My EICMA parte 1: il nostro modo di vedere le novità Eicma che, in realtà, annunciano un grande fermento tecnico per l’edizione 2014, che crediamo sarà il vero salto qualitativo delle due ruote in chiave polifunzionale. Yamaha e Ducati aprono questa prima parte…
Di fatto l’Eicma delle novità, come sempre, come ogni anno, ma diversa dalle solite edizioni. Sarà la Crisi, sarà la voglia, la grande voglia di “cambiamento globale”, sarà il fatto che il rider oggi cerca anch’esso una nuova identità, ma il fatto che Eicma 2013 sia stata ricca di provocazione, la dice lunga su quanto dobbiamo aspettarci – in termini di idee moto – nella prossima edizione… Si proprio così!
Approccio multifunzionale alla moto…
Controsenso? Vedere oltre? Oppure solo parole? Tutti hanno parlato di Eicma in modo totale, ma pochi hanno individuato il vero senso di questo Salone: un nuovo approccio multifunzionale verso l’utenza, la ricerca di nuove piccole o grandi nicchie di mercato, la voglia di creare degli oggetti polifunzionali, che è poi oggi la vera identità del motociclista in “crisi” anche d’identità motociclistica.
Bene, performancemag, come di consueto, ha voluto guardare le cose da un’altra angolazione prospettica, cercando di “indagare” sulle strategie delle Case ma, soprattutto, su cosa bolle in pentola, perché, ne sono certo, Eicma 2014 sarà il Salone della svolta, dell’idea, della vera ed autentica novità. Quindi questa edizione è stata solo un leggero assaggio…
Qualche dato dell’edizione 2013…
Così, anche la 71° Esposizione Internazionale del Motociclo, ha chiuso i battenti realizzando risultati e numeri ben oltre le aspettative, con un’affluenza di pubblico cresciuta dell’8%, che significa 551.404 visitatori che hanno varcato l’ingresso di Fiera Milano – Rho. I 6 padiglioni e l’area esterna, hanno ospitato quest’anno ben 1.408 espositori, provenienti da 38 Paesi, 11 gare internazionali, 600 tra piloti e “artisti” delle due ruote. “I risultati della 71° edizione dell’Esposizione Internazionale del Motociclo illustrano il fermento del settore, la volontà delle aziende di superare la crisi e la passione che il pubblico coltiva nei confronti di prodotti che rappresentano l’eccellenza” – dichiara Antonello Montante, Presidente di EICMA S.p.A. – “EICMA ha testimoniato, ancora di più, di essere lo strumento a disposizione dei protagonisti del settore per creare nuove opportunità di business e consolidare i rapporti esistenti”.
Venti che verranno…
Lo si intuisce da alcuni modelli, nati e pensati per “tastare il terreno” alla clientela si, ma anche del mercato che poi, forse, sono la stessa cosa… Si cerca un vento nuovo, questo è chiaro: lo dimostrano i “volti” di quelle novità apparentemente creative, che però sono state pensate con un’ottica di sviluppo futuro, come nel caso delle nuove provocazioni Honda, Yamaha, MV, Benelli, Ducati, BMW e KTM, Trumph, ecc.
Alcune di queste Case hanno portato ad Eicma 2013 delle novità interessanti, ma che “nascondono” molto bene delle nuove visioni prospettiche del futuro delle due ruote, un calderone dove ci sono tutti gli ingredienti magici e che fanno di un nuovo modello, la musa ispiratrice del futuro prossimo venturo. Insomma è come dire che l’atleta è in punta al trampolino dei tuffi…deve prendere le misure, calibrare le forze per poi lanciarsi nel vuoto, sapendo però quello che deve fare per arrivare perfetto in acqua…
Reso l’idea? Ecco quindi le novità che a mio avviso sono spunto di riflessione vera per il futuro, un futuro con tutti gli ingredienti del momento tra cui: crisi, voglia di novità vera, riscatto, personalità assoluta, prestazioni multiple, idea, design, utilizzo, costo di gestione ed acquisto, ma, soprattutto, qualcosa che non allontani la passione dalla stessa passione per le due ruote.
Yamaha: tante novità, molte soluzioni, idee da sviluppare
Yamaha ha travolto l’utenza con ben 13 novità, anche se, a mio avviso, le più interessanti sono la MT-07, la MT-09 Street Motard, variante offroad o quasi della MT-09 “classica”, la SR400 ed il prototipo a tre ruote Tricity. In effetti riduco a 4 questa personalissima classifica di vere ed accattivanti news Yamaha, dal mio punto di vista ed in base al discorso fatto poche righe sopra, ma è uno spazio molto ampio se vediamo le cose da un altro punto di vista, decisamente creativo.
La MT-07: roadster bicilindrica, senso del coinvolgimento emotivo
Si tratta di una naked molto intrigante per due fattori: il telaio tubolare ed il bicilindrico da 689 cc che offre prestazioni molto interessanti in rapporto ai suoi 179 kg in o.d.m.. Una moto che nasce per destare dal letargo l’anima sportiva di molti “restarter”, ovvero da un lato rider che hanno sempre pensato alla moto ma non l’hanno mai acquistata per motivi vari, mentre dall’altra i rider che hanno voglia di tornare in sella anche se il mercato, almeno fin’ora, non avreva offerto loro una moto con simili caratteristiche.
Detto fatto quindi, entry-level da un lato, moto divertente dall’altro, i due aghi della bilancia insieme per stupire ed intrigare… 74,8 Cv, 6,8 kgm a 6500 giri per un motore studiato per esaltare la vitalità del rider: questo grazie alla filosofia crossplane, messa punto per una risposta motore più decisa ed incisiva, dinamica, merito soprattutto del manovellismo a 270° che offre coppia ed erogazione istantanea anche in virtù degli scoppi irregolari che rendono viva la MT-07. Quindi un bicilindrico molto bilanciato nelle sue forze interne, tra cui combustione, coppia inerziale, trazione, ecc, compresa la riduzione delle perdite per attrito che regala fluidità di funzionamento al salire dei giri.
C’è l’albero di bilanciamento, l’iniezione elettronica, lo scarico 2 in 1, le quattro valvole per cilindro, il cambio a sei marce, mentre il motore è leggero e decisamente compatto. Il primo anello di una catena che nasce sulle “verità nascoste” della MT-09 (come il forcellone assi metrico scatolato, il design scolpito che va dritto al cuore e la posizione di guida molto raccolta e dinamica), una nuova filosofia progettuale (non a caso viene specificato lo slogan “il lato oscuro del Giappone”… La base per nuovi progetti, basati su questi elementi legati ad un nuovo dinamismo, non più “fossilizzato” sui componenti della moto, ma un qualcosa di molto più intimo e che esalta il lato vivo della moto.
La MT-09 Street Rally: variante off made in Yamaha…
Elemento distintivo il motore e la sua erogazione: questa è la MT-09 allo stato naturale… Segmento anche preso di mira da Honda come vedremo, e che sta diventando particolarmente interessante per l’utenza, un cambiamento netto dal solito oggetto a due ruote. Yamaha propone questa MT-09 Street Rally che sfoggia componenti molto ricercati che fanno da imprinting e strizzano l’occhio al solo aspetto offroad della moto. Tanti componenti speciali che la “vestono” di un aspetto nuovo e ben riuscito come nel caso della tabella porta numero anteriore integrata ai paramani, il becco sotto al faro (vi ricorda qualcosa… made in Italy), le prese d’aria anteriori maggiorate, le tabelle laterali ed i devia flusso ai bordi del carter motore.
Ma non è tutto: ecco che arrivano dei componenti che la rendono unica, piccoli oggetti che “spingono” verso un design nuovo, diverso, accattivante e che danno un senso globale della moto molto più dinamico: lo dimostrano la sella rialzatta e “monotraccia” (piano unico) e le pedane con richiamo offroad. Quindi un ulteriore balzo avanti verso una diversa proiezione della serie MT, variante che si pone l’obiettivo di “costruire” con il rider un rapporto molto più definito e caratteristico se parliamo di un design realmente multifunzione.
La SR400: salto nel passato….solo apparente
Un modello che sono certo ha colpito lo sguardo di pochi eletti: la SR400, a mio avviso, è una moto molto interessante, perché funziona come ricettore e proietta l’utenza verso un senso diverso della moto.
Un oggetto è bello proprio per questo: tuffo nel passato quindi per design, avviamento a kick-starter, cerchi a raggi, motore tranquillissimo ma, soprattutto, un viaggio nel viaggio, eredità che compie 35 anni per la fortunata serie SR 400 e 500 di fine anni ’70. Ma non è tutto: la SR400 nasce per essere trasformata, quindi ecco un altro punto futuro da analizzare, la voglia di tornare alla passione della personalizzazione vera, fatta di parti speciali che rendono la tua moto unica per davvero.
Un punto di scommessa per Yamaha? Forse, ma sono certo che la SR400 troverà consensi lungo il suo nuovo cammino di novità old style. Il motore della SR400 è un monocilindrico raffreddato ad aria SOHC a due valvole, molto simile a quello “storico”; 87×62,7 mm alesaggio e corsa e valvola di aspirazione grande, da ben 47 mm alla faccia della respirazione ottimale quindi, filtro aria grande e – novità – l’iniezione elettronica, semplice e compattissima.
L’avviamento a pedale può sembrare un assoluto controsenso per i nostri tempi, dove primeggia spesso lo Start&Stop…ed invece anche questo è un punto unico della SR400; grazie all’iniezione elettronica però, non si tribolerà più per metterla in moto, parola di Yamaha! Bellissime le alette di raffreddamento, i carter lucidissimi ed il carter motore con su il trasparente per renderlo ancor più elegante oltre che per evidenziare l’aria old style. Il telaio è tubolare e semi doppia culla con circuito olio integrato mentre il serbatoio carburante è da 12 litri ed i freni sono mix, con disco anteriore e tamburo posteriore.
Ducati: la nuova Monster 1200, istinto nelle forme dell’istinto…
Monster e Monster S 1200 istinto, senso del bello, design che suscita emozioni purissime. Innegabile che Ducati sia stata la prima Casa al mondo a tracciare quella nuova via di vitalità emozionale che ogni creatura di Borgo Panigale esprime nella sua dinamica semplicità. Con questa new Monster il confine dello stesso Monster come concetto atavico è stato sorpassato alla grande e senza alcuna riserva, voglia di osare che fa ben sperare per questa nakad d’attacco frontale al mercato.
Quello che colpisce non è tanto la moto in se, quanto l’espansione del concetto stesso: 1200 sono una bella cubatura è vero, ma la sostanza è tale da affascinare senza pecche, almeno sulla carta e dai dati che Ducati mostra, sicura di aver fatto centro, tanto da essere eletta la moto del Salone… Dato e fatto importante certo, ma che va analizzato nella “nostra” dimensione di obiettivi creativi per il futuro della moto…
Tecnologia ed interazione uomo/moto, la vera scommessa made in Ducati
Le carte di forza della Monster 1200 sono di fatto il bicilindrico Testastretta 11° DS, ormai “inflazionato” sulla gamma Ducati: e poi i suoi 135 Cv a 8750 giri che diventano 145 nella versione S (che ha una coppia di 12,7 kgm!), il peso di soli 182 kg a secco, una ciclistica eccezionale, il Ride by Wire a 3 livelli con corpi farfalla Mikuni ed il Riding Mode (Sport, Touring e Urban), la doppia accensione, l’interasse allungato di 60 mm con manubrio più alto di 40 mm, la sella regolabile in quote comprese tra 810 e 745 mm, il serbatoio carburante da 17,5 litri, le sospensioni con forcella Kayaba da 43 mm ed il mono Sachs (la versione S monta invece una forcella Ohilins con steli trattai TiN), il DSP, l’ABS a tre livelli ed il DTC pre.selezionati e rimappabili dal rider, le pinze anteriori monoblocco M4-32 con dischi da 330 mm.
Quindi c’è tutto quello che serve per costruire emozioni, anche se la nuova Monster 1200 rilancia una carta vincete Ducati, qualcosa di nuovo da un lato, qualcosa di già visto come concetto nativo, senza nulla togliere al grande lavoro Ducati per rendere questa naked, la naked più tecnologica del lotto, primato tutto italiano….