Intervista informale a Claudio Gregori, Presidente del MC Gentlemen’s: tante belle storie, una passione vitale per un personaggio che sa guardare avanti e riesce ad essere obiettivo anche per valutare il futuro delle competizioni motociclistiche. 50 anni di storia per il MC più attivo d’Italia…
Pochi moto club possono vantare una tradizione carismatica e longeva come quella che porta addosso il Gentlemen’s Motor Club: una storia che ormai ha raggiunto il mezzo secolo di attività, storia nella storia, ma anche competenza, esperienza, motivazioni, tutti punti focali delle persone che compongono il nucleo operativo del MC più attivo d’Italia… Si, perché, loro, le gare le sanno organizzare molto bene, complice una passione che spesso va oltre il semplice fatto di essere degli “addetti ai lavori” che dedicano il loro tempo e le loro preziose attenzioni ai piloti, che spesso non riescono nemmeno a percepire che razza di lavoro di team ci sia dietro l’organizzazione di una semplice gara…
Una vita di…corsa!
Claudio Gregori è l’attivo e carismatico Presidente del Gentlemen’s Motor Club, persona schietta e con pochi peli sulla lingua che si distingue – oltre che per questa caratteristica – per la sua eclettica ”eleganza” nel gestire le gare, le situazioni ed a volte anche momenti critici, che fanno parte del mestiere di pilota ma anche di supporto degli addetti ai lavori. Claudio è una persona che ha fatto della propria passione uno stile di vita è vero, ed in tanti anni di attività può vantare un primato credo unico nel panorama nazionale: quello di essere sempre presente, attivo, motivato ed appassionato, duro a volte con le regole, che servono a creare manifestazioni all’altezza della sicurezza e del “sano svolgimento” delle stesse.
Un’espressione di passione, non solo per Vallelunga…
Non a caso, tutto lo staff del MC Gentlemen’s è stato scelto per “gestire” alcune porzioni tecniche del Mondiale SBK, come la prova di Mosca 2013, perché questo è un gruppo di lavoro vero ed affiatato oltre che particolarmente professionale…
Quindi un’intervista “aperta” a Claudio Gregori, ci stava tutta, perché il Presidente del MC romano (ma ormai può essere considerato un gruppo internazionalizzato) ha raccontato se stesso, le gare e come sta cambiando la figura del pilota oggi. Severo anche nei giudizi (specie sulla situazione sulla migrazione dei giovani talenti), perché la realtà attuale è nera ed è difficile quanto “doloroso” annullare le gare quando non ci sono iscritti sufficienti per mettere in moto la macchina della manifestazione. Ma Gregori è sempre un viso che si riconosce nel paddock, un supporto indispensabile per le gare e per l’atmosfera delle gare. Un viso che i piloti riconoscono sempre attento e attivo nel gestire le tante “rogne tecniche” che si sviluppano durante le manifestazioni; un’espressione che tutti conoscono bene, tra un fare discreto ma competente, rigido ma anche capace di ascoltare, attento ma anche disposto a vedere le cose da più punti di vista. D’altra parte, tutto questo, fa parte del suo stile…
Tanti anni di attività del vs MC: come è cambiato il motociclista negli anni?
“Sostanzialmente niente, la base è formata da due tipologie di piloti, il giovane che prova delle piccolo cilindrate finalizzando il tutto ad un futuro professionismo, e quello più grande che, a fronte di una maggiore disponibilità economica mista alla passione, riempie le griglie nelle classi superiori. Negli ultimi anni c’è stato, in ambedue i soggetti, un notevole calo, molto più nella prima, visto che paga la famiglia all’inizio, mentre per gli altri c’è stata una scelta più oggettiva, con trofei mirati. Molti pero’, hanno l’impronta dei motoraduni, con classifiche per gli under, over, donne, etc”.
Parlaci della tua esperienza nell’organizzare gare. Magari di una scommesse personale poi vinta…
“Il bello dell’organizzatore di gare è che con poche persone riesci a fare cio’ che i professionisti farebbero con il quadruplo. Il tutto è mirato alle aspettative che il futuro prospetta. Per la crescita del MC è stata essenziale la collaborazione con Vallelunga e con la Flammini. Per Vallelunga da sempre gestiamo il mondo motociclistico e con la Flammini si è cercato negli anni di proiettarsi verso la SBK. Lavorare con 80/110 commissari per una gara nazionale, è molto diverso dalla gestione dei 270/300 commissari per le gare internazionali. La cifra cambia per esigenze televisive, devi prevenire le interruzioni, così moltiplichi il normale fabbisogno sia per i commissari, le ambulanze, carri soccorso, antincendio oltre che per tutti i servizi occorrenti. Per organizzare la prova della SBK, dopo aver girato quasi tutti i circuiti Europei, per capire, ed aver gestito il primo anno una prova del mondiale sidecar e per i tre successivi il mondiale Endurance, ci siamo sentiti pronti per l’avventura della gara più importante che ci potesse capitare.
Però in questa visione, ci siamo creati un bel gruppo di lavoro: commissari di percorso, segretari e direttori di gara internazionali. Molti usciti da quell’esperienza sono riusciti a farne un lavoro, riciclati come commissari, giornalisti, direttori di gara, tecnici, preparatori, etc. con frequentazioni costanti su altri autodromi non solo Italiani. Per la “scommessa”, considerando di essere di Roma non propriamente terra di motori oltre che essersi fatti tutto in casa dall’A alla Z ed essere premiati per i due anni come migliore organizzazione della SBK, è stata a mio avviso la miglior scommessa vinta”.
Dopo tanti anni, cosa di piace del tuo lavoro?
“Cercare un miglioramento costante nei servizi e nelle relazioni, sopratutto in questo periodo storico, e sopratutto lavorare con i giovani, altre idee, motivi, emozioni”.
Organizzare delle gare costa molto oggi: come si manifestata la crisi nel vs settore da MC?
“Organizzare una gara dall’A alla Z , almeno per Vallelunga , per i tre giorni classici, costa tra 125/130 mila euro, imprevisti esclusi, oggi si cerca di limare le spese eliminando dove è possibile, cercando di fare le gare su due giorni o solo su uno. A volte per molti fare un passo indietro è difficile. Per il MC, che vive esclusivamente sul volontariato, è facile, per i servizi accessori è molto più difficile, poichè si riducono ciò che avevano conquistato. A conti fatti per una gara in pareggio, attualmente, ci vorrebbero, sempre per Vallelunga sui 250 piloti, obiettivo molto raro al giorno d’oggi!”.
Tanti trofei in tanti anni: a quale sei più affezionato e perché?
“Ma a tutti i Trofei sono legato per vari motivi: il centauro perchè rappresenta la storia del MC, che nasce da un’idea del nostro fondatore Ennio Giacobetti, dalla nascita nel 1973 con i vincitori Piccirilli nella 500 e Sabbatini nella 750 fino ad oggi. Buona parte dei piloti italiani hanno partecipato a questo trofeo. Tofeo Supertwins dal 1991 è la nostra anima, sulla spinta di Paolo Marini, solo passione e tanta amicizia. Trofeo scooter iniziato come scommessa, nel 1993 con la collaborazione di Fausto Mattei ci ha portato a numeri eccezionali, a volte si correvano 4 batterie, più semifinali ed infine le finali Trofeo Roadster dal 2001 con Claudio Porrozzi, con cui abbiamo provato a ripeterlo, ma con bassi e alti. Da noi si corre quasi esclusivamente per vincere e non solo per il solo gusto di correre.
Trofeo Suzuki 250 cc nel 1990 da una felice idea con i fratelli Cappelletti, iniziando con un trofeo romano per poi diventare nazionale, e poi il Trofeo Supermotard del 1991 sulla spinta di Alberto Carpinelli, con poco successo, forse troppo in anticipo sui tempi. Senza dimenticare il Trofeo Moto d’Epoca preso ben presto sotto l’egida della FMI. A questi trofei inoltre bisogna aggiungere gli altri nati con Claudio Pacifici che avevano base a Vallelunga”.
Cosa ti ha portata e come sei arrivato al tuo MC?
“La passione per i motori, molti del MC iniziano come commissari di percorso per poi passare in segreteria o in direzione, ed è quello che è accaduto a me”.
Gentleman significa una struttura in grado di organizzare anche gare internazionali: parlaci di questo aspetto
“Forse per certi versi è più facile organizzare all’estero che non in Italia. Meno pressione, più curiosità, più collaborazione. Tutti sono ben disposti, comprese le varie autorità ed il lavoro da “maestrini “ diviene più semplice. Noi abbiamo avuto la fortuna di poter “visionare” delle gare SBK al di fuori di Vallelunga, in Italia sei considerate un intruso, solo dopo viene riconosciuto per quello che sei, all’estero sei considerate il professionista che sa quello che per ora loro non sanno”.
Cosa hai notato nei motociclisti cambiare nel tempo?
“Con l’era “Valentino” ci siamo ritrovati una selva di papa’ e mamme che erano attenti a tutto quello che girava attorno al loro rampollo, con un aumento di discussioni, di costi, di gente qualunque, prima si correva per il piacere, per il sentirsi pilota per un giorno, lo zoccolo duro erano meccanici o pseudo tali che perdevano nottate solo per il piacere di modificare. Oggi con l’elettronica, gomme super, motori spaziali, telai speciali, manager di dubbia fama è in parte più facile, basta avere un bel portafoglio e tutto si appiana”.
Come è cambiato il rider oggi, quello che viene in pista a correre?
“Oggi molti Trofei sembrano raduni, premiazioni per tutti, per categorie sempre più improbabili, non c’è confronto, basta avere la coppa della tua categoria, ma la velocità, per me, è confronto fra piloti, ma gli stessi su altri Trofei come si comporterebbero?”.
Parlaci dei progetti del tuo MC… Presente e futuro
“Il presente è grigio, per il futuro, mah? Continua la collaborazione con la Promo Racing di Firenze per continuare il Trofeo Master, per il resto la nostra FMI è latitante con l’azzeramento dei veri organizzatori, ad eccezione oltre ai precedenti del MC Varano, la FMI si è fatta carico di gestire i vari trofei in modo da essere lei stessa l’Organizzatore in concorrenza con i suoi stessi figli, i MC appunto…”.
Sei stato ad EICMA? Un tuo commento generale sullo stato delle cose
“All’EICMA siamo stati presenti, e devo dire che tutte le Case hanno messo in vetrina qualcosa,il pubblico è stato presente, per il resto gli sponsor sono quasi del tutto spariti, e di trovarne dei nuovi è arduo, molte iniziative, anche interessanti, muoiono sul nascere senza aiuti concreti”.
I piloti si lamentano della ns FMI al contrario dei piloti spagnoli del CEV…un tuo commento da addetto…
“La situazione a livello internazionale per noi Italiani è tragica, contiamo molto, molto poco, inoltre abbiamo perso il promoter della SBK, per cui tutto ora è in mano agli spagnoli: MotoGP, SBK, Europeo, il nuovo campionato pseudo-europeo. Basta vedere quante gare internazionali si corrono sui nostri circuiti e quante su quelli spagnoli. Pur essendo una nazione di costruttori di moto, ci affidiamo a realtà diverse e non mi pare con grandi risultati. I manager fanno il loro lavoro, ma in questo sport conta ancora la passione e forse vedere le cose da questo punto di vista non fa parte del nuovo modo di guardare ed è chiaro che molti preferiscono il CEV come vetrina professionale futura, anche perchè molti nostri campioni affrontando altri campionati, non mi pare che abbiano brillato negli ultimi anni”.
Però è vero che la ns FMI aiuta poco i giovanissimi talenti, tanto che lo “obbliga” a correre all’estero…
“In parte è vero, tramite il “Team Italia” molti si sono inseriti in ambito internazionale. Per i nuovi giovani vi sono buone classi di inserimento, ma non sono classi di accesso a buon livello, una classe in cui i genitori possano provare a dare una mano al figlio senza svenarsi. Andare al CEV, con un costo minore è una strada”.
Cosa si può fare per cambiare lo stato delle cose?
“Rifondare tutto il settore, dalle classi d’accesso per i giovani, fino alle classi superiori, con lo scopo di formare piloti da inserire in un futuro professionismo a quelli che si divertono ad essere piloti solo per un giorno, con trofei mirati e con costi diversi”.
Tante persone sono passate davanti a te in questi anni… un pilota a cui sei affezionato e perche’…
“Mah, con una media di 350 l’anno, molti sono quelli che hanno lascito un buon ricordo: tra i piloti Innamorati, Perugini, Giuliano, Badovini, Fabrizio, Iannuzzo, Dionisi, e tanti altri che non sono arrivati ai vertici della notorietà, ma uno a cui sono affezionato è un pilota non Romano, ma Genovese, e sportivamente è nato praticamente con noi: Nicolo’ Canepa. Il primo che ci ha portato un titolo internazionale, ma sopratutto da giovane veniva a tutte le gare con il padre e un suo pseudo manager Gerbaudo, pilota o quasi, ma personaggio molto interessante”.
Come si esce dalla crisi, motociclisticamente parlando?
“Cercando di coinvolgere le case motociclistiche con Trofei più mirati nelle due direzioni precedenti, salvaguardando lo sport e la passione”.
Turni in pista troppo cari… sfatiamo questa cosa o i piloti hanno parte di ragione?
“Ora con questa crisi , i turni sono cari, ma è lo stesso prezzo di quello prima della crisi, anzi molti hanno diminuito accorpando orari o facendo delle offerte. Prima per provare dovevi prenotare e non sempre avevi la certezza delle prove, ora molte volte vengono annullati per carenza di iscritti. Altra ragione dei costi sono i servizi, avere a disposizione commissari in numero sufficiente, ambulanze, sala regia con regolare Direttore licenziato, protezioni adeguate, etc. Tutti quelli che vorrebbero spendere meno. sono coscienti se tutti i servizi sono all’altezza per operare in pista? Io credo di no, molti, per risparmiare, si rivolgono a strutture non omologate o con servizi non sempre all’altezza”.
Gare più snelle ed accessibili, costi più bassi, servizi migliori per i piloti: fantascienza o possibilità fattiva?
“Gare più snelle, sempre per quelle categorie che ho descritto, ma si evidenziano due problemi: per i futuri professionisti non piace avere prove la domenica e successiva gara, per eventuali problemi di motore o di incidenti, cosa che per il pilota della domenica la cosa è più appetibile, solo prove al sabato e gare la domenica o tutto la domenica, così da non dover partire il giovedì con costi inferiori per tutto quello che concerne, ferie ,costi di trasferta, alberghi, ristoranti, costo dei meccanici etc. E per l’organizzatore giorni in meno della struttura e dei servizi occorrenti”.
2014 tanti trofei Monomarca: cosa ne pensi e quale ritieni sia il più formativo dal tuo punto di vista?
“Nel 2014 Trofei ufficiali monomarca non ve ne sono; uscita di scena ufficialmente la Honda altri, puntano su varie motivazioni, ma chi porterà nuova linfa al CIV. Sempre rifacendoci a quello sopra detto, tutti i Trofei hanno qualcosa di buono ma la lotta e l’apprendere da uno più bravo, e questo è qualcosa di diverso”.
Un tuo sogno nel cassetto da Presidente e’….
“I miei sogni sono stati da tempo realizzati, avere una struttura indipendente, senza scopi di lucro, non politica, basata sul rispetto di tutti, poter avere a disposizione uno staff completo di persone che vanno dalla piccola manovalanza ai vertici, è stato un lavoro che mi ha gratificato e collaborare oltre che con Vallelunga anche con Imola, Misano e negli ultimi anni anche con la prova russa del mondiale SBK, ma, cambiato il Promotore, forse non saremo più graditi”.