Quella di Dovizioso è stata una vittoria dal sapore pieno ma Dovizioso lascerà Ducati a fine stagione. Ne abbiamo parlato con Carlo Pernat
Andrea Dovizioso ha portato Ducati alla vittoria numero 50 in MotoGP con un record personale di ben 14 vittorie in questa classe secondo solo a Casey Stoner che ne collezionò 16.
Ma Andrea, a fine gara, ha tenuto chiusa la visiera del suo casco, forse un modo per gustarsi ancor più questa vittoria ma anche un modo – a mio modo di vedere – per sottolineare un’avventura che sta per chiudersi per sempre, visto che lascerà Ducati a fine 2020. Una sorta di “rottura” di separazione già molto strutturata, almeno a livello mentale, da parte del Super Dovi, operata da Ducati che certamente ha, ancora una volta, sbagliato tempi e modalità.
Annuncio a sorpresa ma mica tanto
Un annuncio che ha gelato un po’ tutti nel paddock della classe regina ma che, in qualche modo, era ventilato a favore del fatto che, le piccole incomprensioni Dovizioso/Dall’Igna poi così piccole non erano. Oggi non ci sono più le condizioni per correre serenamente e da qui, senza attaccare nessuno, la decisione di andar via dal Team Ducati perché stanco di attendere le decisioni 2021 da parte Borgo Panigale.
Le parole del Dovi alla presentazione del Team 2020
E pensare che, ad inizio stagione, Andrea era molto ottimista sul rapporto con il Team: “La stagione 2019 è stata molto interessante e ci ha permesso di capire molti aspetti che ci aiuteranno sicuramente a crescere e migliorare nel 2020 – spiegava Andrea nel corso della presentazione del Team 2020 -. Ogni anno ha la sua storia ed è difficile prevedere come andrà la stagione 2020. Ciò che è chiaro è il nostro obiettivo: lottare per il titolo anche quest’anno. Sia io che Ducati stiamo lavorando sodo per tornare in pista ancora più forti. Rispetto al 2019 mi aspetto di trovare molti più avversari competitivi, ma anche noi siamo cresciuti e siamo fiduciosi di poter continuare il nostro trend positivo”
Andrea percepisce nuovi progetti 20121 che non lo comprendevano?
Quindi al tempo si, c’erano le migliori intenzioni per la stagione 2020, come un’altra tappa di vita da percorrere insieme, rendendo, unico ed ancora il sodalizio tra Dovizioso e Ducati. Ma come un componente meccanico un po’ logoro, anche Dovizioso ha percepito forse nuovi progetti che non lo comprendevano nelle strategie future di Borgo Panigale.
Una storia già sentita e molto made in Italy
Sorprende questo “modo di fare” molto made in Italy: accade in Ducati è successo in Ferrari e l’azione sembra sempre convergere sul pensare ad altro quando in casa hai un bel manico come Andrea Dovizioso (attualmente secondo in campionato a soli nove punti da Fabio Quartararo), pilota che non solo va forte, ma ha platealmente contribuito a rendere questa Desmosedici così competitiva, veloce ma, soprattutto, vincente. Mi chiedo il senso di tutto questo. Si, è vero, è stato Andrea a decidere di andarsene a fine stagione, ma è pur vero che se lo farà, sarà solo ed unicamente la rottura di una corda già tesa da tempo.
Queste le parole di Dall’Igna (Direttore Generale di Ducati Corse) a fine gara: “Dopo un inizio di campionato così difficile, questa vittoria ha sicuramente un peso importante. È stata una gara un po’ particolare vista l’interruzione. Dovi ha dimostrato di essere forte e che la nostra moto è competitiva. Dopo la ripartenza la situazione in pista è cambiata, ma abbiamo riconfermato alcuni aspetti e cambiato la gomma anteriore. Voglio fare i complimenti a Dovi e a tutta la squadra per il lavoro fatto questo fine settimana. Spero che riusciremo ad essere così competitivi anche nelle prossime gare fino alla fine della stagione”.
E questo il commento di Andrea Dovizioso a fine gara: “E’ stata una gara un po’ particolare vista l’interruzione dovuta alla brutta caduta di Zarco e Morbidelli. Oggi il mio feeling con la moto non era particolarmente buono, ma in alcuni punti mi sentivo forte e riuscivo a fare la differenza. Il fine settimana è iniziato bene, ma non ero sicuro di poter vincere la gara: siamo riusciti ad essere subito competitivi e ho ritrovato delle buone sensazioni, ma ancora ci manca qualcosa rispetto agli anni precedenti. Questa pista è favorevole alle caratteristiche della nostra Desmosedici GP, ma dovremo ancora impegnarci per fare un altro passo avanti e metterci nella condizione di poter lottare per la vittoria anche in tutte le prossime gare”.
Cosa bolle in pentola? Ne abbiamo parlato con Carlo Pernat
Forse, le parole simili delle due dichiarazioni, sono l’unica verità in comune che i due hanno espresso a fine gara. E allora mi chiedo nei fatti concreti, perché Dovizioso lascerà Ducati a fine 2020? Forse sente di non avere più stimoli in Ducati oppure sente di non essere più il “pilota di punta” guardando al suo futuro? Oppure Andrea ha già in mente l’idea di valutare un paio di proposte concrete per il 2021? Oppure ed ancora Ducati, ancora una volta, sbaglia tempi e modalità?
A tutte queste domande ho provato a rispondere con l’aiuto di Carlo Pernat, spesso sulle nostre pagine con il suo punto di vista sul campo ma, soprattutto sempre obiettivo e senza veli…
Carlo, secondo te quali sono le vere ragioni di questa separazione tra Dovi e Ducati?
“Certamente, a livello sportivo, posso muovere qualche colpa a Ducati perché non puoi dire ad un pilota di attendere qualche gara prima di decidere se sarà o meno un pilota Ducati nel 2021. Quindi non mi piace sia il modo quanto la tempistica per cui si sono lasciati e questo soprattutto da parte di Ducati. Poi però guardo il podio di ieri e vedo due Ducati sul podio e quindi si è vinto anche grazie al progetto ed alla moto. Hanno certamente realizzato delle gran moto ed è sempre una delle moto migliori in gara se non la migliore negli ultimi tre anni… “
Forse Ducati punta molto sui giovanissimi allora?
“Probabilmente si, Ducati ha scelto la politica dei giovani, lo dimostra l’arrivo di Bagnaia di Martin o anche Miller, quindi l’idea è quella di svecchiare anche se le loro decisioni le prendono a Casa a porte chiuse. Certo, non si può sempre sparare a zero su Ducati, si può dire che sbaglia tempistiche e modi, come fatto anche con Jorge Lorenzo quando è stato mandato via ed oggi con Dovizioso mi pare un comportamento certo non tra i migliori, soprattutto per un pilota come Andrea che per otto anni ha fatto per tre volte il migliore degli umani… Dovi ha quindi deciso di non rimanere sulla griglia dell’attesa ed a mio avviso ha fatto bene, così si è liberato la testa tornando il Dovizioso che è sempre stato. Non dimentichiamoci però che Ducati ha scelto Bagnaia che, se non fosse caduto nelle prime gare, sarebbe stato sempre davanti a tutti. La parte che critico quindi è il binomio tempistica/scelta ma il pilota non vince mai da solo ed è anche la moto a portarlo alla vittoria”.
Certo però Ducati segue spesso questa linea…
“Certo, nel caso di Jorge Lorenzo, è stato mandato via nel momento sbagliato ed è ormai chiaro che c’è qualcosa che non va o non funziona nella gestione dei piloti. Da manager ho agito in modo diverso in passato ma bisogna dire pure che Ducati è una gran moto, soprattutto se guardiamo indietro a che moto fosse sei anni fa. È stata ed è una moto copiata per le innovazioni, come nel caso delle alette e dello studio molto attento sull’aerodinamica. Personalmente avrei tenuto Dovizioso”.
Forse Andrea non sentiva più di essere il pilota di punta per il futuro?
“No assolutamente, Dovi aveva tutta la voglia di rimanere in Ducati. È un ottimo pilota e tecnico, una brava persona e tutti gli vogliono bene, Ducatisti compresi. Credo si sia solo stufato della situazione che c’era. Lo avrei fatto anche io”.
Quanto c’è di Audi Sport in questa decisione Ducati?
“Assolutamente zero. Audi non mette becco, almeno al momento, sulla gestione della Squadra Corse”
Per te Andrea ha già in mente qualcosa per il 2021?
“Bisogna vedere le strade che si apriranno. KTM ad esempio o Aprilia, se però disponesse del budget… Servirebbero dieci milioni di euro per lo sviluppo oltre all’ingaggio per Andrea Dovizioso e questo solo Colaninno potrebbe deciderlo, significherebbe fare un grande salto qualitativo in due anni per l’Azienda italiana”.
Ma KTM e Dovizioso si sono parlati…
Probabilmente, un paio di anni fa, KTM e Dovizioso hanno parlato ma Dovi certamente pensava di rimanere ancora in Ducati… Due mesi fa certamente, il valore di Andrea sarebbe stato più altro e questo perché in KTM non sapevano di avere una moto. Oggi, grazie al grande contributo di sviluppo portato da Pedrosa, sanno di avere una moto vincente e quindi trai tu le debite conclusioni…