Ford Mustang Mach 1 è una sportiva unica. Spinta dal V8 da 460 Cv si avvale di alcune modifiche su telaio e aerodinamica che la rendono una top performance
Mustang Mach 1 è tutta adrenalina e performance con la voce decisa di Ford Performance. Un gradiente di emozioni che scatenano un rapporto molto diretto tra pilota e vettura, complice l’esperienza racing a 360°.
Mach 1: sale il livello del gioco
Su tutte però, la cattivissima Ford Mustang Mach 1, si pone sul gradino più alto del podio delle performance. Un “mostriciattolo” che brilla del suo prorompente 5.0 cc V8 da 460 Cv dotato di trazione posteriore, scelta tecnica che rispetta a pieno il carattere e lo stile inconfondibile di questa vettura.
Questo significa una graffiante zampata di cavalli che arrivano pesantemente ogni volta che premi l’acceleratore, oppure quando è la pista a dare i riferimenti di accelerazione fuori dalle curve e, ancora, quando devi lavorare con lo sterzo contro l’esuberanza del V8 Ford. E questo per controllarne le reazioni.
Esuberanza da controllare, potenza da usare con cautela
I traversi sono la normalità di bordo: che sia la pista, che sia una statale guidata o dove ci siano tornanti da aggredire uno dopo l’altro. Tanto gusto questo è certo, il cui livello sale ulteriormente su questa Mach 1, creata per divertire e per garantire sensazioni di una Mustang realmente molto diversa.
I plus di questo allestimento numerato e solo per pochi – solo 57 esemplari – si avvale di alcune “regole tecniche” destinate quindi a garantire il divertimento assoluto.
Mach 1: tutto è solo divertimento purissimo
Tra queste, ed oltre il V8 da 460 Cv, il doppio cambio – il 10 rapporti automatico ed il TREMEC manuale a 10 rapporti – le sospensioni adattive MagneRide, i Mode di guida Track ed il Launch Control complice la nuova aerodinamica che ne aumenta la deportanza del 22%.
I dati parlano chiaro e vanno dritti al cuore: da 0 a 100 km/h in soli 4,4”, tempo sui 400 metri in 13 e 12,6” a secondo della trasmissione scelta, evidenziano che questa Mustang nasce per la pista e per lo sfruttamento del grande potenziale legato all’incisività delle sue performance.
Un propulsore unico e con una sua anima forte
Il bel V8 DOHC “quattrovalvole” da 5038 cc by Ford tutto in allumino, si fregia di un big bore/alesaggio da ben 93 mm per una corsa di 92,7 mm. Risultato? 460 Cv a 7250 giri con un valore di coppia esagerato da 529 Nm a 4900 giri.
La distribuzione è con fasatura variabile ed indipendente sia per l’aspirazione che per lo scarico con valvole da 37,7 mm (aspirazione) e 32 mm (scarico).
Filtro aria super senza airbox
Rispetto alle altre Mustang, quindi, notiamo un livello più elevato legato ai valori di coppia e potenza, merito delle modifiche sulla linea di abduzione d’aria, che prevede un enorme filtro aria esposto che respira ad “aria libera” quindi senza scatola filtro chiusa, annesso a corpi farfallati da 87 mm.
Aprendo il cofano motore lo si individua subito per la sua grandezza. Ma non è l’unico elemento che si nota. Infatti, scopriamo la lunga e larga barra duomi che attraversa i lati anteriori della vettura ed è questo un elemento importante di irrigidimento del telaio.
Inoltre, c’è la presenza di un nuovo e più capiente radiatore olio. Compreso l’adattatore del filtro olio, elementi che abbattono la temperatura del lubrificante quando la Mach 1 viene “stressata” in pista.
E poi la disponibilità del doppio cambio: manuale TREMEC o automatico, entrambi a 10 rapporti. Doppio disco, corsa corta per cambiate e scalate più “secche” e decise ma, soprattutto, più precise. Quello automatico è stato calibrato per il carattere della Mach 1.
Non manca il differenziale a slittamento limitato, che consente un corretto trasferimento della coppia sull’assale posteriore il quale beneficia di un secondo radiatore aria-olio che incrementa del 75% il raffreddamento.
E poi c’è “lui”, ovvero lo scarico Active Valve Performance, dotato di quattro terminali cromatissimi da 4,5 pollici e che regalano una voce inconfondibile.
Modifiche all’aerodinamica, maggiore stabilità e precisione di guida
Visto il risultato finale, Ford Performance ha pensato bene di donarle un nuovo vestito aerodinamico. È stato un lavoro accurato come vedremo e che ha dato ottimi risultati sul piano della maggiore stabilità alle elevate velocità, specie in inserimento e staccata.
Sono nuove le griglie frontali, quelle inferiori e le laterali in due pezzi. Non manca un nuovo splitter anteriore, il diverso design del sottoscocca, lo spoiler posteriore ed il relativo diffusore per un maggiore carico aerodinamico.
Il sottoscocca di maggior ampiezza, ha anche scopo di raffreddare – attraverso alette dedicate – l’impianto frenante mentre è stato montato un diverso servofreno in virtù delle modifiche all’impianto, tra cui le nuove pinze Brembo a sei pistoncini che consentono alla Mach 1 di fermarsi in meno di 32 metri ad una velocità di 100 km/h.
MagneRide, il nome del controllo secondo Ford
Con lo sterzo elettrico e relativo servo, arrivano le sospensioni MagneRide a controllo elettronico.
Oltre a molle più dure sull’anteriore, le barre antirollio sono state modificate per questa vettura così come alcuni componenti della Mack 1, finalizzati ad un assetto costante specie in accelerazione/frenata.
Questi plus ovviamente, arrivano dalle Shelby GT350 e GT500. E poi i cerchi da 19” posteriori ed anteriori, sono mezzo pollice più larghi e vengono equipaggiati con coperture Michelin Pilot Sport 4.
COME VA: Un tuono da pelle d’oca, ecco la voce della Mach 1
La guardi e pensi che vedi tanta roba. Ti siedi al volante e sei avvolto dalla storia, dal mito e dall’odore del pellame. Poi premi il tasto Start e l’abitacolo si agita, i passanti ti guardano e senti salire una vibrazione che dalla schiena arriva fino al cervello. È quel V8 lì davanti, sono quegli otto pistoni che scalpitano come purosangue, nemmeno fossimo in una puntata di Yellowstone…
Insomma, lo avrete capito, Mustang Mach 1 più che un’auto sportiva è un cavallo di razza purissima, che ama gli spazi senza confini per accompagnarti in un viaggio unico che ha il colore rosso fuoco dei 460 Cv. Un gioco irrazionale per controllare gli effetti di un posteriore che, fermo, non ci vuole proprio stare.
A bordo sei accolto da un abitacolo in stile yankee: pelle, sedili avvolgenti, strumentazione digitale ma dalla grafica in stile anni ’50, soprattutto nei Mode Sport e Track ma, soprattutto, un’atmosfera complice per elevare al massimo in gradiente delle sensazioni di guida. Tante e tutte uniche.
Per la prova della Mach 1 ho scelto il nostro tracciato di riferimento: l’ISAM di Anagni. Purtroppo, e per fortuna, la pista era molto umida quindi nessuna ricerca del tempo ma solo divertimento per il retrotreno della Mach 1 che non è mai stato allineato alle ruote anteriori…
Fin dai primi giri, senza forzare e spingere, noto subito la netta differenza di assetto: la vettura è più rigida, meno “ballerina” specie nei cambi di direzione, mentre l’intero corpo vettura mostra subito una maggiore impronta a terra ed una diversa altezza dal suolo.
Lo sterzo è stato adeguato alle caratteristiche più aggressive della Mach 1, quindi più reattivo e diretto e che sa ben adeguarsi ai Mode di guida Sport e Track, quelli dove scopri la vera natura di questa vettura. Tutta dinamica e vitalità. Ma, certamente, è il V8 che sorprende sempre.
La cura del nuovo filtro ad “aria libera” ha reso il suo sound ancora più convincente unito allo scarico che certo fa quello che può per contenere il carattere a dir poco esuberante di questo otto cilindri da 5300 cc.
L’erogazione è tonica ed incisiva fin da 1500 giri e la presenza motore è copiosa quanto la valanga di coppia, costante e lineare lungo l’intero arco di utilizzo di questo V8. La spinta è immediata, a volte brutale – specie nei Mode Track e Sport – ma non perde mai quella pastosità che è poi il mood dei V8 Ford.
Certo, il retrotreno non ha molta voglia di rimanere fermo: ogni accelerazione fuori dalle curve si trasforma in una perdita secca di aderenza e bisogna essere veloci ma mai eccessivi con lo sterzo per evitare di perdere la vettura. Sto dicendo che bisogna usarlo con cura e senza mai esagerare con i gradi ma, piuttosto, accompagnare la perdita di aderenza con l’uso graduale dell’acceleratore.
Il resto è godimento puro! La spinta è forte sui medi, brutale ed invadente agli alti regimi mentre in abitacolo arriva tutta la forza sonora di questa unità Ford. È un V8 che tira da bestia fino ad oltre 7500 giri e sorprende l’allungo che sembra non finire mai, anche grazie alla rapportatura lunghissima del cambio automatico a 10 rapporti.
Lo stacco tra un rapporto e l’altro è un po’ secco e si avverte in modo evidente, così come si sente che, nella fase di cambiata, proprio nel mezzo, ci sono tantissimi cavalli che arrivano senza rispetto alla trasmissione ed al ponte posteriore. Il differenziale a slittamento limitato funziona molto bene ma non può tutto…
Mach 1 tra le curve è pesante da spostare ma sorprendente agile nelle “esse” a fronte della sua stazza e questo è merito delle modifiche che hanno irrigidito la struttura del corpo vettura e che quindi abbate in parte le torsioni del telaio.
In staccata fa paura perché sembra che il retrotreno voglia superarti. La vettura, pestando forte i freni, si scompone sul posteriore ed inizia a serpeggiare ed è qui che bisogna sfruttare al massimo l’aderenza dell’anteriore, aiutandosi con l’elevata impronta a terra, ma senza esagerare con i trasferimenti di carico.
Tanto peso davanti significa posteriore leggero e da controllare ma, le modifiche sulla Mach 1, contengono questo fattore senza quindi gravare troppo sull’anteriore. L’impianto frenante Brembo è eccellente e progressivo ma, all’occorrenza aggressivo e concreto con spazi di arresto molto contenuti.
A tale proposito, ho riscontrato una perdita di sincerità dopo qualche staccata, ma basta far raffreddare per un giro l’impianto, per ritrovare tutta l’efficacia e la potenza frenante che serve a rallentare la mole di questa super Mustang.
(Foto LORENZO PALLONI)