Jorge Lorenzo annuncia il ritiro dalla MotoGP: per Jorge quindi, quello di Valencia sarà l’ultimo GP della sua carriera dopo 297 presenze nel Motomondiale e 5 titoli iridati
Una notizia arrivata come una bomba nel paddock della MotoGP. L’aria che tirava però non era delle migliori, soprattutto per Jorge Lorenzo, “abbattuto” dalle cadute, dal dolore di chi l’asfalto l’ha toccato una volta di troppo. Jorge, dopo quasi 300 GP, lascia, molla tutto e credo che questa sia stata la decisione più dura della sua vita.
Carlo Pernat la pensa così: la paura lo ha fatto smettere
Ovviamente, vista la caratura della notizia, ne abbiamo parlato con Carlo Pernat, raggiunto al telefono a Valencia. “A mio avviso Jorge Lorenzo ha espresso un addio dignitoso, professionale come nel suo stile. Per me Jorge correva con la paura ed era una paura importante dopo la brutta caduta di Assen dove ha rischiato moltissimo e sai bene che quando hai in testa queste cose, hai il timore di danni importanti, come purtroppo accaduto a Wayne Raney. Da professionista quindi, ha deciso di smettere ed ha fatto bene se nella sua testa c’erano queste sensazioni. Certo però se Ducati lo avesse tenuto quest’anno, forse le cose sarebbero andate diversamente e, magari, lo avremmo visto magari in un altro campionato, credo che molti mali vengono proprio da questo lasciarlo andare. Lorenzo si, ha avuto anche molta sfortuna con la rottura della scafoide, cosa che ha compromesso i test d’inizio 2019 con la Honda, mentre Marc Marquez si cuciva addosso la moto… Dispiace perché uno che vince cinque mondiali e lasciare tutto così non è bello, ma ha fatto bene. Certamente è una perdita per il paddock della MotoGP e per la la MotoGP stessa, Jorge era ed è un personaggio che ha fatto e poteva fare ancora molto”.
Grande lavoratore in pista e iper metodico nel suo approccio alle gare
Metodico, attento, grande lavoratore fuori e dentro la pista, Lorenzo termina così una carriera sorprendente. E c’è molta maturità in questa decisione, cosa che dimostra quanto Jorge sia attento e quanto soprattutto abbia capito che “quella collina” sia ormai irraggiungibile. Mi riferisco al correre ai massimi livelli, con la consapevolezza di esserci al 100% e poter quindi esprimere tutto ciò che si ha dentro.
Criticato, poco ascoltato, Lorenzo, con l’attenzione che lo distingue, ha deciso di finire qui la sua grande carriera, piena di guizzo, di titoli, di confronti anche durissimi tra lui ed i team oltre ovviamente alle battaglie in pista. Lui non è mai stato facile: a volte ha “subito”, a volte ha “imposto” ma, alla fine, smettere dopo Valencia credo gli dia un po’ di pace e tutta la consapevolezza di aver fatto tutto ai massimi livelli.
La MotoGP perde un pilota legato alla sua storia
La MotoGP perde un elemento importante su questo non si discute. Perde un’esuberanza, un guizzo speciale ed unico, caratteristico solo di alcuni piloti, piloti che hanno vinto titoli evidentemente e che, senza mai timore, si sono affacciati sul podio dopo magari accesissimi duelli in pista. Con l’addio di Jorge Lorenzo se ne va un pezzo di vitalità e storia della MotoGP “moderna”, se ne va un pilota che ha fatto della sua vita una vita di sacrifici personali, complice un carattere non sempre in linea con il protagonismo e, proprio per questo, Lorenzo si pone su un gradino di originalità individuale che rimarrà scritta. Un pilota mai “costruito” e che sapeva parlare duramente ma, allo stesso tempo, ringraziare chi lo ha sempre sostenuto. In MotoGP non ci sono amici ma solo persone che puntualmente esigono da te qualcosa; sei pagato per correre e vincere anche se spesso, non sei ascoltato e se i risultati non arrivano, iniziano le polemiche. Come in Ducati, team dove il maiorchino ha “spinto” tantissimo per ottenere una moto più in ergonomia con il suo stile di guida pulito, ricerca faticosa e poi ascoltata con un seguito di risultati. E poi l’epilogo del suo andare via o esser messo nelle condizioni di farlo, insomma un’operazione poco chiara e nitida da cui però Jorge è uscito a testa alta.
Un infortunio di troppo lo ha fatto decidere di smettere
In HRC poteva fare benissimo fenomeno Marquez a parte, ma lo hanno fermato due brutti infortuni. Specie il secondo, gli ha fatto capire che forse era ora di smettere, perché non c’erano più nella mente quei “criteri” adatti a correre al 100% una gara della MotoGP, gare ormai tiratissime ed in cui occorre massima lucidità.
Cosa che evidentemente Jorge ha perso sull’asfalto di Assen. Mi lascia un po’ triste pensare a Lorenzo davanti alla tv mentre guarda i piloti con cui duellava, oppure non vederlo più nei paddock o quale protagonista. Ma c’è un tempo in cui un pilota deve fermarsi e quella sensazione in lui è stata così premente e forte da metterlo nelle condizioni psicologiche di finire qui la sua splendida carriera di grande protagonista della MotoGP. Lorenzo credo lasci qualcosa alla MotoGP, qualcosa che forse non siamo ancora pronti a vedere. La consapevolezza di essere umanamente umani…
Un po’ di storia di Jorge Lorenzo
Dopo 18 anni, sempre ai massimi livelli, Jorge Lorenzo ha annunciato il suo ritiro dalle corse in vista del GP di Valencia. Con cinque campionati mondiali, 152 podi, 68 vittorie, 69 pole e 37 giri più veloci, Lorenzo vanta una delle carriere più impressionanti e costanti nelle gare GP.
Jorge ha trascorso tutta la sua vita a correre: la sia prima vittoria nei GP arrivò poco più di un anno dopo con la sua famosa mossa “Por Fuera” a Rio de Janeiro nel 2003. Dopo un totale di quattro vittorie nella classe 125 cc, “The Spartan” passò al campionato 250 cc e presto fece suoi i titoli dal 2006 al 2007, il suo stile pulito si adattava perfettamente alla classe intermedia. La sua formidabile costanza lo ha visto conquistare 29 podi in tre anni, tra cui 17 vittorie e gli è valso un posto di fabbrica nella classe MotoGP.
L’inizio della vita di Lorenzo nella classe regina è stato a dir poco sorprendente dato che ha conquistato tre pole position consecutive e le ha convertite in tre podi consecutivi, inclusa una prima vittoria nella sua terza gara in MotoGP. Sebbene brutte forti cadute avrebbero fermato la sua sfida al titolo, Lorenzo si è affermato come una stella del futuro mentre ha concluso la sua stagione di debutto al quarto posto.
Il 2009 ha visto il futuro campione del mondo non finire mai una gara sotto al quarto e Lorenzo ha portato questa sua innata coerenza fino al 2010, proprio nel debutto nel campionato del mondo MotoGP. Finendo tutti i 18 round del campionato del mondo nei primi quattro, solo due volte fuori dal podio, Lorenzo ha sfoggiato una prestazione dominante conquistando la sua prima delle tre corone iridate nella classe regina. Con 383 punti, Lorenzo ha stabilito un nuovo record per i punti segnati nella classe regina – un record che avrebbe resistito per quasi un decennio. Prima solo Alex Criville è stato l’unico pilota spagnolo ad aver vinto in precedenza.
Nel 2011 Jorge Lorenzo è andato in punta di piedi con Casey Stoner, la coppia che vince per tutta la stagione. Sfortunatamente, un infortunio in Australia ha costretto Lorenzo a perdere le ultime tre gare della – i suoi sforzi nel corso dell’anno sono ancora sufficienti per guadagnare il secondo posto in campionato con 260 punti. E non ha potuto fermare sé stesso nel 2012, quando ha ottenuto tre vittorie nelle prime cinque gare e perso i primi due gradini sul podio solo una volta nelle prime 17 gare. Ancora una volta, la sua coerenza non ha eguali e Lorenzo ha marciato per il quarto titolo nel Campionato del Mondo e secondo nella classe regina. Il suo ultimo Campionato mondiale è arrivato nel 2015.
Dopo aver vinto tre campionati, Lorenzo ha preso la decisione di cambiare produttore e in due anni ha conquistato sette podi e tre vittorie, unendosi a un prestigioso club di piloti per vincere su due diversi produttori. L’avventura Ducati però, è stata un’avventura a metà, visto che solo a metà stagione i tecnici hanno iniziato ad ascoltare Jorge circa le sue “esigenze” di guida ed allora sono iniziati ad arrivare i risultati.
Per questo 2019, Jorge Lorenzo si è unito al Repsol Honda Team e certamente puntava a diventare il primo pilota a vincere con tre diversi produttori in MotoGP. Sfortunatamente, un incidente di allenamento pre-stagionale ha visto Lorenzo perdere la maggior parte dei test e trascorrere le gare di apertura fuori dalla MotoGP. Nonostante i continui miglioramenti a bordo della Honda RC213V, un grave incidente ad Assen ha visto Lorenzo subire rotture nelle sue vertebre T6 e T8, escludendolo da quattro Gran Premi e influenzandolo non poco durante il suo rientro.
Lorenzo lascia il Campionato mondiale MotoGP con una serie di incredibili successi al suo nome tra cui: il secondo più podio nella classe regina (114), il secondo maggior numero di pole position in tutte le classi (69), il quinto pilota di maggior successo in termini di vittorie nella classe regina (47) e il terzo miglior marcatore di punti di tutti i tempi (2896) nella classe regina.
IL SUO COMMENTO CHE ANNUNCIA IL RITIRO
Jorge Lorenzo #99: “Voglio annunciare che questa sarà la mia ultima gara in MotoGP e che alla fine di questa gara mi ritirerò dalle corse. Avevo 3 anni quando è iniziato tutto. Quasi 30 anni di dedizione completa per questo sport. Tutti quelli che hanno lavorato con me sanno quanto sono un perfezionista, quanta fatica e intensità ho messo in questo lavoro. Essere così richiede un alto livello di motivazione, quando ho firmato per la Honda ho avuto un incredibile senso di motivazione, raggiungendo uno dei i sogni di ogni pilota: essere un pilota ufficiale della fabbrica HRC. Sfortunatamente, gli infortuni hanno avuto un ruolo importante nella mia stagione, non potendo guidare in modo normale ma soprattutto naturale. Ho iniziato a vedere un po’ di luce ma poi ho avuto questo brutto incidente nel Test Montmelo, e qualche settimana dopo quello bruttissimo ad Assen. La verità è da quell’incidente, la collina è diventata troppo alta per me, e anche se ci provassi, non riuscirei più a trovare la motivazione e la pazienza per poter continuare a scalarla. Ne sono deluso, ma voglio scusarmi con Alberto Puig ad esempio oltre che con Takeo, Kuwata, Nomura e tutta la mia squadra, che devo dire, mi hanno sempre trattato in modo eccezionale. Vorrei ringraziare sinceramente tutti in Honda per il loro supporto e la completa comprensione e anche estendere i miei ringraziamenti e gratitudine a tutti coloro che sono stati lì durante la mia carriera”.
Yoshishige Nomura Presidente di HRC: “È con grande tristezza che salutiamo Jorge Lorenzo, che è stato uno dei campioni più forti dell’ultimo decennio con cui abbiamo combattuto e con cui abbiamo lavorato. La possibilità di avere Lorenzo nei colori del Repsol Honda Team è stata davvero unica e il 2019 è stato pieno di promesse. Sfortunatamente, ha sofferto molta sfortuna con infortuni prima dell’inizio della stagione e anche durante la stagione con la sua caduta ad Assen. Di conseguenza, non è stato in grado di recuperare la fiducia che aveva una volta e purtroppo finiremo presto la nostra collaborazione quando si ritirerà dalle corse. Noi di Honda Racing Corporation vorremmo augurargli tutto il meglio per il suo futuro.”