“Lezioni di Federico“, ovvero in ricordo di Federico Martini, uomo tecnico di grande importanza per il Gruppo Piaggio e non solo. Lezioni raccontate da chi gli è stato vicino, nella tecnica, nella vita, in laboratorio. Un’Ingegnere Superman!…
Questo è un saluto a Federico Martini, ingegnere Superman! Si è spento nel mese di Novembre dell’anno 2014, dopo aver vissuto tutto, anche la malattia, con la intensità unica delle persone rare, quelle che lasciano attoniti e senza parole tutti coloro che hanno dal destino la possibilità di incrociarle. Dal primo all’ultimo istante.
Due parole, dedicate a lui ed ai suoi cari. Ho letto davvero pochissimo che lo ricordasse, nonostante abbia lasciato un segno profondo nel motociclismo e nella storia di tante aziende; dalla Ducati alla Bimota, dalla Gilera alla Technogym, dalla Piaggio alla Aprilia dei nostri tempi. In tutto il mondo!
Un mondo di nomi, un mondo di motori…
Avete una Vespa, un Liberty, un Beverly, un Peugeot con motore Leader? Con un motore LEM 3 Valvole? Con un motore Quasar? Con un motore Master 500 o 400? Con un 350 silenzioso, potente e leggero? Una Aprilia Dorsoduro 750/1200? Perfino una SRX 450/550 che non si rompe dopo 1000 km? Una Bimota SB6, SB7, DB1, DB2? Una Gilera Saturno Piuma (beati voi!!!) ? Una Gilera SP02 125, magari un GFR o una spettacolare CX? Una RC600R? Una NordWest 600, la prima Supernotard del mercato mondiale?
Bè, dentro c’è sempre lui che se sorride, contento ma mai soddisfatto!! Pezzetti di Federico hanno ricoperto il mondo intero, mica solo noi vecchi Europei… In India ed in tutto il Sud Est Asiatico, oggi e lo faranno ancora per tanto tempo a venire, centinaia di migliaia di motociclisti sfrecciano, lavorano, vivono la loro quotidianità contando sulla Vespa HE125, sui Liberty, sulle Vespa LX e Primavera “made in Vietnam” e perfino sugli Ape City 200 da trasporto passeggeri sviluppate a tempo di record in Italia ed in India.
Ho personalmente seguito l’Ape City 200 (passeggeri) in Guatemala ed Honduras; in questi mesi il gagliardo Apino è alla conquista del Perù! Ricordare solo le moto sarebbe riduttivo ma dato che sono una schiappa, molto secco e poco muscoloso proprio non sono in grado di citare i prodotti d’eccellenza Technogym, che miliardi di sportivi e persone normali usano in tutto il mondo, per vivere una vita migliore.
Ma questo non vuole essere un elenco delle cose che Federico ha fatto. Desidero solo raccontare piccole cose che si perderanno con le persone che le hanno vissute insieme a lui, e che invece potrebbero racchiudere ancora germi intatti della magia che ne ha fatto un uomo straordinario… letteralmente, un uomo non ordinario; di quelli ordinari ce n’è pieno il mondo! Dopo la sua scomparsa ho contattato alcune delle persone che hanno vissuto con lui momenti di lavoro e vere e proprie avventure nella galassia delle moto: ognuno di loro mi ha consegnato un “pacchetto”, un frammento della memoria di Federico vivo. Proporremo quindi diverse situazioni, alcuni ricordi che contengono un pizzico del genio e della umanità di Federico.
Le chiamerò “Lezioni di Federico”!
Prima Lezione
Zitto e nuota, nuota e nuota ma semina sempre qualcosa con lucidità…
Arcore, settembre 1990. Martini ha portato la Direzione del Gruppo Piaggio al sì,la Gilera tornerà alle corse nel motomondiale; primo obiettivo vincere in 250 cc, in quegli anni la vera classe regina. Debutto nel 1992. La prima moto sarebbe stata ispirata dalla status quo, poche invenzioni. La seconda, prevista nel 1994, una vera rivoluzione.
Nel 1990 il mondiale lo vince Cadalora, su Yamaha. Ecco la moto ispiratrice, Federico la apprezza e, pragmaticamente, decide di dare fiducia a chi conosce bene la termodinamica 56×50,6 (in realtà la Gilera GRF250 era un 56×50.7) a due tempi: Harald Bartol sarà un nostro consulente.
Nel 1990 la sua Yamaha privata, affidata a Lavado svernicia tante moto ufficiali sul rettilineo del Mugello e nel 1991 è arruolato al 100% dalla Gilera Corse. Federico inizia a studiare lo schema del motore, dal quale vuole il massimo come sempre pretende di ottenere in qualunque cosa si cimenti. Ha una idea molto semplice in testa: nello step zero ci ispireremo alla Yamaha, incluso Harald Bartol a lavorare su cilindri, teste, pistoni ed espansioni, ma un vantaggio lo cerchiamo.
La via di Federico…
Dove? Federico sceglie la via. Il nostro motore dovrà essere più rapido in accelerazione, grazie ad un albero motore dal momento di inerzia minimo possibile. Io, giovane ingegnere neo laureato entro in un gruppetto di tre tecnici: tema da svolgere, creando software di simulazione in Quick Basic e usando tanta testa lavorando su IBM 286, definire l’angolo del V tale per cui il “grado di irregolarità” del motore fosse lo stesso della Yamaha V90 campione del mondo MA con il minimo momento di inerzia possibile dell’albero motore.
Perché l’obiettivo era ottenere lo stesso “grado di irregolarità”, ovvero la stessa variazione istantanea della velocità di rotazione del motore durante i due giri che completano un ciclo completo delle combustioni di un bicilindrico due tempi? Perché dalla velocità istantanea effettiva dipendono tante cose che fanno la prestazione del motore, a partire dal tempo effettivo a disposizione delle fasi di scarico, travaso, aspirazione.
Calcoli, angoli, gradi, fax e pc primitivi…
Il calcolo ci disse 75°, anzi in verità 74° e 30’. Così è stato, il Gilera GFR 250 era un bicilindrico a V di 75°!La GFRnon vinse mai ed il miglior piazzamento fu qualche nono posto con Carlos Lavado, ma ho sempre la copia del FAX di complimenti ricevuto dalla Yamaha Motor il giorno in cui Carlos, al debutto assoluto a Suzuka sotto la pioggia tenne la pole per un turno intero.
E, soprattutto, nel 1991 di moto ufficiali in 250 ce n’erano tante: Honda, Suzuki, Yamaha, Aprilia ne schieravano due o tre a testa. Ed un certo Capirossi era all’esordio conla RS250 semiufficiale. Lezione numero uno: abbi la umiltà di copiare (sì, anche copiare…) laddove non hai esperienza ma abbi sempre fiducia fino in fondo in quello che decidi di fare partorire dal tuo ingegno. Soprattutto, semina sempre. A presto, ci sono altre Lezioni da raccontare!
(a cura dell’Ing. Marcello Fiaccavento)