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    PROVA: DUCATI MONSTER 796 ANNIVERSARY

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    La Ducati Monster compie venti anni: 250.000 moto vendute, un grande successo che ha origini lontane ed oggi le tre nuove versioni Anniversary. Ecco la 796, forse la più bilanciata delle tre per prestazioni e fruibilità. La Monster 796 ama la città ma soprattutto il misto, dove sa far divertire il neofita e lo smaliziato. Una moto che ha fatto storia…

    Ci sono oggetti a cui siamo ormai abituati e che, ormai, fanno parte del nostro quotidiano. Icone del nostro tempo che hanno alla loro spalle una grande tradizione “culturale”, fatta di storia ma anche di precise caratteristiche costruttive, come nel caso di una moto che, con le proprie forme, ci ricorda nell’immediato un qualcosa di forte e passionale.

    E’ il caso della Ducati Monster, vent’anni di assoluto protagonismo, icona inconfondibile della nostra passione, del nostro tempo e che, nel passare degli anni, non ha mai perso quello stile unico, natura ed essenza della bicilindrica desmo di Casa Ducati…

    Già. La Monster entra in un compleanno realmente storico: i primi suoi vent’anni da quel lontano 1992 (da allora ne sono state vendute 250.000), anno della sua presentazione con produzione iniziata nell’anno successivo. La prima moto di tanti, una moto che rimane nel cuore di molti, che è poi l’essenza calda della moto stessa: un telaio a traliccio, il bicilindrico made in Ducati, un sound inconfondibile, una linea e stile unici e senza tempo. Senza tempo davvero…

    Tre versioni Anniversary per tutti…

    Così eccola nel 2013 con una nuova versione, questa volta meritatamente Anniversary ed offerta in tre cubature da 696, 796 (la moto del test) e 1100 EVO. Questa “nuova Monster” abbina il rosso Ducati ad un telaio verniciato in bronzo con pinze freno e flange dei dischi in oro e colori dedicati scelti per evidenziare i punti salienti della naked Ducati, ovvero i foderi forcella in color champagne, il forcellone, piastre e piedini forcella e coperchi del motore in grigio e supporto del famoso proiettore tondo inevitabilmente cromato. Un tocco retrò è offerto dagli specchi retrovisori in stile anni ’90 e dalla sella che ricorda la prima versione della Monster.

    La Monster 796 Anniversary: anima per ogni stile di guida

    Bilanciata, con i suoi 167 kg ed un’ergonomia ideale, potente quanto basta, con i suoi fluidi 87 Cv ma, soprattutto, una moto da usare ogni giorno, per via della sua massima fruibilità innata, che scaturisce dal grande equilibrio globale; anche accattivante esteticamente, grazie al forcellone monobraccio, sicura, grazie all’ABS opzionale e dallo stile inconfondibilmente Ducati…

    La moto quindi è sempre stata aggiornata, migliorata nel tempo: è stata rivisitata la posizione di guida, abbassandone l’altezza a 800 mm ed alzando il manubrio di 20 mm, con il risultato di un’ottima triangolatura ergonomica, elemento che invita all’uso anche turistico della Monster.

    Ciclistica: impostazione sportiva ma non solo…

    Inutile e superfluo ricordare la carta vincente della Monster: ovvero il suo bel telaio a traliccio a vista, anima pura della naked italiana. Un “abbraccio” tubolare che sovrasta la meccanica, appesa, aggrappata all’essenza stessa della Monster; un ruolo fondamentale che poi è lo stile Monster, caratterizzata anche dal grande serbatoio, anch’esso parte, porzione dello styling della 796 come delle altre naked Ducati della serie.

    Le sospensioni sono un mix tra Kayaba e Sachs: forcella da 43 a steli rovesciati nel primo caso, monoammortizzatore con regolazione precarico/estensione nel secondo, quest’ultimo montato sul bel forcellone monobraccio, parte “scenicamente” della Monster 796. Il telaio poi vanta un’ottima rigidità torsionale ed abbina parti fusione di alluminio come per i fianchetti e le piastre porta pedane.

    Per l’impianto frenante la 796 non è seconda a nessuno: questo grazie ai doppi dischi semiflottanti anteriori da 320 mm, rallentati da pinze Brembo a 4 pistoncini ad attacco radiale, con disco singolo al posteriore da 245 mm servito da pinza a doppio pistoncino. Opzionale il sistema ABS (+ 2 kg) mentre le ruote sono da 17” a cinque razze ad “Y” in leggero alluminio e, solo per la 796, c’è un bordino perimetrale rosso sulla circonferenza del cerchio. Le coperture sono le Pirelli Diablo Rosso II nelle misure 180/55 e 120/70. Per le quote spiccano i 1450 mm d’interasse, gli 87 mm di avancorsa ed i 24° d’inclinazione cannotto.

    Motore: il desmodue, quasi 2 kg in meno…

    Questa riduzione di peso è merito dei nuovi carter rispetto al motore della 696. La corsa motore – l’albero motore vanta ora contrappesi tipo 848 – è stata elevata a 66 mm (l’alesaggio è di 88 mm) contro i precedenti 57,2 mm in modo da elevare la potenza a 87 Cv a 8250 giri con valore di coppia proteso a 78 Nm a 6250 giri; tutto questo senza però “rubare” nulla se parliamo di fluidità ed erogazione del famoso ed intramontabile bicilindrico “duevalvole” ad “L” firmato Ducati.

    Quindi la reale cubatura è ora di 803 cc con rapporto di compressione più alto rispetto alla 696, che passa da 10,7:1 agli 11:1 attuali con notevole incremento del “tiro” e prontezza del motore, anche in virtù dell’iniezione elettronica Siemens (corpi farfalla da 45 mm) e dello scarico 2-1-2, dotato di valvola e silenziatori alti con nuove protezioni paracalore.

    La frizione antisaltellamento APTC evita il bloccaggio della ruota posteriore nelle scalate più aggressive, ma è forte anche di una grande modulabiltià nel traffico cittadino, il che significa minor fatica per un parco utenza sempre più ampio. Ed a proposito di Anniversary, la 796 viene offerta nelle colorazioni Rosso Ducati, Artic White e Diamond Black Silk, non manca il logo Ducati sul parafango anteriore ed il tricolore è presente sia sul coprisella monoposto che sul serbatoio.

    Come va: facile e divertente, forse la più bilanciata del lotto…

    Come sempre la Monster è sempre la Monster!  Questa è la prima cosa che viene in mente quando si sale in sella al piccolo grande mito Ducati. Piace l’immediato feeling che si avverte in sella, merito dell’ottima triangolatura busto/gambe/braccia, che non “impongono” mai una guida faticosa ma, al contrario sempre dinamica e divertente. Veri protagonisti in sella in città, nel fuoriporta, sul misto, dove la naked Ducati evidenzia tutta la sua natura elettrica, rapida e scattosa…

    La sella è comoda ed oltretutto convince la ridotta altezza da terra, che invita molta più utenza in sella questo è certo! Le braccia larghe, le pedane un po’ alte ed arretrate, non sacrificano affatto l’abitabilità della moto, ne tantomeno la maneggevolezza, anche se la geometria dell’angolo di sterzata non favorisce le manovre negli spazi più ristretti. Però la Monster si fa amare per altre cose: il motore brillante e ricco di coppia, i consumi modesti, la ridotta manutenzione (tagliandi a 12.000 km) e spese di gestione realmente inesistenti. E poi, a tutto questo, va aggiunta una natura che invita alla guida “svelta” in ogni direzione…

    Motore potente e piacevolissimo…

    Del motore non posso che parlar bene: un gran bel bicilindrico che gira tondo e sincero, pulito, capace di rapidissime accelerazioni e ottima ripresa fin da 2500 giri anche nel rapporto più alto.

    Piace il suo comportamento schietto, perché da 3500 giri tira che è un piacere ed è “pieno” fino ad oltre 6500 giri con fascia migliore compresa tra 4000 e 6200 giri. Non digerisce troppo la guida “sottocoppia”, anche a causa del rapporto finale un po’ lungo, che quindi invita e tener su il regime operativo quando si vuol guidare svelti nel misto. Piacevole sia il sound in abduzione che quello emesso dai generosi e voluminosi silenziatori, che, se da un alto “tolgono” un po’ di mordente alla tonalità finale, fanno stare “rilassato” l’eventuale passeggero, acusticamente parlando.

    Molto buono il comportamento della frizione, caratterizzata da un comando dolce e progressivo anche se il cambio (specie nel salire di rapporto) sembra puntare un po’ tra terza e quarta marcia. Un pelino duro anche nello scalare il rapporto e, occasionalmente, nella ricerca del folle.

    Ciclistica da godere, specie sul misto/veloce…

    La ciclistica della Monster 796 – identica nelle tre versioni – è anch’essa molto ben bilanciata: la forcella, progressiva, risulta solo un po’ secca nella risposta sul pavè cittadino, stessa cosa che interessa anche il comportamento del mono posteriore, che però trasmette in modo sincero ciò che scorre sotto la ruota.

    Quindi risposta secca nel primo tratto che poi, via via, cede verso una taratura più ottimale, specie su strade più levigate e scorrevoli; affonda poco in staccata e la ripartizione del peso ottimale della Monster, aiuta non poco nella perfetta gestione della moto un po’ in tutte le situazioni.

    Neutra e maneggevolissima…

    Si piega tanta con questa divertentissima “desmodue” e la moto risulta molto neutra a centro curva e veloce nei cambi repentini di traiettoria, un vero giocattolo da misto che sia stretto o medio/veloce. Anche entrando pinzati in curva, non appena di lascia la leva, la Monster scende in piega morbida e sincera, caratteristica propria che aiuta molto i neofiti o i meno smaliziati, al contrario, in mani più esperte, può diventare un “cliente scomodo ed inaspettato” per altre moto, proprio per la sua leggerezza che, abbinata ad un’elevatissima maneggevolezza, la rendono insidiosetta…

    Frenata potente, combinazione perfetta…

    Sincera anche in ingresso curva, si distingue per la proverbiale linearità dell’avantreno, equilibrato e “schietto” anche forzando forte; altro grande plus è certamente la frenata, sempre “di forza”, grazie al doppio disco anteriore Brembo ma, soprattutto, all’attacco radiale delle pinze che rende l’anteriore stabile e privo di oscillazioni anche frenando dentro la curva in modo esagerato. Qui mostra tutta la sua potenza ma, soprattutto, la sua speciale modulabilità, complice il singolo posteriore ottimo e fedele anche se usato a centro curva per stabilizzare la moto.

    Insomma una Monster così è davvero ancor più speciale: una moto che può definirsi “matura” e pratica e che da oltre vent’anni ha saputo sempre rinnovarsi evolvendosi insieme al rider, a stretto contatto con le sue esigenze e quelle di guida. Che cambiano e variano anche in funzione di una tecnologia sempre più avanti… Un Anniversary tutto guadagnato sul campo da Ducati, perché sono loro, gli utenti, ad esserle sempre sinceramente affezionati…

    (Si ringrazia per la collaborazione Francesco Arioni)

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    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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