Manca poco all’inizio del Campionato Italiano Enduro 2016: ne abbiamo parlato con Tony Mori, Promotore e personaggio esperto che sa guardare avanti al futuro della specialità…
Ormai ci siamo quasi perchè le “ostilità 2016” stanno per prendere il via. Il prossimo fine settimana infatti, si parte con l’Hell’s Gate, la nostra prima uscita legata al PROGETTO ENDURO 2016 con Andrea Giubettini ma poi, la settimana dopo, il via al Campionato Italiano Enduro con la “due giorni” di Lignano Sabbiadoro, gara spettacolo che certamente, come nel 2015, attirerà tanti appassionati.
Enduro in continuo fermento…
Enduro che cresce, Enduro che piace e fa spettacolo. Enduro che diventa evoluzione epocale, come sottolinea in questa lunga intervista Tony Mori, Promotore dell’Italiano Enduro con cui abbiamo scambiato più che dei commenti, ma analizzato nel dettaglio le strade che verranno percorse nel 2016, probabilmente lo start di molte ed interessanti iniziative per la specialità. Anche se nessuno stravolgimento obiettivo è previsto per questa nuova stagione.
Quando sudore, fatica e spettacolo si fondono nel cronometro…
Con attenta e meticolosa analisi del dettaglio, Mori spiega quanto l’Enduro sia in crescita, anche se, a livello di pubblico e tv, non è facile “agguantare visibilità”. Ma è la vera storia dell’Enduro, quello vero, fatto di fatica e sudore, di adrenalina ma, soprattutto, di confronto con se stessi ed il cronometro, il vero ed unico nemico del pilota. Chi segue l’Enduro lo fa per scelta, chi lo pratica lo fa per passione e quindi, pur non essendo una disciplina facile da seguire, l’Enduro sta vivendo un buon momento con in mezzo la crisi del settore due ruote…
Ma Mori parla anche dell’Enduro estremo, che tanto piace ai rider, sport facile da seguire per le tv ed il pubblico, capace di attirare sponsor che “mancano” gli appuntamenti della disciplina più classica, così come affronta, in modo sereno, il tema della Dakar e lo fa con una punta nostalgica, perchè la vera Dakar era quella africana…
Insomma il Promotore dell’Italiano Enduro è quindi molto più di un “ideatore” ma una persona attenta che si pone domande sul’evoluzione di questa bella disciplina, cercando sempre nuove formule, idee alternative che pongano questo sport su un piano di nuovo interesse anche e soprattutto per accogliere alla porta giovani talenti. Il tutto con piani precisi ed il supporto (amato e non) della nostra Federazione. Quindi, per tutti, appuntamento nel fine settimana del 13 e 14 febbraio per un evento spettacolo start della stagione 2016…
TONY MORI: ENDURO? “UN CAMBIAMENTO PROGRESSIVO E CONTINUO…”
A suo avviso come è cambiato l’Enduro negli ultimi 10 anni?
“L’evoluzione dell’ultimo decennio è stato continuo, progressivo e i cambiamenti hanno seguito una logica a tema, nella prima parte abbiamo studiato il fenomeno “enduro” nella sua complessità, cercando di interpretare il meccanismo che porta lo sportivo a scegliere una disciplina così difficile e complessa come l’enduro. Nella seconda fase abbiamo introdotto il concetto di marketing abbinato alla categoria, ovvero, trasmettere le proprie emozioni di pilota ad un messaggio comunicazionale e pubblicitario. Il terzo contenuto è stato un approfondimento sul target e sullo status simbol che la disciplina poteva trasmettere. Ed infine tutte le singole stagioni agonistiche sono state a tema, dall’ecologia all’ambiente, dal rispetto delle regole alle norme comportamentali, dai rapporti con le istituzioni alle attività di carattere sociale per finire con l’ipotesi ormai concreta della costituzione di un corpo di motociclisti che si impegneranno in Protezione Civile. Insomma una rivoluzione ed evoluzione che oserei definire per certi versi epocale”.
Quali novità per il Campionato Italiano 2016?
“Il 2016 non è un anno di grandi cambiamenti. Sarà mantenuta la linea della scorsa stagione; continueremo con il Ranking e numeri fissi. Ad aprire il duemilasedici ci sarà sempre la prova spettacolo di Lignano Sabbiadoro riconfermata anche per quest’anno dopo lo strepitoso successo che ha riscontrato nel 2015”.
Cosa pensa del nostro PROGETTO ENDURO 2016?
“E’ importante avere progetti che aiutano i giovani piloti. Credere nel futuro del nostro sport è il primo passo per la crescita dello stesso”.
L’enduro televisivo non decolla: ha qualche formula per renderlo visibile a più pubblico?
“Forse la formula giusta non esiste. L’Enduro è uno sport difficile da seguire per il pubblico. Il Motocross, così come la Velocità, è molto più semplice poiché tutto si svolge all’interno di uno spazio chiuso e ben delineato. L’Enduro è diverso: non c’è il duello, il vero nemico è il cronometro e non direttamente il tuo avversario; manca il corpo a corpo che attira l’interesse del pubblico non strettamente appassionato alla disciplina”.
Cosa pensa delle gare di enduro estremo? Molti piloti lo scelgono…
“L’Enduro estremo è una bella realtà ma è una disciplina per pochi piloti. Sicuramente attrae molto il pubblico perché offre molto spettacolo e questo va assolutamente bene per far conoscere la nostra realtà e far crescere l’immagine dell’offroad, ma l’Enduro vero e proprio è un’altra cosa”.
Ha seguito la Dakar? Un suo commento sulla gara…
“La vera Dakar, per noi vecchi dakariani, è quella Africana. Purtroppo le difficili situazioni politiche o gli interessi economici hanno portato l’organizzazione a spostare la competizione in Sud America; i posti sono certamente belli, i percorsi impegnativi ma poco centra con la Dakar degli anni Ottanta e Novanta. Attorno ad essa rimane comunque il fascino della leggenda, e questo è un bene perché l’interesse mediatico che scaturisce è molto alto. Sull’edizione 2016, vogliono limitarmi solamente a fare i miei complimenti a Jacopo Cerutti per l’ottimo risultato ottenuto. Le mie congratulazioni vanno anche ad Antoine Meo, grande protagonista del nostro campionato nel 2015, per le due vittorie di tappa e una simbolica stretta di mano la voglio dare anche ad Alessandro Botturi, speriamo che il prossimo anno sia il tuo anno!”
Ci sono progetti legati all’enduro praticato dai giovanissimi?
“Si, la Federazione segue i giovani delle varie discipline con il progetto Team Italia. Nell’Enduro a far parte del progetto sono 10-12 atleti, impegnati nel Campionato del Mondo, Campionato Europeo o agli Assoluti d’Italia, dove partecipano i giovanissimi in sella alla 50 cc. Lo scopo primario del progetto Team Italia è quello di far fare esperienza ai nostri piloti, supportati da esperti tecnici FMI”.
Cosa pensa di un rientro dei 2T sui listini delle Case?
“Penso che sia assolutamente positivo, se non altro per un risparmio in termini di costi di gestione”.
La prima gara 2016 sarà a Lignano, tutta sulla sabbia… Scelta dovuta alla spettacolarizzazione dell’evento o cosa?
“Purtroppo in Italia stiamo vivendo un momento molto difficile; organizzare gare è sempre più impegnativo, così nel 2015 abbiamo deciso di sperimentare un nuovo tipo di manifestazione dove non sia presente un trasferimento, ma dove vengono affrontate solo le prove speciali. E quale miglior location se non la celebre Lignano che negli anni Novanta ospitava la spettacolare “12 ore di Lignano”? L’appuntamento degli Assoluti d’Italia non ha solo lo scopo di trovare una tipologia di gare differente dallo standard classico, ma ha anche l’obbiettivo di attirare un pubblico sempre più numeroso, creando altresì un interesse mediatico importante. Nel 2015, sono state stimate più di 3.000 presenze nella prova spettacolo del sabato…. Ma si sa, il pubblico nell’Enduro è difficile da quantificare!”
Un episodio di campionato 2015 che l’ha colpito di più…
“Non c’è un vero e proprio episodio. La parte che preferisco della stagione è l’ultima prova, quando i piloti si stanno giocando il titolo italiano, magari per pochissimi secondi. La tensione e l’adrenalina che si respira in quei giorni nel paddock e in speciali sono qualcosa di unico”.
Ad oggi quanti iscritti nel Campionato Italiano?
“Ad oggi le iscrizioni sono ancora aperte; auspichiamo di raggiungere i numeri del 2015”.
Un suo parere sulla Under 23, a suo avviso sta crescendo bene?
“L’under 23 è la categoria per eccellenza, è quella categoria che definisco di maturazione e che con determinazione e senza sconti fa esplodere l’atleta o lo ridimensiona, utilizzando una certa severità naturale alla quale nessuno di esterno a se stessi può intervenire o modificare ma solo il proprio essere e la propria determinazione ne condiziona il futuro, ecco perché la nostra attenzione a questa fascia di atleti è a dir poco scrupolosa”.
Il suo obiettivo da Promotore per questa nuova stagione alle porte…
“Di far divertire tutti gli appassionati dell’Enduro e i piloti che prenderanno parte ai Campionati, senza distinzioni e senza attenzioni riservate ad una o un’altra categoria. Per il promotore non c’è, e non ci deve essere differenza, se non quella tecnica, ma che è di competenza della Federazione Motociclistica italiana”.