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    Intervista a Carlo Fiorani, Honda SBK

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    Carlo Fiorani parla di Donington, di Rossi, della MotoGP e della SBK

    Dopo la bella ed “avventurosa” gara di Donington, ho contattato Carlo Fiorani, Honda Motor Europe Motorsport Activity Manager, per dirla tutta… Lo spunto iniziale era sapere un suo parere sul contrasto tra il suo pilota Jonathan Rea e la coppia BMW Melandri/Haslam e su quanto accaduto. Poi una parola tira l’altra e quindi fissare un incontro è stato realmente inevitabile, visto che Fiorani conosce benissimo sia il mondo estremo e tecnico della MotoGP, sia quello più umano e spettacolare della SBK, attualmente e di fatto una categoria le cui gare raccontano tanto e molto sulla formula…

    Parlando e provocando con Fiorani sono venute fuori molte cose: il Manager Honda è una persona equilibrata che ne ha viste e sentite tante ed ha lavorato al fianco di top rider di livello, uno tra tutti Valentino Rossi…

    Nelle sue risposte forse c’è il futuro delle due categorie: la prima in crisi di identità accertata, poche moto, budget elevatissimi e regole che cambiano troppo spesso. Nel secondo caso invece, una SBK in forma smagliante. Per il livello dello spettacolo garantito (lo abbiamo visto a Donington), per quello dei piloti, coraggiosi e tutti di altissimi livello e per la formula delle due gare, in cui ognuno dei piloti può ripetersi o migliorarsi.

    Insomma una SBK decisamente da cui imparare tanto oggi come oggi e forse una SBK che aspetta anche un top rider come Valentino Rossi, pilota di altissimo livello agonistico che oggi cerca un riscatto a prestazioni mediocri – suo malgrado –  in sella ad una Ducati “difficile”, anche se qualcosa è cambiato… Come dice lo stesso Fiorani, Valentino non ha dimenticato come si vince o come si va in moto e Valentino certo, ha ancora tanta (ora più che mai) voglia di dimostrare che può stare li dove gli compete, ovvero insieme e davanti ai suoi competitors di un tempo quali Lorenzo, Stoner, Pedrosa, ecc… Insomma tante cose sono state ragionate in questa lunga e serena intervista, lontana dall’adrenalina del box, dalla concitazione della gara, ma, una volta tanto, aperta e priva di filtri e, proprio per questo, piena di news importanti e notizie su cui riflettere per il futuro non solo delle due categorie, ma anche per quello “di alcuni piloti” a caccia di nuovi podi e soddisfazioni da primo posti oltre che di nuova gioventù agonistica… A buon intenditor…

    Iniziamo dalla gara di Donington… un tuo commento sulla collisione di Rea nei confronti di Melandri… Ci sta sono le gare oppure…?

    “Direi che queste sono le gare… Tra l’altro tutto è successo durante una gara bellissima, dove quattro piloti più uno, in tal caso Sykes che era leggermente staccato, hanno corso una gara stupenda… Questi quattro piloti sono riusciti a girare costantemente senza mai darsi fastidio uno con l’altro, girando su tempi delle prove ufficiali, senza quindi la bagarre della gara. Abbiamo assistito ad un incrocio di traiettorie durato tutta Gara2, dopo aver assistito alla già combattuta Gara1, anch’essa ricca di spettacolo. Ovvio quindi che quando hai in pista quattro piloti così che arrivano all’ultima curva prima del traguardo, può succedere di tutto… Nel caso specifico ritengo che Rea abbia solo fatto il suo lavoro da cacciatore di spazi. Ha visualizzato l’errore di Melandri, Haslam ha dovuto alzare la moto per consentire a Marco di sfilare, e solo a quel punto Rea si è infilato in quello spazio… Chiaro che dispiace, anche perche sono stati coinvolti due piloti BMW, Team che sta lavorando tantissimo per crescere, ma come hai detto nella tua domanda,, queste sono le gare”.

    Un tuo commento sull’escalation BMW…

    “Beh, direi che se lo merita tutta visto che stanno spendendo tanto in tema di investimenti di budget complessivi ma anche di lavoro umano. Ormai sono anni che BMW sta investendo tantissime risorse in SBK, quindi è anche giusto raccogliere dei risultati, specie, e lo dico con un punto di soddisfazione, ho notato che hanno iniziato ad andare forte da quando ci sono team e piloti italiani, a dimostrazione che questo connubio funziona davvero…E’ divertente vedere che c’è un continuo dualismo di amore odio tra Italia e Germania, come se abbiano sempre bisogno uno dell’altro infondo, un po’ come accadeva ai tempi di Ferrari e Shumacker. Quindi la rigidità tedesca, a volte eccessiva nelle corse,, questa organizzazione estrema, alla fine si concilia bene con l’estro e la fantasia dei tecnici e dei piloti italiani…”

    La SBK sembra sempre più competitiva, ricca di spettacolo e forse più intrigante della GP…

    “Sono due livelli diversi a mio modo di vedere le cose. La MotoGP ancora oggi rappresenta il top della tecnologia, il massimo che un’Azienda motociclistica può portare in gare anche grazie ai piloti più veloci del mondo. Dall’altra invece, c’è la SBK… Qui ci sono le moto supersportive più belle del mondo portare in gara dai piloti più coraggiosi del mondo… E’ un modo diverso di guidarle e questo deriva anche dalla moto stessa, nata non come prototipo come lo sono le MotoGP. Noi infatti utilizziamo telai di serie, anche se le moto sono dotate di sospensioni molto più sofisticate ma, di fatto, una SBK si muove molto di più ed offrono quindi più spettacolo anche nel portarle in gara. Sono due cose diverse ma entrambe rappresentano qualcosa di valido”.

    A proposito della MotoGP: ti manca quell’ambiente e se si, cosa ti manca di più?

    “Quello che mi manca di più è certamente l’atmosfera che avevamo creato in MotoGP quando gestivamo noi, come Honda Motor Europe, il team con Valentino Rossi. Ma questo l’ho poi ritrovato in SBK, dove ho cercato di ricostruire quell’ambiente sereno ma anche quel divertimento di base nel fare questo lavoro… E per questa è la cosa più importante per me, perché le moto sono e devono essere un piacere, una passione e quindi anche il posto di lavoro deve affiancare questo concetto di atmosfera serena, altrimenti è meglio cambiare professione”.

    Una cosa che avresti voluto dire e che mai hai detto o raccontato…

    “Ce ne sono tanti di episodi… Una volta sarà divertente raccontare quello che è successo, ma questa volta veramente, tra tutti i personaggi presenti nella saletta del circuito di Barcellona durante la famosa discussione tra Max Biaggi e Valentino Rossi…” Quindi Carlo? No posso dire nulla, è ancora troppo presto!”

    Cosa c’è dietro realmente nel tuo passaggio alla SBK?

    “Molto onestamente nulla di particolare. Ad un certo punto, dopo che Rossi andò via, e dopo aver fatto un tentativo con Biaggi quale pilota ufficiale nel Team Repsol, si sono decisi dei cambiamenti, che andavano rispettati, all’interno dell’Azienda Honda. C’è stata una divisione dei ruoli che ha visto lo spostamento dall’Italia all’Inghilterra della Honda Motor Europe ed una completa ristrutturazione interna dell’Azienda, dove tutta la MotoGP sarebbe stata gestita dalla Honda giappone, sia nella parte tecnica che in quella manageriale, mentre la Honda Motor Europe avrebbe gestito in toto la SBK, il motocross e l’enduro, sia a livello tecnico che manageriale. A quel punto avrei potuto scegliere per l’una o per l’altra situazione, ma, visto che mi sono sempre sentito parte dirigenziale coinvolta della Honda Motor Europe, ho preferito rimanere in quest’ultima Azienda, visto che diversamente sarei stato un dipendente HRC, proprio perché Honda ed HRC sono due aziende separate.”

    E di Rossi cosa può dirci, i suoi problemi in Ducati, la sua delusione, forse un pensierino alla Honda Vale l’ha fatto…

    “Sinceramente non lo so… Come spesso accade, giudicare da fuori è facile… E’ chiaro che moto e pilota sono in difficoltà a capirsi e credo che Valentino si stia chiedendo quale sia il punto. I suoi rapporti con il mondo della MotoGP sono buoni con tutti, quindi ritengo che se deve fare un pensierino, non credo abbia problemi a parlarne con Yamaha o Honda… Rossi, qualche giorno fa, ha “twittato” che desidera rimanere ancora in MotoGP ed è quindi chiaro che stia pensando al proprio futuro, per cui, essendo un pilota molto intelligente, credo saprà fare il passo giusto per tornare a combattere per tornare a combattere. Lo comprendo, così come sono convinto che Valentino non sia un rider finito ma solo un pilota in difficoltà che ancora può dire la sua lì davanti oltre che competere con gli altri quali Stoner, Lorenzo, ecc. Non ci si dimentica di andare in moto o di compiere l’atto sportivo da un giorno all’altro, questo è fuori dubbio!”.

    Ma, seriamente, un rientro del binomio Honda/Rossi è realmente fantascienza?

    “Mah, questo lo dovresti chiedere ai giapponesi HRC che gestiscono la MotoGP in toto … Da persona di Honda Motor Europe, a noi farebbe grande piacere vederlo ancora… magari in sella ad una SBK!”.

    A tuo avviso, dove pecca Ducati: nelle strategie tecniche, sulla scelta della configurazione motore o sul fatto che, forse, Preziosi e Rossi non si parlano poi molto…

    “Non ne ho realmente idea. Vivendo in un’Azienda racing in un team, e non lo dico per diplomazia, tutto quello che appare da fuori, magari è tutto il contrario di tutto. E’ complesso fare una valutazione oggettiva del caso… Ci sono mille concause o variabili che non sapremo mai… Le altre possono rimanere solo chiacchiere da bar”.

    Dalla tua esperienza in GP, cosa serve per rendere spettacolare di nuovo anche questa categoria?

    “I piloti sono fondamentali! E poi possono esserci due soluzioni: la prima è aumentare il numero dei piloti bravi, variabile spesso non controllabile, oppure abbassare il livello delle prestazioni delle moto, pareggiando così i conti e dando così la possibilità a più piloti di guidare ad un livello più alto. E’ ovvio che esiste una notevole differenza prestazionale anche tra le moto factory e quelle offerte ai team satelliti,  distanza che in SBK è decisamente più piccola, come dimostrato nel 2011 da Althea con Carlos Ceca o come abbiamo fatto noi in passato con la moto del Team Tenkate, una CBR1000RR di serie su cui è stato montato il kit HRC. In MotoGP invece, il divario tecnico è decisamente più ampio e quindi competono tra loro solo le moto ufficiali”.

    Un tuo commento sulla Moto3…

    “A me piace molto. E’ certamente un campionato che aiuta a crescere i giovani talenti e poi a me piace tanto il motore 4 tempi… Poi sono coinvolto direttamente visto che uno dei miei figli gestisce nel CIV un Team Moto 3, dove tra l’altro corre il fratellino di Valentino Rossi ed Andrea Zanella… La NSF250 è un bel giocattolino, una moto con tanta tecnologia da F.1, dotata di un motore molto piccolo e leggero con coppa olio rettangolare, doppio albero a camme in testa, ecc.”.

    Honda e la SBK: zampata forte a Donigton, come avete costruito questo risultato?

    “Posso dire che stiamo lavorando tantissimo e quest’anno sembra che siamo partiti con il piede giusto e poi anche un po’ di fortuna ci vuole, cosa che ci è mancata negli ultimi due anni. Abbiamo fatto passi enormi, mettendo sulla moto sospensioni ufficiali che l’anno scorso no c’erano ad esempio, così come abbiamo potuto montare, grazie ai nuovi regolamenti il ride-by-wire sulla moto, cosa che ha reso la moto anche più sicura e su cui stiamo lavorando moltissimo… Ad Assen ad esempio, la moto di Rea ha perso bruscamente il posteriore e, se non avessimo avuto questo nuovo sistema, Jonathan sarebbe incappato sicuramente in un highside. Tenkate lavoro molto anche sul motore con tutti i fornitori, ad esempio con Arrow e questo per ottenere un motore sempre più dolce e trattabile nell’erogazione. Poi stiamo lavorando anche con Cosworth per migliorare sempre più l’elettronica e le sue strategie. La moto  attualmente, direi che ha raggiunto oggi un buon livello globale per le sospensioni, la ciclistica e la sua messa a punto. E lo si vede anche dai risultati… E poi Rea credo sia maturato agonisticamente, pur rimanendo sempre un cavallino di razza che va tenuto a freno, ma oggi è più temprato. A Donington ad esempio è partito bene, ha saputo aspettare il momento giusto per attaccare quindi sta imparando a gestirsi”.

    E con un team Honda satellite gestito da Fiorani con Rossi?

    “Sarebbe divertente… Faremmo un gran casino con i soldi, visto che entrambi non siamo molto bravi ad amministrarli…”.

    SBK: la prossima evoluzione della SBK quale sarà?

    “A mio avviso sarà strettamente agli andamenti del mercato. Oggi quello delle Supersportive è un mercato che soffre e quindi si restringono i mercati stessi di vendita e  le moto diventano sempre più oggetti di desiderio e nicchia. Quindi in futuro vedremo sempre più mezzi molti più specialistici ed il numero delle vendite si ridurrà. A breve le Case proporranno delle moto sulla scia della Panigale ad esempio, anche in virtù del fatto che la Supersport di grande diffusione ha sempre meno ragione di esistere. Quindi la filosofia verrà suggerita dal mercato stesso…Dal punto di vista degli organizzatori della SBK, la formula funziona eccome, ci sono delle proposte una tra tutte l’idea di inserire sulle moto delle piccole modifiche estetiche, come nel caso degli sticker adesivi raffiguranti il proiettore anteriore e l’introduzione di una due gare Endurance, con cambio pilota e pneumatici, una formula interessante direi per aumentare lo spettacolo”.

    CRT: scelta vincente o perdente?

    “Scelta voluta, la direzione potrebbe essere questa… La Dorna è chiaro, sta percorrendo la strada di aumentare il numero delle moto in pista, diminuendo il gap tra le moto in gara e forse le CRT saranno proprio le MotoGP del futuro…Dal punto di vista dei costi sarebbe interessante proporre magari dei motori proporzionali da 250, 500, 750, 1000 cc in modo da poter utilizzare componenti in modo più modulare. Le regole però devono rimanere stabili per periodi lunghi… ”.

    Quali stimoli ti danno le corse?

    “Molta adrenalina e tanti rapporti umani. Si lavora sempre al limite in tutto in questo ambiente, quindi tutto è estremo nel bene e nel male. Per una persona che segue le corse onestamente, è complesso poi rientrare nella normalità del quotidiano lunedi, proprio perché tante emozioni forti sono difficili da scaricare e smaltire. Il segreto credo sia trovare un equilibrio in tutto questo”.

    Nel tuo lavoro conta di più…

    “I rapporti umani per fare squadra, l’onestà con tutti, team, tecnici, Azienda e l’organizzazione…”.

    Honda è terza in campionato… Come potrebbe finire a fine stagione?

    “Spero bene… Il bello di quest’anno è che tutto è aperto, siamo tutti in lista per buoni risultati. Ora sarà interessante notare cosa accadrà a Miller, pista difficile e per noi ostica perché il circuito è molto rovinato ed è proprio qui che sarà interessante vedere come si comporterà la moto con il ride-by-wire…Siamo tutti curiosissimi di vedere questo e siamo certi che, se saremo competitivi qui, lo saremo ovunque da li in poi…”

    Ma un pensierino su Honda/ Sykes?…

    Tom è un pilota coriaceo e velocissimo, genuino e credo farrebbe squadra con Rea…ma ha un contratto con la Kawasaki! E nella scelta tra Sykes e Rossi? “Beh l’esperienza conta in questi casi, meglio Valentino…”.

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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