Intervista a Martino Bianchi, General Manager HRC su questa strana Dakar 2016 ricca di contraddizioni. Honda raccoglie un 4° posto con Benavides ma l’obiettivo è vincere nel 2017…
E’ stata una Dakar davvero strana. Direi unica se pensiamo alle mille e più problematiche che hanno dovuto affrontare team, organizzatore ma, soprattutto piloti, un po’ “sbatacchiati” qua e la per via del meteo, della riduzione o singolo annullamento di tappa oltre che di un concetto che si fa sempre più forte e chiaro per tutti.
Mi riferisco al puro e vero senso della gara, che certo ha perso ogni”affinità elettiva” con la vera Dakar, visto che tutto ormai è stato spostato in terra argentina, cilena o boliviana e questa, come afferma lo stesso Martino Bianchi – General Manager Team HRC – rischia di diventare “la solita minestra riscaldata“, il che significa una saturazione ormai conclamata da parte di tutti i team ed i piloti.
Un’avventura ed un sogno lunghi un anno…
Ma c’è una gara nella gara che, in questa edizione, ha un sapore tutto suo, perchè “racconta” il lavoro e l’avventura tecnica di un anno da parte del Team Honda HRC che ha schierato ben 5 moto ed altrettanti rider con Joan Barreda, Paulo Goncalves, Adrien Metge, un grande e generoso Paolo Ceci (32° alla fine della gara) e Ricky Brabec.
Un grande lavoro che porterà i suoi frutti…
Un lavoro intenso, meticoloso ed attento per preparare la Honda CRF450Rally all’avventura “dakariana” 2016, anche se, alla fine, per un motivo o per l’altro le cose non sono andate come sperato. In ogni modo, una CRF HRC ha acciuffato il 4° posto con Kevin Benavides (Honda Sud America Rally Team) ed il 9° con Ricky Brabec oltre all’11° con Adrien Metge. Certo la fortuna non ha aiutato Honda in questa edizione e questo per cause varie e, si sa, correre una gara come questa senza un pizzico di fortuna, rende le cose molto più complesse.
“E ‘stata una gara difficile per noi, ma abbiamo avuto dei buoni risultati – spiega Taichi Honda, HRC Rally Project Leader – oltre ad alcune vittorie di tappa… E sono arrivati alcuni risultati promettenti da parte di piloti più giovani di entrambe le squadra, quella HRC e quella Honda Sud America Rally Team. E poi altri risultati che renderanno la nostra prossima partecipazione ancor più efficace. Miglioreremo la moto e torneremo a combattere per ottenere una vittoria nella prossima Dakar”. Affermazione chiara e limpida che fa intuire che il “sistema HRC Rally” è già di nuovo al lavoro.
Martino Bianchi/HRC ci racconta l’avventura Dakar a 360°…
Ecco perchè, a più di due settimane dalla fine dalla Dakar, ad animi “placati” ho voluto sentire Martino Bianchi che, in questa lunga intervista, ci spiega molte cose inerenti non solo la gara, ma, soprattutto, ci parla a ruota libera del concetto attuale della stessa Dakar in forma “moderna”, approfondendo alcuni temi caldi quali le tappe, i piloti, le problematiche alle moto e la CRF450 Rally. In ognuno dei casi scopriamo un’energia forte e coraggiosa, al punto che, l’impegno HRC si muoverà già da subito per affinare una moto complessa come lo è la CRF450Rally… Perchè la prossima volta HRC correrà per vincerla la Dakar!
MARTINO BIANCHI, HRC General Manager: “Una gara che non mi ha entusiasmato“
Una Dakar davvero strana… Cosa hai portato a casa di questa edizione?
Si Strana a dir poco. Non mi ha entusiasmato per nulla. La prima settimana non ha avuto senso e lo si vede dai distacchi molto contenuti. La seconda come percorsi poteva andare bene, ma poi per tre tappe su 6 hanno accorciato il percorso per motivi di sicurezza e il lato sportivo un po’ a subito questa decisione. Purtroppo c’è troppa differenza tra piloti professionisti e piloti amatori, e gli organizzatori accettano iscrizioni da parte di piloti molto ma molto amatoriali. Per questo motivo poi sono costretti ad accorciare le tappe per motivi di sicurezza. Poi per quanto riguarda la mia attività, abbiamo lavorato tutto l’anno per questa gara e abbiamo veramente ottenuto molto poco. Per fortuna abbiamo trovato due giovani di buone speranze come Benavide (quarto) e Brabec (nono) che ci hanno davvero entusiasmato. Ma ci mettiamo subito al lavoro per la prossima
Domanda secca: ha vinto la strategia KTM o hanno perso alcune scelte Honda?
Ha vinto la regolarità di KTM e in particolare di Toby Price, ed ha perso la Honda che ha ancora un progetto troppo giovane rispetto a quello di KTM. Per tre Dakar consecutive arriviamo alla giornata di riposo con una Honda al comando ma poi subito dopo qualcosa si inceppa. Abbiamo avuto problemi mai riscontrati sino ad ora. Dobbiamo rendere la moto meno complicata ed al 100% affidabile.
Avete avuto dei piloti molto forti in questa edizione, ma alla fine i big hanno “sbagliato” qualcosa nell’approccio di alcune tappe?
I nostri piloti di punta sono Barreda e Goncalves. Goncalves ha guidato la gara sino alla giornata di riposo e poi una rottura del radiatore per un contatto con un arbusto ha mandato tutto in fumo. Questo è successo nella tappa Marathon dove ha cambiato il cilindro, ripartendo la mattina successiva ma è poi definitivamente caduto e si è ritirato,. Barreda si è invece fermato alla sesta tappa per un problema al motore
Parliamo di Goncalves e Barreda a ruota libera…
Sono i piloti su cui ho puntato sin dall’inizio di questa mia avventura con Honda. Mi hanno dato tanto, e potrebbero darci ancora molto, ma abbiamo bisogno di maggiore affidabilità e di un po’ di fattore C…, che conta tanto in questa gara. Barreda è il più veloce pilota in assoluto nel panorama Rally mondiale. A volte fa ancora qualche errore, ma ha piena fiducia mia e di HRC. Goncalves è più regolare e nel tempo è sempre diventato più veloce e determinato. Una roccia.
E, naturalmente di Paolo Ceci, il vero Robin Hood della Dakar per HRC…
Paolo Ceci mi ha impressionato. In tutto. Vero pilota professionista. Conosce perfettamente il suo lavoro e si fa stimare da tutti. E’ stata una rivelazione per me. La sua costanza e forza di volontà ha trascinato tutti anche nei momenti più difficili. Il suo lavoro è stato molto difficile ma di grande importanza per HRC. Forse non tutti lo capiscono ma il lato umano e il gesto sportivo di Paolo in questa Dakar ci ripaga da tutte le delusioni…..
Parliamo dell’evoluzione della moto che avete portato alla Dakar: idea progettuale, motore, soluzioni tecniche, approccio al progetto, ecc
La moto si evolve di anno in anno. Da settembre 2013 a gennaio 2016, ogni mese arriva qualcosa di nuovo da provare. E’ sicuramente un opera d’arte. A volte anche troppo sofisticata per una Dakar. Ma per Honda questa gara è il banco prova per tante soluzioni tecniche che poi in futuro verranno montate su moto di serie, ed un terreno eccezionale di prova , non paragonabile ad alcun tipo di altro collaudo. Il progetto è nato da un pezzo di carta bianco. Tutto nuovo. Con l’intento di creare una moto leggera, molto maneggevole, potente e veloce. La moto è subito nata vincente dalla prima uscita (in Marocco nel 2013), dove abbiamo vinto l’ultima prova del mondiale rally e vinto il campionato del mondo rally con Paulo Goncalves. Dal punto di vista tecnico non posso dire tanto a parte le cose che si sanno…per esempio che è un bialbero, che pesa 135 kg e ha una potenza superiore a 70 CV con velocità di punta oltre ai 185 kmh
La 450 ha dimostrato di essere un buon compromesso tecnico ed è la Vs categoria, ma il monocilindrico soffre una gara del genere o vince sempre il bicilindrico?
Credo che i bicilindrici attuali siano più che sufficienti per una Dakar. Quello che manca è una categoria “marathon” bicilindrici, ma si dovrebbero rivedere i regolamenti e i percorsi e renderli meno veloci altrimenti sarebbe un vero massacro….
Avete rotto in gara, ci puoi dire qualcosa sulle cause?
La moto di Barreda ha rotto il decompressore e poi a cascata ha influito su tutta la parte termica. Paulo ha avuto un problema sempre alla parte termica in quanto ha viaggiato per molti chilometri senza acqua al radiatore avendolo forato con un ramo.
A tuo avviso quali risorse avete appreso da questa esperienza, anche se Honda era lì per vincere quest’anno…
Abbiamo capito che siamo veloci, ma che la moto deve crescere in affidabilità ed essere meno complicata per una gara di 15 gg come la Dakar. Abbiamo capito che i nostri piloti di punta vanno appoggiati e sostenuti al massimo in quanto possono fare la differenza ma devono avere tutto in ordine e al 100% funzionale per poterlo fare.
Insomma vi soddisfa il 4° posto di Benavides?
Il quarto posto di Benavides in quanto ottenuto da un giovane alla sua prima Dakar, ci soddisfa in pieno. Non ci soddisfa il quarto posto in generale come risultato finale della Dakar 16 per HRC. Il nostro obiettivo è vincere questa gara….ma ricordiamoci che KTM prima di essere vincenti alla Dakar ci ha messo 7 anni… noi siamo solo al quarto anno di partecipazione dopo 24 anni di stop.
Quali aggiornamenti porterete avanti sulla nuova moto 450?
Non credo faremo delle modifiche sostanziali alla moto ma solo piccoli accorgimenti per renderla ancor più affidabile e semplice. Miglioreremo il setting delle sospensoni che in alcune situazioni non si sono rilevate ottimali soprattutto sui terreni molto sconnessi ed accidentati, da percorrere a medie velocità.
Parliamo della CRF450 Rally che andrà in produzione…
No comment sorry! Non so veramente nulla sull’argomento e temo che dovremmo aspettare ancora un pochino…
Cosa ti ha lasciato addosso questa Dakar 2016? Ha senso continuare a correre una gara con tante variabili come quest’anno?
La Dakar ha sempre senso correrla ma deve avere un percorso vero e non come quello di quest’anno… improvvisato all’ultimo momento. Poi ci vorrebbero nuovi paesi e nuovi posti. Ora l’Argentina la conosciamo come le nostre tasche e siamo un po’ stufi sinceramente ed il percorso Cile, Bolivia , Argentina è sempre la stessa minestra riscaldata.
Ci vogliono nuovi imput enuove motivazioni. Marc Coma ha portato qualcosa di nuovo nella Dakar 16, e sono sicuro che avrà la possibilità di fare un buon lavoro se lo lasciano operare. Nella gara di qust’anno non ha avuto la possibilità di esprimersi ancora al meglio, ma per esempio le partenze per i primi dieci piloti distaccati di 3 minuti l’uno dall’altro ha già fatto una bella differenza.
Due parole sull’Organizzazione dell’evento… Non tutti sono felici!
Se devo essere sincero anche noi non siamo stati molto felici. Abbiamo notato un ridimensionamento in tutto e questo non è bello, soprattutto per una Casa che spende più di 300.000 euro solo in iscrizioni.
Vincerete la prossima Dakar? …stessi piloti?
Ci proveremo e abbiamo già iniziato a lavorare da subito. I piloti di punta non cambieranno, con Barreda e Goncalves punte. Vogliamo confermare Brabec e Benavides (che correrà con Honda Sud America), il resto lo metteremo a punto entro fine marzo.
Certo nessuna tv italiana ha seguito la gara e nessuna testata in modo capillare. Colpa dei tempi o solo disinteresse verso i Raid Marathon?
La Dakar in Europa e specialmente in Italia non attira più come una volta. In Francia e Spagna è ancora ok, ma in Germania, UK e Italia, la possiamo seguire solo attraverso Eurosport. Questo è un lato molto negativo. Io ho cercato sino all’ultimo di portarla su Italia 1 o Sportitalia attraverso mie conoscenze ed ho creato il contatto con gli organizzatori, ma poi non è stato fatto nulla. Davvero un peccato. Qui gli organizzatori potrebbero veramente fare di più…
Come procederete per lo sviluppo della nuova moto? A quando i primi test?
Abbiamo programmato dei test per fine aprile e vorremmo iniziare la stagione agonistica a metà maggio. In questo momento siamo in fase di pianificazione anche se in HRC stanno già lavorando dalla settimana scorsa.