Un test con notevoli stress meccanici per questo motore YX preparato per l’occasione. Abbiamo messo sotto torchio i prodotti Prorace per poi aprire il motore
La curiosità tecnica fa parte del nostro lavoro. L’idea di base cresce ma si espande solo quando hai la possibilità di interfacciarti con tecnici che hanno sempre una visione “schietta” quando si parla di meccanica. Con Prorace, quindi, è stata una piacevole scoperta dal momento in cui ho progettato fino alla realizzazione di questa prova.
Una breve premessa
Un test con notevoli stress meccanici per questa YCF Bigy 150 MX preparata per l’occasione. Come sempre, siamo abituati a provare i prodotti prima di indicarne la reale qualità, perché ritengo che le cose vadano sempre raccontate in tutta la loro storia.
È una prova di sincerità verso il nostro attento e competente pubblico che segue da anni sia le nostre prove auto e moto quanto, come in questo caso, alcuni test del tutto particolari.
L’idea del test Prorace nasce nel paddock
L’idea mi venne nel corso di una gara del CIV 2022 dopo una lunga chiacchierata con il titolare dell’Azienda italiana Prorace che ha sede a Ranica. (BG). Avevo subito notato in Lorenzo Fanelli passione e determinazione nel credere nei propri prodotti, con l’aggiunta di una copiosa dose di tecnologia applicata all’intera gamma del marchio.
In quella mezz’ora ho compreso quanto questa Azienda lavori sodo sulla tecnologia per poi metterla a disposizione della propria clientela. Dalle due alle quattro ruote, passando per il settore industriale per poi sprigionare performance nel Motorsport. Ma ho anche compreso quanto l’Azienda stia guardando lontano, con un approccio realisticamente ed obbiettivamente innovativo.
Gamma prodotti ricca ed attenta selezione delle materie prime
Prorace vanta una prolifera gamma di prodotti, in grado di elevare performance ed affidabilità dei propulsori. Dietro queste due semplici “regole prime” c’è una selezione attenta delle materie prime, che sono di altissima qualità e che portano ad una minore usura meccanica ed abbattimento dei consumi. Senza dimenticare il notevole incremento dei valori legati alla coppia.
La gamma Prorace raccontata da Lorenzo Fanelli
A questo punto, mi sembrava corretto dar voce a Prorace nella persona del titolare a cui ho chiesto una panoramica veloce sulla propria gamma lubrificanti. Leggerete prossimamente l’intervista integrale che racconta idee, tecnologia ed obiettivi del marchio italiano. Questo, quindi, è solo un breve estratto di una più ampia chiacchierata con Lorenzo Fanelli che pubblicheremo a breve…
Lorenzo ci racconti la gamma Prorace Moto?
Prorace Competition Lubricants, vanta tre linee principali: Classic, Max Power, Racing SBK La linea Classic è una linea che si colloca come un prodotto “tagliando di fascia alta”.
La linea Max Power – prosegue Fanelli – è un prodotto di fascia superiore, grazie all’utilizzo di materie prime di pregio, abbinate ad una tecnologia avanzata ed esclusiva denominata “XPT Technology”.
Questa sigla riduce nettamente il contatto diretto tra i metalli riducendo i fenomeni di usura. Si tratta di una miscela di molecole di nuovissima tecnologia, composta da un mix di esteri lubrificanti polarizzati che garantiscono una iper-resistenza del film lubrificante, garantendo così la massima stabilità termica, un’assenza di residui e morchie oltre ad un’altissima capacità di resistenza del film lubrificante, anche in condizione limite.
Questa particolare tecnologia offre diversi vantaggi in tutte le applicazioni meccaniche ed industriali. La Linea Racing SBK invece, punta su lubrificanti di altissima fattura tecnica, merito di materie prime di elevata qualità, abbinate ad una sapiente miscelazione di derivazione F1, oltre all’utilizzo della tecnologia esclusiva XPT.
La prova Prorace: 5 ore di test e poi motore aperto
Un test apparentemente semplice che però nascondeva delle “insidie” quali le quasi 5 ore di prova no-stop (ci siamo fermati solo per rifornimento e controllo livello olio) e la successiva apertura del motore per renderci conto come avesse lavorato la formulazione Prorace XPT Tecnology.
In questo test ci ha dato una gran mano l’officina Spider Garage di Rieti con il tecnico Alex Blasi che ha poi aperto il motore YX. Insieme abbiamo analizzato nel dettaglio lo stato reale di usura delle parti in movimento quali albero motore, pistone, desmodromico del cambio e cambio, forchette e la frizione con i suoi dischi.
Parlano le parti meccaniche nel video
Tutto questo l’abbiamo racchiuso nel video, perché, parole a parte, parlano i fatti ma, soprattutto, lo stato delle parti meccaniche così come hanno lavorato. Il motore YX150, come del resto il GPX, la gamma ZS, il Lifan, il Daytona e tutti gli altri, sono 4T raffreddati ad aria e questo è già di per sé un problema se parliamo di controllo delle temperature e conseguente affidabilità meccanica nel tempo.
Con l’aumento delle temperature operative del motore, spesso le performance calano. Nel nostro caso il motore YX150 (nuovo e sballato) è stato dotato di radiatore olio, albero motore corsa 57 mm e kit Bucci Moto da 62 mm oltre ad un carburatore Keihin da 28 mm.
Dunque, una preparazione volutamente “spinta” per dare spazio al reale lavoro del lubrificante in condizione severe e regimi operativi sempre elevati, prossimi a 12.000 giri.
ALTA CHIRURGIA: ANALISI TECNICA DEL MOTORE YX
Due parole sulla formulazione tecnologica XPT
È il segreto dei lubrificanti Prorace. XPT Tecnology vanta una miscela di molecole di innovativa tecnologia che si compone di un mix di esteri lubrificanti polarizzati (lubrificanti di ultima generazione, non più formulati con materie prime idrocarburiche, ma biodegradabili di origine sintetica) in grado di garantire un’elevatissima resistenza della pellicola o film lubrificante.
Migliore stabilità termica
Questo elemento porta ad una migliore e massimizzata stabilità termica, ad un’assenza di residui metallici e morchie depositate e ad una resistenza del film stesso che può arrivare a 4/5 volte in più rispetto ad un lubrificante “tradizionale”.
Le moderne motorizzazioni auto o moto sono ormai costruiti con minime tolleranza di lavorazione e questo ha portato a rendere sempre più piccoli i passaggi olio. Si intuisce che, mantenere pulita l’area del foro passaggio è fondamentale per l’affidabilità del motore.
Lubrificanti specifici per il mondo pitbike e MiniGP
Ma quello che più ci interessa sono i lubrificanti moto della linea due ruote: “Moto Max Power” e Moto Racing Max Power ma in particolare il lubrificante dedicato al mondo pitbike/MiniGP Motor Oil 10W50 Racing PIT-GP (Jaso Ma2), formulato specificatamente per propulsori ad elevata compressione così come lo son quelli del mondo pitbike.
Le sue caratteristiche dichiarate sono: massima protezione alle elevate temperature ed elevati regimi di rotazione, abbattimento della temperatura olio, migliore accelerazione, riduzione della rumorosità meccanica – come punterie e manovellismo – e minimizzazione delle vibrazioni motore.
Motor Oil 10W50 Racing Pit-GP è quindi un lubrificante totalmente di sintesi, additivato con tecnologia XPT espressamente concepito per i motori 4T ad aria del mondo Pitbike e MiniGP.
Gli speciali additivi antiossidanti poi, consentono migliore pulizia del motore con l’aggiunta di un cambio nettamente più morbido e rapido nel passaggio tra un rapporto e l’altro. Grazie alla lubrificazione “magnetizzata” su ogni parte mobile del motore, si evitano i micro-grippaggi in fase di avviamento.
Cosa abbiamo scoperto nel corso della prova?
Ho volutamente dato ampio spazio all’analisi tecnica del motore aperto e dei suoi componenti: sappiamo che i motori asiatici per le pitbike non brillano certo per lavorazioni meccaniche o precisione nell’accoppiamento dei carter (che tra l’altro non sono nemmeno identici in quote relativi ai piani pur trattandosi dello stesso propulsore) né tantomeno nello spessoramento dei cambi.
Dopo questa prova però, posso dirvi cosa ho scoperto. L’avviamento del propulsore è ora più rapido, considerando sia i quasi 180 cc di cubatura (data dal big bore kit Bucci e dall’albero corsa 57 mm) che la notevole compressione ed altezza dello squish rispetto allo std. Ho notato un cambio più morbido e preciso negli innesti, specie tra terza e quarta marcia ed una frizione che “tiene” molto di più e non trascina quasi più.
Ed ancora, il regime di minimo è più regolare mentre la carburazione appare più precisa, specie sui “transitori” e quando di parzializza. Inoltre, si è lievemente affievolito il sound emesso dalle punterie e dalla distribuzione.
Altra cosa notata è la migliore e più lineare e pulita accelerazione in uscita di curva, mentre il motore sembra molto più “legato” al gas nel senso che è più reattivo alla minima sollecitazione dell’acceleratore.
I prodotti testati
E sono eccellenti anche gli altri prodotti provati per questo extreme test il Miracle Track, ovvero lo spray catena che penetra perfettamente nelle maglie e mantiene la scorrevolezza della catena anche con fango e polvere. Vanta quindi un’ottima adesività ed una notevole resistenza e tenacia.
Altro prodotto ottimo è il Pulitore Freni (apprezzatissimo dal nostro tecnico) che porta via lo sporco senza lasciare tracce sul metallo anche del motore.
Ed infine Fuel Catalyst, trattamento per i carburanti (una pastiglia per 60 litri di benzina o gasolio) che migliora la combustione proprio come un octane booster, con la particolarità di una migliore risposta sul comando gas e massima pulizia dei passaggi di iniezione o dei carburatori.
(Foto e Video EMANUELE CHIAVERINI – si ringrazia Alex Blasi della Spider Garage)