Finalmente la Scrambler Ducati si mostra a tutti: tre versioni, motore Desmo da 796 cc ma soprattutto la continuità della specie legata al passato. Un perfetto mix di raffinatezza e vintage per uno stile unico e che sorprende ed emoziona…
Non è certo l’ormai famoso container giallo a suscitare un nuovo, reale e quasi spasmodico interesse verso la nuova creatura made in Ducati. Si, Scrambler Ducati è uscito allo scoperto e, dopo essere stato mostrato ai “primi fruitori tecnici”, ovvero i dipendenti di Borgo Panigale, la nuova moto è pronta per colpire al cuore tutti gli appassionati.
Tre versioni della Icon, Urban Enduro, Classic e Full Throttle, tre desinenze, tre caratteri e modo di vivere il mondo Scrambler Ducati. Piace perchè è unica, piace perchè è diversa, piace perchè, alle sue spalle, c’è una tradizione storica, un’icona del nostro motociclismo senza però dimenticare i “canoni” tecnici più attuali come ad esempio i materiali raffinati, il forcellone in alluminio, materiale utilizzato anche per le cartelle laterali ed il bellissimo serbatoio a goccia senza dimenticare le luci e la strumentazione a LED.
Erano gli anni ’70, anni veri per le due ruote ed il design “post-heritage” della Scrambler, non solo un pezzo vintage, ma, come si dice in Ducati, una moto che non ha mai spesso di essere prodotta, quindi continuità, storia, essenza di anni ruggenti, quasi un dolce ricordo che non ha mai smesso di carezzare i suoi più accaniti sostenitori. Nel corso di più generazioni, sempre con la medesima passione…
Tre versioni, le carte si mescolano alla grande per una moto con tre anime…
La moto degli e per gli spiriti liberi, la Scrambler Ducati, tre versioni per tre diverse interpretazioni del suo stile. Urban Enduro, con la colorazione Wild Green, sempre pronta a cambiare strada, che sia asfalto o sterrato, Full Throttle, per gli amanti dell’accelerazione ma, soprattutto dello stile flat-track, ovvero la sfrenata ricerca del limite ed infine la Classic, l’icona che spazia negli anni ’70 per un confort ed un piacere di guida di una moto semplicemente…moto.
Design azzeccato post- heritage…
Il mito doveva rivivere nelle forme della Scrambler e così è stato! Contemporaneità grazie alla forcella a steli rovesciati, ai cerchi in lega, al mono posteriore e la pinza freno anteriori ad attacco radiale; gli anni ’70 tornano prepotentemente grazie al particolare serbatoio a goccia, carezzato da guance intercambiabili in acciaio spazzolato, per dar spazio alla personalizzazione. Sia la sella che il serbatoio poi, sono state disegnate per garantire una giusta proporzione dell’insieme, tanto chela Scrambler è alla fine una moto compatta, con la sella lunga, insomma fiducia fin dal primo approccio ed è questa la carta vincente del mito Ducati, la perfetta possibilità di condividerla emotivamente anche con il passeggero.
Il motore Desmo derivato alla Monster 796…
E’ il bicilindrico giusto perla Scrambler: 803 cc, alesaggio bigbore da 88 mm ed una corsa di 66 mm, quindi fluidità ad ogni regime ma, soprattutto, pastosità, piacere di guida, sensazioni. Deriva da bicilindrico ad “elle” della Monster 796 e vanta carter motori leggeri e parti in alluminio, come nel caso del coperchio frizione e quello dell’alternatore. Senza dimenticare anche l’alluminio usato per i carter copri cinghie, lavorati e rifiniti con macchina utensile.
Dentro al cuore della Scrambler scorrono gli stessi pistoni della Monster 796 e della Hypermotard 796 ma gli assi a camme ed i loro diagrammi sono specificatamente studiati per la Scrambler grazie soprattutto all’incrocio 11° che regala un’erogazione pulita e lineare oltre che naturalmente fluida ad ogni regime. All’alimentazione provvede un unico corpo farfalla da 50 mm con due iniettori “sottofarafalla“.
Il cambio ha sei rapporti e c’è la frizione APTC in bagno d’olio con comando a cavo che ricorda le moto del passato in sostituzione del comando idraulico. E c’ pure il sistema antisaltellamento in coppia. Insomma, alla fine, il bicilindrico Ducati della Scrambler eroga 75 Cv a 8250 giri con 68 Nm di coppia a 5750, dato molto interessante che da l’idea della sua ampia sfruttabilità e “pienezza” sia ai bassi che ai medi regimi.
Telaio a traliccio tubolare
Il telaio è quindi una struttura a traliccio tubolare a doppia trave superiore con 24° d’inclinazione cannotto ed avancorsa da 112 mm che si somma all’interasse di 1445 mm. Per le sospensioni è stata scelta la forcella Kayaba da 41 mm ed un mono posteriore regolabile con 150 mm di escursione per entrambi. E ci sono bellissimi e robusti cerchi in lega a 10 razze, perchè Scrambler ama ogni terreno e questo anche grazie alle nuove coperture tassellate da 18″ nelle misure da 110/80 e 180/55 e gommatura Pirelli MT60 RS.
Per l’impianto frenante si va nel moderno: ABS Bosch 9.1 MP a sensore di pressione interno, disco singolo anteriore da 330 mm da 5 mm di spessore, pinza a 4 pistoncini monoblocco Brembo M 4.32B ad attacco radiale mentre dietro c’è un elemento da 245 mm servita da pinza monopistoncino da 32 mm. La scelta del disco anteriore single non è casuale ma è stata studiata per lasciare libera la vista sul lato destro della Scrambler…
Un po’ di storia della Scrambler Ducati…
Lo Scrambler nacque su richiesta dei fratelli Berliner, importatori Ducati per gli Stati Uniti negli anni ’60, che volevano un modello che si adattasse ai gusti dei motociclisti americani. Fu Giorgio Monetti, famoso per il giro del mondo insieme a Leopoldo Tartarini e all’epoca Direttore Commerciale di Ducati a prendere i primi contatti. Sarebbe dovuta essere una moto estremamente funzionale ed a riprova di questo, a disegnarla, fu Renzo Neri, che pur essendo il Responsabile dell’Ufficio Tecnico dell’epoca, aveva una mano particolarmente “felice” e dunque disegnò anche il serbatoio, la sella ed i parafanghi. Il primo Scrambler entrò in produzione nel 1962 e subì continue modifiche fino al 1968, quando uscirono i veri Scrambler con i motori a “carter largo”, prima nella versione 250 e 350 e poi, nel 1969, nella 450.
La prima serie Scrambler comprese alcune moto con testate desmodromiche e fu oggetto di continui ritocchi tecnici fino all’ultimo, quando uscì di produzione nel 1975. Le ragioni del successo commerciale dello Scrambler sono molteplici: incarnava lo spirito anticonformista e ribelle di quegli anni, poi aveva un telaio eccezionale (fu usato persino per le corse in pista, cosa probabilmente mai successa prima nella storia del motociclismo).
Poi era equipaggiato con un motore tagliato su misura per la sua funzione. Le prestazioni globali e la posizione di guida perfettamente centrata ne fecero una delle moto più godibili del periodo. Inoltre, era estremamente elegante, con le sue linee arrotondate, classiche e moderne insieme, ed i colori vivaci a far contrasto con la ciclistica nera e il serbatoio cromato. Il primo modello di Scrambler è universalmente considerato come il punto di incontro tra le scuole di motociclismo americana ed europea. È una moto che ha caratterizzato un’epoca, tanto da diventare una delle pietre miliari di Ducati…
Quando e Quanto: Scrambler Ducati sarà disponibile presso i Ducati Store a partire da fine gennaio 2015. La prima delle quattro versioni disponibili sarà la Icon e verrà commercializzata a partire da 8.240 euro (prezzo franco concessionario).