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    INTERVISTA: GUALDI ED IL TROFEO EXTREME FMI

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    Franco Gualdi, Coordinatore Nazionale Enduro FMI, ci parla del nuovo Trofeo Metzeler Extreme FMI, avventura che si inoltra nel magico mondo dell’enduro estremo…

    Da anni ormai l’Enduro “cerca” qualcosa di originale. Lo fa attraverso le gare ed i suoi tracciati, lo fa attraverso l’Italiano Enduro, cercando sempre qualcosa di nuovo e stimolante per i piloti. Per questo, la tappa estrema dell’Hell’s Gate 2018, sarà lo “start” del nuovo Trofeo Metzeler Extreme FMI, occasione importante per dar vita e vitalità ad una disciplina spettacolare e “facile” per il pubblico che accorre sempre in massa, quando il termine spettacolarizzazione entra nel vivo della disciplina.

    Certo a mio avviso questo Trofeo arriva un pelino tardi, quando all’estero ci sono già un sacco di gare a calendario, gare toste, gare ben confezionate e che attirano piloti che amano il gusto dell’estremo… Dall’altra parte però, oltre al lato organizzativo di fatto migliorato, c’è un altro aspetto che incide sul “nostro” enduro: è la mancanza forse di grinta e determinazione da parte dei giovanissimi, piloti che hanno difficoltà a crescere per cause diverse. Prima tra tutte poca voglia di faticare per arrivare in alto e farsi strada a suon di vera manetta.

    C’è forse poca vera passione tra i più giovani…

    Noto con dispiacere che alcuni ragazzi si sentono già “arrivati” e professionisti, mentre ancora devono fare ancora molta strada sul dato dell’umiltà formativa di un pilota vero. Basta prendere esempio dai big, di cui, Graham Jarvis, rappresenta probabilmente il pilota più schietto e capace, soprattutto nelle sue dosi di “generosità” ed approccio umile verso pubblico e gare, che poi regolarmente vince… Un ottimo esempio da seguire per i più giovani, soprattutto quando il pilota Husqvarna è alla sua tenda…

    L’Enduro si trasforma con i tempi…

    Tornando al nuovo Trofeo Extreme Metzeler FMI, ne abbiamo parlato in questa intervista con Franco Gualdi/Coordinatore Nazionale Enduro FMI che ci ha spiegato, passo dopo passo, cosa sta accadendo nel mondo dell’enduro e come, probabilmente, si trasformerà nei prossimi anni. Saranno tutte gare indipendenti tra loro, ci ha spiegato Gualdi ma, forse, un problema di fondo sta proprio in questa idea.

    Ritengo che, le gare di estremo, debbano avere un comune denominatore per esser tali e quindi una loro “logica di percorso”; il mio timore è che, con una gestione così “ampia” sui tracciati, possano esserci delle differenze nella qualità dei percorsi. I rider di enduro estremo hanno un’idea di estremo nelle loro teste e quindi, quest’idea legata alle difficoltà hard, va rispettata. E questo per dare una certa continuità alle gare stesse, almeno dal punto di vista dell’estremo 100%

    Gualdi aggiunge che si sta partendo da zero per tutto e questo va considerato. Credo infine che vada data fiducia a questa iniziativa legata all’avventura FMI nel mondo dell’enduro estremo, anche perché tutto il meccanismo andrà rodato e messo a punto strada facendo. L’importante è che, tra Hell’s Gate e le altre gare del Trofeo, non ci sia un “abisso” di carattere oltre che di personalità enduristica. Staremo a vedere.

    La tappa dell’Hell’s Gate sarà di fatto il battesimo del nuovo Trofeo Metzeler Extreme FMI…

    “Si certo, sarà il battesimo del Trofeo, ma è sicuramente la gara più famosa e dovrà prendere per mano le altre gare e portarle sulla giusta via sull’estremo vero”.

    Non crede che, in Italia, anche in base a quanto fatto in questa disciplina all’estero rischiamo di arrivare un po’ tardi?

    “Può darsi, ma mai nessuno mi ha chiesto di iniziare seriamente con questa nuova disciplina, che poi non è una nuova disciplina ma trattasi di enduro estremo magari come era un normale enduro parecchi anni fa, ed ecco che ho pensato di iniziare con l’unire in un Trofeo le gare più estreme esistenti in Italia”.

    L’enduro è in crisi e questo è un fatto: normative a parte, cosa manca oggi ai giovanissimi per avvicinarsi all’Enduro nel modo corretto?

    “L’enduro in crisi e chi lo dice? I numeri dicono il contrario, mai come per il 2018 abbiamo avuto tante richieste di manifestazioni e sono nati 3 nuovi trofei, che per la verità ci hanno mandato in crisi per la stesura dei calendari, parlo dei calendari nazionali e regionali che si sono trovati con un numero elevato di manifestazioni e purtroppo ci saranno delle concomitanze. Ai giovani non manca nulla per avvicinarsi all’enduro, anzi si, buona volontà, sacrificio, l’impegnarsi seriamente e… tanta manetta”,

    Parliamo della formula di gara del Trofeo…

    “L’ho voluta lasciare completamente libera, con nessun paletto, tutto questo per non complicare l’organizzazione delle gare che già avevano una loro formula, gli organizzatori devono solo produrre una classifica assoluta almeno per i primi 30 piloti classificati, questo per il primo anno poi si vedrà”.

    La gestione delle gare/tracciato sarà lasciata ai MC, non crede che, trattandosi di un Trofeo Extreme, la parte del tracciato vada “calibrata” sulla disciplina anche per dare una continuità alla gara?

    “Sicuramente nella seconda fase di questo trofeo, per seconda fase intendo i prossimi anni, rimarranno/entreranno le gare con caratteristiche veramente estreme”.

    Fabio Fasola anni fa ha avuto per primo l’idea dell’Extreme ed Hell’s Gate ne è la prova: saranno gare tutte così dure?

    “Fasola ha visto giusto ed ha dato vita ad una manifestazione conosciuta in tutto il mondo…. Ma non credete che sia stato semplice…bravo! Come detto sopra non ci poniamo questa domanda, l’importante era partire, strada facendo di certo matureremo”.

    L’enduro classico non è facile da seguire per il pubblico: il Trofeo Extreme sarà pensato anche in quest’ottica?

    “L’enduro tradizionale è difficile da seguire anche se, in occasione di alcune gare e specie in alcune zone d’Italia, il pubblico arriva e lo apprezza molto, si immedesima nei piloti, Poi, il giorno dopo compra le moto o rimette in moto la vecchia motocicletta ferma da anni. Ed è qui si fanno i numeri sulle vendite con i praticanti amatori. Il trofeo estremo sposta il tiro sullo spettacolo ed è scontato che il pubblico, specialmente quello meno endurista, lo apprezzi. Vedere mega cadute, moto tirate con le corde, capitomboli esagerati e ovviamente dei bravissimi piloti, per cui si, deve essere spettacolare”.

    Ci saranno tanti riders stranieri, attualmente quelli più preparati all’estremo: non crede che quelli italiani possano esser messi un pelino in disparte?

    “Iniziamo a capire se arriveranno dei piloti stranieri e quanti, poi capiremo se i piloti italiani saranno messi in disparte, ma credo di no… Se questo avvenisse, ci si rimboccherà le maniche ed a breve i nostri piloti diventeranno protagonisti anche nell’estremo”.

    Cosa sta facendo la Federazione per la crescita dei giovanissimi in questa specialità?

    “Partiamo col Trofeo, poi vedremo…”

    Personalmente chi gestirà il Trofeo? E come sul campo?

    “In questa fase non vi è nessuna gestione del Trofeo, le gare sono del tutto indipendenti, certo sul campo ci sarà un rappresentante del Comitato Enduro ma con nessun ruolo specifico se non quello di “dare una mano” agli organizzatori e guardare tantissimo per potersi migliorare sin dal prossimo anno. Importantissima la presenza sul campo da parte di Metzeler, che realizzerà filmati che distribuirà anche sui suoi canali social andando oltre i normali canali che seguono l’enduro. E questo è un grandissimo valore aggiunto.”.

    Cosa pensa dell’enduro oggi dal suo punto di vista?

    “Come parzialmente detto nelle precedenti domande io non lo vedo, come parecchi dicono, in una crisi profonda, certo i tempi d’oro sono passati, ma questo vale per il lavoro, per la vita stessa, i numeri dei licenziati enduro tengono, le gare ci sono anche se con sempre maggior fatica per organizzarle, ma ci sono e sono tante. Anche gli amatori sono tantissimi e, per amatori, intendono gli enduristi che non fanno attività agonistica ed è qui che noi dobbiamo porre la massima attenzione, magari con diverse regole ma le gare si faranno sempre. Dobbiamo riuscire a tutelare questi amatori permettendo loro di svolgere il loro sport preferito, ovviamente nel pieno rispetto delle regole, civili e soprattutto ambientali, ma queste regole non devono assolutamente prevedere il divieto di circolazione nelle mulattiere e sentieri”.

    Maxim ha fatto un probabile buon lavoro ma spesso i piloti si sono lamentati delle gare…

    “Maxim credo che faccia un ottimo lavoro. I piloti che si lamentano sono quasi sempre i secondi classificati e, quando vincono, elogiano sempre tutti. Oggi si preferisce vincere facile, senza fatica, partendo in una bella città, con delle belle mulattiere, con dei bellissimi fettucciati ovviamente con paddock asfaltato, tanto pubblico, belle donne. Quindi dove vogliamo partire? In una bella città con comodità ma senza un percorso minimo? In cima ad una montagna con percorso e prove speciali bellissime? Credo che si sia sempre cercato un compromesso, non sempre si soddisfano le esigenze di tutti.  Ritengo che questo sia impossibile, chiudo dicendo a chi si lamenta di guardare alla prossima gara dal punto di vista di un organizzatore, valutando attentamente tutto il lavoro che viene fatto sia dagli organizzatori che dal promotore”.

    Quali caratteristiche deve avere un rider di enduro estremo?

    “Mi coglie impreparato, anzi no, deve avere una grande voglia!”

    A suo avviso meglio ostacoli tosti naturali o artificiali a vantaggio del pubblico?

    “Assolutamente naturali, certo se abbiamo a disposizione un piccolo stadio dove il pubblico può seguire la manifestazione comodamente seduto, questo va benissimo anche gli ostacoli naturali vanno bene, ma senza arrivare al trial”.

    Cosa si aspetta da questo neonato Trofeo?

    “Sinceramente che non sia solo euforia del momento ma che cresca gara per gara”

    Chi sono i suoi collaboratori?  

    “Comitato Nazionale Enduro, il Settore Tecnico, tutta la FMI, io collaboro con tutti ed è difficile far nomi, si dimentica sempre qualche nome, sicuramente da solo sarebbe impossibile, anzi colgo l’occasione di ringraziare chi mi da un grosso aiuto e spesso lavora dietro le quinte”.

    Ci parli un po’ del Regolamento Tecnico…

    “Come detto in questa fase, chiamiamola fase zero, non esiste un regolamento specifico ma si rimanda ai singoli RP, rispettando le esigenze organizzative, anche se diverse tra loro”

    Crede che molti piloti minori e non lasceranno l’Italiano enduro per correre nel Trofeo?

    “E perché dovrebbero? Sicuramente ci saranno alcuni specialisti che sceglieranno dove stare, ma credo che possano partecipare sia nel Trofeo quanto nei campionati, anche perché sono convinto che servano entrambi per crescere. I piloti necessitano di velocità che trovano normalmente nell’enduro ma occasionalmente anche nell’estremo, e viceversa necessitano di saper superare ostacoli difficili che sono la normalità nell’estremo ma che ogni tanto capitano anche nell’enduro tradizionale. E allora viva l’enduro, tradizionale o estremo che sia”.

    LE 5 TAPPE DEL TROFEO

    Round 1, 10 febbraio
    Hell’s Gate – Il Ciocco (LU) – Moto Club Valdibure Pistoiese

    Round 2, 21 luglio
    The Wall – Pietramurata (TN) – Moto Club Del Garda Ezio De Tisi

    Round 3, 16 settembre
    Black Hole – Abetone (PT) – Moto Club Valdibure Pistoiese

    Round 4, 2-3 novembre
    Rosas Hard Race – Narcao (CI) – Moto Club Sbarbytour Sardegna

    Round 5, 18 novembre
    Joker Extreme – Polcanto (FI) – Moto Club Pegaso

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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