Bentornati ad un doppio capitolo della mia rubrica Motori & Salute. Oggi vi farò da Cicerone e vi accompagnerò nel mio mondo. Partiamo dalle fondamenta…
Che cos’è l’alimentazione? (a cura della Dr.ssa Sonia Spregiaro)
L’alimentazione è definita come la risultante delle scelte e del consumo consapevole di alimenti e bevande nelle loro varie combinazioni ed è influenzata da fattori biologici e non biologici quali le determinanti relazionali, psicologiche, sensoriali e socioculturali. E’ facilmente osservabile, anche da una lettura veloce, che in questa definizione non si nomina affatto lo scopo del consumo degli alimenti.
E’ necessario, a tal fine, introdurre il concetto di nutrizione, ossia, il complesso dei processi biologici che consentono o condizionano la crescita, lo sviluppo, le funzioni dell’organismo e lo stato di salute e benessere dell’individuo, in relazione alle disponibilità di energia, nutrienti e di altre sostanze d’interesse nutrizionale.
Sostanze nutrienti e non…
Tra i nutrienti distinguiamo i macronutrienti e i micronutrienti. Per macronutrienti si intendono quelle sostanze presenti nella dieta in quantità elevate che hanno definiti effetti nutrizionali, un ruolo metabolico certo e che sono fonte di energia per l’organismo. Sono macronutrienti l’acqua, di cui abbiamo ampiamente parlato nel primo articolo, le proteine, i carboidrati e i grassi.
Invece sono micronutrienti quelle sostanze, presenti nella dieta in quantità ridotta (nell’ordine dei milligrammi, microgrammi), che non sono fonte di energia, ma per le quali esiste un ruolo certo nel metabolismo dell’organismo umano.
Questi ultimi sono i “famosi” minerali e le ancor più note vitamine. Famosi sì, ma purtroppo sempre di più sotto forma di pasticche, di bustine idrosolubili…insomma di integratori.
Personalmente non ho nulla contro questo tipo di integratori, ma ritengo che debbano essere utilizzati quando strettamente necessari e di certo non per sostituire il consumo di alimenti che potrebbero tranquillamente coprirne il fabbisogno giornaliero. Inoltre è riconosciuto a livello scientifico che i micronutrienti sono più biodisponibili (ossia maggiormente assorbiti) e più funzionali quando assunti con l’alimento che li contiene. A partire da queste osservazioni i ricercatori si sono, quindi, posti una domanda cruciale: “A cosa è dovuta questa differenza?”
Per rispondere a questo quesito si è iniziato ad analizzare sempre più nello specifico la composizione bromatologica di ciascun alimento. Da tale analisi è emerso, e sta ancora emergendo, che oltre alle sostanze nutrienti esistono dei composti che non possono essere riconosciuti come veri e propri nutrienti, ma che possono avere effetti significativi per lo stato di salute e benessere dell’individuo. Tali sostanze sono i cosiddetti componenti bioattivi e la fibra alimentare.
Tra i componenti bioattivi i più noti sono i carotenoidi, i polifenoli e altre sostanze fenoliche, i fitosteroli, i fitoestrogeni, i composti prebiotici, i probiotici e le sostanze nervine come la caffeina. In realtà non basterebbe l’intero articolo anche semplicemente per nominare ogni sostanza bioattiva conosciuta, figuriamoci per definirne gli effetti sull’uomo. Vorrei sottolineare che la maggior parte di queste sostanze è presente negli alimenti di origine vegetale, per cui in quei cibi quali la verdura, la frutta, i legumi che molti tendono a mettere in disparte nell’ambito del proprio stile alimentare.
Dieta vegetariana o vegana?
Qualcuno starà certamente pensando che io stia “promuovendo” la dieta vegetariana, se non addirittura quella vegana. In realtà non è questo il fine della mia trattazione. Come ho detto fin dall’inizio non esiste la dieta “perfetta” e ogni regime alimentare va sempre adattato alla persona che decide di seguirlo. Tuttavia ci sono dei cardini da cui il corretto stile alimentare non dovrebbe discostarsi. Uno di questi è la presenza di grandi quantità di verdura e delle giuste porzioni di frutta.
La famosa frase: “Devi mangiare più frutta e verdura per stare bene, almeno mezzo chilo al giorno!” può trarre in inganno. In molti tendono, infatti, a ingurgitare ingenti quantità di frutta pensando, addirittura, di dover diminuire la quantità di verdura per compensare.
Dato che la frutta non apporta, nella maggior parte dei casi, molte calorie, si tende a mangiarne in quantità abbondante. Fa parte della nostra cultura, ad esempio, consumare la frutta a fine pasto ed è noto a molti, invece, che la frutta andrebbe consumata agli spuntini. Dato che in ambito nutrizionale viene concesso largo spazio all’interpretazione, si trovano anche persone che mangiano la frutta agli spuntini, ma che non riescono a fare a meno della frutta dopo il pasto. Facendo così, vorrei sottolineare, non migliora lo stato nutrizionale.
Sicuramente aumenta l’apporto di vitamine, ma all’interno di un’alimentazione scorretta mangiare più frutta non rende lo stile alimentare giusto e, di certo, non aiuta a perdere peso. Bisogna poi considerare che la quantità di vitamine presenti nella frutta tende a decrescere nel tempo. Il problema sta nel fatto che tra il momento della raccolta e l’arrivo al consumatore, la frutta subisce molteplici trattamenti che ne favoriscono la perdita in micronutrienti. Per non parlare poi della perdita delle sostanze non nutrienti, in particolare di quelle con attività antiossidante.
Bene, capito tutto? Nella seconda parte a breve vi parlerò degli antiossidanti e delle fibre… Non mancate!