Luca Bracali: viaggiatore, esploratore, fotografo, scrittore, motociclista allo stato puro. Luca si racconta, parla dei suoi viaggi, delle sue esperienze a spasso nel mondo…
Scoprire l’essenza del mondo, l’ampiezza delle emozioni, scoprire il viaggio, non tanto come punto di arrivo, quanto “abbraccio pieno” di esperienza di vita, fa parte della natura umana. Avventurarsi nel mondo significa respirare tanti volti e tante storie, confini che sembrano immensi pensando alla grandezza del mondo, alla sua totale apertura ad essere scoperto, vissuto anche se, spesso, troppo spesso, ci si dimentica degli “effetti collaterali” che l’uomo scatena in modo ormai poco gestibile.
Ma c’è chi invece, che di questo viaggio di esperienze, ne fa uno scopo di vita, esplorando con ogni mezzo le basi della cultura umana, con innegabile coraggio nel tuffarsi verso cose nuove, fatte spesso di solitudine dove si cresce, si morde la fatica, ma s’imparano anche e soprattutto i propri limiti di uomo, di creatura del mondo…
Luca Bracali è questo: esperienza, viaggi, fotografia, moto, arrivi e partenze per i luoghi più nascosti di questo piccolo grande pianeta. Luca ha vissuto esperienze individuali che vanno davvero oltre il viaggio inteso quale spostamento casuale; lui ha scoperto molto di più dei posti che ha visitato, esplorato, fotografato, sempre con lo stesso rispetto di sempre, sempre con la stessa, identica curiosità che lo distingue nel suo “fare viaggi”.
Luca Bracali, scuola di esperienze…
Luca ha viaggiato in ben 131 paesi, è autore di cinque libri e vincitore di quattro premi in concorsi fotografici internazionali. Dal 2008 è stato membro del APECS (Association of Polar Early Career Scientists) per i suoi contributi su ambiente pubblicato dai media. Nel 2009 è stato l’unico giornalista a raggiungere il Polo Nord geografico sugli sci. Nel 2010 Bracali ha debuttato nel mondo della fine-art photography e le sue immagini sono state esposte in musei e gallerie di Roma, Sofia, Kiev e New York. Ha firmato 96 servizi come regista per Rai 1 ed è stato ospite in 25 trasmissioni e TG delle reti Rai come esploratore e documentarista. Il Minor Planet Center di Cambridge gli ha intitolato a suo nome il 198616esimo asteroide scoperto. Tre dei suoi ultimi reportage sono stati pubblicati sul National Geographic. Credo non serva aggiungere altro per comprendere chi è davvero questo “personaggio del mondo”…
Viaggi, televisione ma anche e soprattutto moto!
C’è una cosa che mi piace sottolineare di Luca: oltre ad essere un grande amico di sempre, lui ha mantenuto un valore che pochi mantengono nel tempo, ovvero la schiettezza, la semplicità di com’è come persona, un individuo vero e curioso di scoprire tutti gli aspetti della vita. Ma lui, da sempre, è anche e soprattutto un motociclista, altra sua innata passione, altro modo di vivere a pieno la sua libertà assoluta. Luca, tra l’altro, è regista per Easy Driver, programma televisivo Rai 1 che tutti conoscete…
L’idea di “farlo raccontare” mi è venuta perchè a volte, anche attraverso le sue bellissime e magnetiche foto, si può evadere dal solito, dalle solite cose. Luca Bracali, oltre ad essere un personaggio che sa esprimere la sua innata curiosità, è persona cha sa raccontare l’intimità dei suoi viaggi, che ormai è uno stile di vita, come lui stesso afferma nell’intervista che leggerete tra breve.
Nei suoi racconti quindi, individuerete tutta quella passione che dev’essere stimolo di “crescita per la mente” per tutti, per la natura che ci circonda e che porta a comprendere l’importanza di tenere un po’ di più al nostro vecchio, caro ed anche pazzo mondo. Perchè a piedi, in auto, ma soprattutto in moto, ne facciamo tutti parte e ne siamo parte integrante. Ogni giorno, per tutta la vita…
I tuoi viaggi, i tuoi spostamenti, sono ormai parte integrante del tuo modus vivendi…
Da oramai 25 anni è così, avendo visitato 131 paesi in tutti i continenti, incluso l’Antartico e il polo nord geografico che ho raggiunto sugli sci, direi che per me viaggiare è diventato uno stile di vita del quale mi sento più che un fortunato, un assoluto privilegiato a poter svolgere e vivere per buona parte dell’anno. Pur con tutte le sue grandi difficoltà, le fatiche ed i rischi ai quali sono sottoposto.
Ogni volta una borsa diversa perché diverso sarò il viaggio, l’attrezzatura, la meta…
Questa è una delle cose che più mi impegna e che mi sottrae tempo prima di ogni partenza che spesso avviene in destinazioni totalmente diverse come fascia geografica ma soprattutto climatica. Se prendiamo come campione solo questo ultimo anno, giusto per farti un esempio dei mie viaggi, ti dico che a gennaio ero a Parigi, alle Lofoten e poi in Spagna, a febbraio in Grecia e di nuovo alle Lofoten, marzo in Kenya, maggio negli Stati Uniti, giugno di nuovo in Grecia, luglio Copenaghen, agosto Mongolia, settembre India, ottobre Vietnam-Cambogia-Laos e poi Montreal e New York, novembre Canada e poi Cile, dicembre isole Lofoten. Penso sia facile immaginare quanto diverso possa essere il tipo di abbigliamento e le valigie stesse da scegliere, oltre all’attrezzatura fotografica naturalmente.
A proposito, parliamo dei tuoi ultimi viaggi… Sia in moto che…in solitaria!
Diciamo che i viaggi in solitaria sono sempre meno per la semplice ragione che dai reportage fotografici sono passato a produrre e dirigere documentari video per cui ho sempre bisogno di una troupe che mi segua visto che non sono capace di fare anche il videomaker! L’ultimo viaggio in solitario è stato nella Tierra del Fuego e in Patagonia argentina e cilena. Ma parliamo di dieci anni fa. Se invece ci spostiamo sui viaggi su due ruote devo dire che è forse grazie alle moto, e a quelli in auto ancor prima, che è iniziata la mia carriera di reporter, documentarista e viaggiatore. Nel 1991 feci con la Toyota 4Runner il mio primo vero viaggio:14.000 chilometriattraverso 15 paesi europei, mentre con le moto possiamo dire che ho debuttato in Tunisia, in quella piccola fetta di deserto che visitai nel1994 insella ad un Italjet Scoop per dare vita di lì a poco al primo Rally Scooter del Sahara.
Poi dal 1999 al 2010 ho visitato diversi paesi del mondo salendo in sella a varie moto ma solo in maniera occasionale, giusto per fare alcuni scatti. Dal 2011 invece è partito il mio progetto di live-tour Planet Explorer, dove la destinazione prescelta viene attraversata esclusivamente in moto, guidando, fotografando e filmando di giorno e post-producendo le immagini e il video di notte, per poterlo così uploadare su You Tube e diffonderlo il giorno seguente attraverso i vari social, includendo anche quelli degli sponsors, creando così viralità alla notizia. Così sono stato nel2011 inIslanda con una Bmw F800GS, nel 2012 inSud Africa conla Honda Crossover, nel 2013 nei grandi parchi Usa conla Honda NC700X e due mesi fa in Grecia conla Suzuki V-Strom1000.
Ne hai fatti tanti, ma ce n’è uno che ti è rimasto nel cuore e perché?
Mah… doverne dire uno su tutti mi mette in forte crisi, anche perché ognuno ha lasciato dentro di me la sua traccia indelebile. Forse in Alaska la prima volta quando ho osservato la mia prima aurora boreale? O in Botswana quando sono scappato da una carica di elefante? In Namibia quando mi sono trovato di fronte un ghepardo? In Canada quando a 53 sottozero ho fotografato il mio primo orso polare? Al polo nord quando ho potuto, dopo 8 giorni di marcia, alzare con orgoglio la bandiera italiana? Nel deserto dell’Atacama quando a 5.100 metriho ammirato i 66 più potenti radiotelescopi al mondo che scrutano l’universo freddo? Alle Seychelles quando a 23 metriper un mio errore mi sono trovato senza ossigeno di fronte ad un branco di 5 squali pinna grigia? O nel Polar Park di Bardufoss dove dopo 2 anni e 3 tentativi sono riuscito ad avere un bacio dalla femmina alfa di un branco di lupi…
(link video: http://www.youtube.com/watch?v=9lhCAcskvAg)
Non solo però esploratore, ma anche rider su due ruote sia da appassionato che da regista…
Assolutamente sì questo puoi dirlo ed è una verità innegabile. Dopo oltre venti anni di gavetta come appassionato di moto, ma anche come fotografo e giornalista, è giunta la telefonata di una dei massimi vertici di Rai, conosciuto molti anni fa durante uno shooting per Toyota nel set di un film con Nancy Brilli (Tutti gli uomini di Sara), che mi chiese di inviargli il mio curriculum. Fu così che nel novembre del 2011 entrai in Rai 1 con il contratto di regista per la rubrica settimanale Easy Driver, seguendo i test di moto girati nei nostri meravigliosi scenari italiani e producendo ad oggi 96 servizi.
Come arriva la passione per le due ruote e da dove?
Se è vero che il primo amore non si scorda mai, io alle moto devo tutto, ma proprio tutto. Ciò che riguarda la mia carriera professionale intendo dire che ovviamente è iniziata nel 1986 per una passione sfrenata della motovelocità, dove Freddie Spencer era il mio mito, Paolo Scalera l’inviato dei miei sogni e Franco Villani il fotografo da cui imparare. Ho iniziato con un giornaletto provinciale, Cronosport, per poi passare a Moto Toscana dove seguivo le gare di motocross regionale. Poi ad una cena del team Ormeni, dopo la vittoria di Edi Orioli alla Paris-Dakar, ebbi la fortuna di avere seduto al mio fianco un talCarlo Sabbatini che, dopo qualche chiacchiera amichevole, mi disse essere figlio di quel tal Marcello, illustrissimo direttore di Rombo. Da quel giorno posso dire che la mia vita cambiò ed iniziai un lungo percorso, prima come “topo di redazione” a passare le notizie dei colleghi, poi a seguire i mondiali cross ed infine a realizzare servizi nel motomondiale e in formula 1 (le mie copertine più belle con Ayrton Senna…) oltre che test di prodotto, sia auto che moto.
Torniamo ai viaggi: cosa ti insegna ogni viaggio che fai?
Non puoi nemmeno immaginare il bagaglio culturale che ogni viaggio ti porta dentro, arricchendoti di tutto un po’: di storia, geografia, tradizioni, società ma ti insegna anche ad amare la vita e a rispettare il prossimo. Ad apprezzare il nostro pianeta che pian piano stiamo distruggendo e ad amare tutte le creature che lo popolano.
Come riesci a dividerti tra viaggi e famiglia?
Lo faccio assolutamente bene, quando rientro da ogni viaggio mi dedico al mio grande amore:la famiglia. Homoglie e due figlie meravigliose (15 e 27 anni) oltre a due nipoti (4 e 12 anni) che vivono con mia madre e mia sorella al piano superiore. Siamo un po’ una famiglia allargata. Andare in bici con la nipotina seduta sul seggiolino anteriore e con figlia piccola e nipote al seguito, senza dimenticare ovviamente il capo-cordata Johnny, il nostro cagnolino di 9 anni, è una dei piaceri che più apprezzo dopo ogni viaggio, specialmente in estate. Andare a piedi lungo il fiume, al pattinaggio su ghiaccio e al cinema sono altre cose che amo fare con i miei cari.
Quanto dura la preparazione di una spedizione? Ci vuoi raccontare qualcosa in merito che ricordi come impresa?
Dipende molto dal tipo di spedizione ovviamente. La più dura è stata al polo nord in autosufficienza alimentare e logistica. I miei compagni di avventura si sono preparati per sei mesi, io che sono stato reclutato a tre giorni dalla partenza ho avuto appena il tempo di chiudere la valigia! E’ stata dura, doppiamente dura perché non era fisicamente preparato appunto. Sette ore di marcia per otto giorni, trainandosi una slitta da 45 chili per chi come me ne pesa 57, è un’impresa e di non poco conto. Vivere a certe temperature in un mondo fatto di ghiaccio dove il sole non tramonta mai e alla sera ti cali nel sacco a pelo armato di pistola e lancia-razzi per il timore che l’orso polare venga a farti visita in tenda, non è proprio il massimo del relax. Poi c’è sempre il rischio che in mezzo alla notte, come è successo proprio al fratello di Messner durante la loro spedizione, una bella crepa di apra nel pack ghiacciato e finirci dentro a capofitto è il minimo ti possa accadere…
A cosa stai lavorando ora parlando di viaggi o spedizioni particolari?
Il mio obiettivo è il pianeta terra e la mia missione principale è documentare i luoghi più belli, quelli che rischiamo di perdere per la negligenza umana, per il consumismo, per la globalizzazione, per l’inquinamento. E guarda bene che non appartengo a nessuna corrente politica ne ad alcun gruppo di attivisti, sono solo uno spirito libero, un cittadino di questo mondo che vedo sciogliersi troppo in fretta nelle tiepide acque del global-warming…
…e poi ci sono i workshop!
Beh… quelli sono una delle mie ultime idee nate! Diciamo che nel 2007 ho iniziato ad insegnare fotografia in lingua inglese presso un istituto di Firenze frequentato da allievi stranieri, in maggior parte americani. Poi da lì ho pensato che potevo mettere a frutto la mia esperienza di viaggio e di fotografia, piuttosto che entro le 4 mura di un’aula, magari in giro per il mondo, usando le infinite bellezze naturali come scenario. Da qui è nata la mia scuola itinerante di workshops fotografici www.workshop.lucabracali.it che anche quest’anno avrà al suo attivo 8 viaggi, e relativi corsi di fotografia, in destinazioni a dir poco straordinarie dove qualunque persona, dilettante o amatore, uomo o donna, 20enne o 70enne, può avere modo di iniziare una professione o di migliorare una passione.
Chi frequenta questi appuntamenti e perchè?
Come ho risposto nella domanda precedente non ci sono alcun limiti di sesso, età o professione. Ho avuto giovani di 24 anni e adulti di 76 anni così vigorosi da far impallidire un atleta! Ed è proprio successo al mio ultimo workshop in Mongolia di 15 giorni fa quando una super-arzilla signora norvegese di 76 anni è stata la capofila in un trekking al Potaniin, raggiungendo in16 chilometridi marcia il campo base a3.200 metri di quota.
Il perché ci siano molte persone interessate a questo tipo di esperienza è abbastanza facile a dirsi. La ragione principale è viaggiare, scoprire destinazioni non usuali e fare avventura con chi ha una certa esperienza e può darti sicurezza. Poi, ma talvolta è questo il primo elemento, molte persone vogliano portare a casa scatti che raccontino realmente ciò che hanno visto, che narrino una storia con l’emozione di come è stata vissuta. E solo se sei un professionista ovviamente sei in grado di farlo. Last but not least ci sono giovani in cerca di una professione e piuttosto che spendere soldi in un viaggio da catalogo o in un last-minute senza anima, preferiscono un viaggio che in se e per se è una vera e propria scuola di fotografia, dove si insegna la tecnica ed ogni sera si discutono e si analizzano le immagini scattate, in chiave editoriale, di ognuno dei partecipanti. E che in un certo qual modo ti avvia così ad una professione.
Cosa deve fare ancora nella vita Luca Bracali per sentirsi totale?
Ad onore del vero sarei molto soddisfatto di poter fare ciò che faccio adesso, finché Dio mi darà la salute per andare avanti. Se poi mi chiedi di sognare ad occhi aperti ti dico che se un mio gesto, una mia parola, una mia fotografia potesse indurre al pensiero e alla riflessione e risparmiare la vita di un essere umano, di un animale o rallentare lo scioglimento dei ghiacci, allora sì che potrei sentirmi davvero realizzato.
Torniamo alle moto… Come è cambiato secondo te il modo di approcciare alle moto sia dal punto di vista dell’appassionato che dell’addetto ai lavori?
Con la crisi attuale è cambiato tantissimo. Già il fatto che il mercato sia crollato del 40% la dice lunga sul modo di approcciarsi alle moto, per chiunque. L’appassionato non può più certo pretendere di cambiare moto contando sul mercato dell’usato, ne tantomeno su una politica di prezzi al ribasso. Per molti degli addetti ai lavori è andata ancora peggio, basta vedere quante riviste di moto hanno chiuso i battenti o come si sono drasticamente ridotte le vendite e di conseguenzala pubblicità. Inquesto panorama post-bellico c’è però chi ha saputo re-inventarsi o creare nuove professioni ed il web, che se da una parte offre di tutto e di più facendo spesso mercificazione dell’immagine, dall’altro lato, a chi possiede inventiva e conosce bene le mille sfumature del sistema, offre infinite possibilità di lavoro e di guadagno.
Ricordo una gara dello Scootercross commentata insieme…
Giusto hai ragione, gran bei ricordi… Erano i primi anni del 2000 se non vado errato e Malossi con i suoi scooter elaborati faceva furore fra i giovani. Io con il mio team curavo l’ufficio stampa delle gare, talvolta facevo pure lo speaker ed in una occasione abbiamo commentato assieme una delle gare più emozionanti. Decisamente erano altri tempi per il motociclismo in generale…
Contatto con la natura, fotografia, moto, sei una persona realmente poliedrica?
Se non lo fossi mi annoierei mortalmente. Il mio cervello ed i miei occhi hanno sempre bisogno di nuovi stimoli, di scoprire e di conoscere. Sono avido di imparare e di fare nuove esperienze ma anche di cimentarmi in cose di cui non sono capace. Se ho un limite, e ne ho tantissimi, mi piace spingermi oltre finché non riesco ad abbattere quella barriera ideale. Solo così riesco a crescere un po’.
L’ultima moto che hai guidato…?
A giugno la Suzuki V-Strom1000 in Grecia ma prima di quella, dallo scorso settembre a maggio, ho cambiato 37 moto! Quanti sono stati i test per Easy Driver.
Cosa ritieni giusto nella vita e cosa ritieni poco formativo?
Questa è una domanda un po’ filosofica o alla Marzullo se preferisci! Ritengo sia giusto amare la vita che ci è stata donata e questo meraviglioso pianeta che abbiamo ereditato. Poco formativo credo sia fare ciò che molti giovani amano praticare. Utilizzare stupefacenti o abusare dell’alcool ad esempio, lo trovo più che poco formativo un grosso errore. Amare noi stessi ci aiuta a rispettare il prossimo.
Amicizia, fiducia nelle persone, serenità: dove punta tutto Luca Bracali?
Amicizia è una parola semplice ma al tempo stesso enorme. Come cantava Baldam Bembo nel suo inno all’amicizia, gli amici non sono mai troppi, il problema è che quelli veri sono merce rara! La fiducia è molto simile all’amicizia, io personalmente sono portato a darne a volontà ed in maniera incondizionata, ma in almeno tre occasioni ho preso delle belle fregature. L’ultima delle quali proprio un paio di anni fa, all’inizio dei miei workshops, con una persona a me molto cara, penso che lo chiamavo persino fratello… Dio sicuramente, ma anche genitori e figli, se amati, difficilmente ti tradiranno.
Ultima domanda: nel corso dei tuoi viaggi hai avuto momenti di solitudine?
Mai. Assolutamente mai. Magari ho avuto momenti in cui ho pensato di non farcela fisicamente, momenti in cui ho pensato che quello sarebbe stato il mio ultimo viaggio (quando mi ha punto uno strano insetto nella giungla del Belize e ho cominciato a perdere le forze…) ma il senso di solitudine non l’homai provato. Quandosei circondato dalle infinite bellezze della natura come puoi sentirti solo?
Arte e fotografia. Come si legano queste due forme espressive visto che recentemente sei diventato anche artista?
Sono due modi identici, ma assolutamente distanti anni luce, di narrare una realtà visiva o interpretarla filtrata dalla tua anima, dalle tue emozioni, dalla tua sensibilità. Nel marzo del 2010 ho debuttato ad Artribù di Roma, la prima art-house italiana, come artista grazie a Claudio Proietti che per primo ha scoperto in me questa vena artistica, ben più recondita e quindi meno evidente di quella di foto-reporter. Da allora ho fatto una ventina di mostre, sia in Italia che all’estero, in musei e galleria d’arte e sono finito nella collezione di uno dei più grandi mercati d’arte italiani. Lo scorso luglio ho esposto al Dome of Visions di Copenaghen, dal 23 al 27 ottobre sarò a Montreal al centro Leonardo da Vinci, il 28 ottobre mi attendono all’Istituto Italiano di Cultura a New York.
Esploratore, fotografo e regista. Ma anche autore con importanti pubblicazioni alle spalle.
Diciamo che specie le ultime hanno avuto un peso maggiore grazie agli editori coinvolti. Ad oggi ho pubblicato 5 volumi: “Storia illustrata di Pistoia”, “I colori del viaggio”, “Sos Pianeta Terra”, “A rose is a rose is a rose”, “Amor Maris. I miti scolpiti”. E quando hai alle spalle case editrici come Electa, Mondadori ed Artel e magari pubblichi un volume tradotto in inglese e venduto in tutto il mondo (A rose is a rose is a rose) ovvio che tutto diventa più semplice per la diffusione della tua opera.
Luca Bracali in rete:
https://www.facebook.com/Luca.Bracali.Photographer – http://www.lucabracali.it/ – http://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Bracali – https://www.youtube.com/user/LUCABRACALI –