ll race for you”, ha detto poi il pilota australiano. “Domani correrò per voi”. E’ seguito uno scambio di T-shirt fra loro: Alan correrà la prossima gara in Australia, di contorno al motomondiale di Phillip Island, con la maglietta identificativa dei due ragazzi, e la scritta: “Non ho più voglia di morire”.
“E’ stato un weekend indimenticabile”, ha detto Alan Kempster. “Devo ringraziare tutti i sostenitori che, attraverso i social, hanno risposto all’appello dei Di.Di. e con il loro contributo hanno permesso di pagarmi il biglietto aereo e di arrivare qui. Mi dispiace un po’ non essere salito sul podio, ma era la mia prima gara su una 600, perché finora ho sempre corso su una 400 cc. Il serbatoio è più stretto della mia moto, e ho dovuto faticare un po’ di più per mantenermi saldo in sella. E’ stata anche la mia prima volta al Mugello, e il sabato ho potuto provare poco perché ha piovuto… Ma non è questo che conta. Mi rifarò l’anno prossimo! L’importante per me è aver rappresentato l’Australia nella prima gara al mondo per piloti disabili e aver dimostrato che tutto è possibile”.