Test estremo della Tacita T-RE, prima e vera enduro elettrica: uno spaccato completo su questa moto, innovativa e pronta per la sfida con le endotermiche. Il nostro tester estremo Marco Maggi l’ha messa sottotorchio…
Dentro e dietro ogni sfida c’è un’impresa, una motivazione, un desiderio di realizzare, la profonda scommessa che porti innovazione ma, soprattutto, una ventata di novità che possa cambiare “punto di vista” ad un concetto nativo basato su ciò a cui si è abituati. Come ad esempio l’idea che l’enduro possa essere praticato solo con una moto a 2 o 4T.
L’intuito però funziona spesso al contrario perchè è frutto di un pensiero velocissimo, base concreta per un progetto ambizioso da sviluppare e che nasce quasi per caso. Per scommessa appunto o, semplicemente, per passione epidermica. “L’idea di questo progetto risale al 2009, quando ho iniziato a pormi i problemi riguardo l’ inquinamento acustico in Piemonte – ci spiega Pierpaolo Rigo, mente del progetto Tacita -. Andai a provare una moto che allora era molto bella ma valutai che alcune caratteristiche non erano esattamente quelle che cercavo, come amatore. Quando tornai a casa ne parlai con mia moglie e lei mi disse che, data la mia esperienza con le moto e la conoscenza del mondo motociclistico, avrei potuto realizzarla da me una moto…”
L’Enduro quindi ha sani istinti audaci nel suo DNA ed anche questa specialità è un po’ come vivere una sfida (quella di Pierpaolo Rigo lo è al 100% visto che la vive in prima persona prima da pilota, poi da imprenditore), ogni gara, ogni speciale ed ogni volta che il pilota indossa il proprio casco. Enduro è affacciarsi su percorsi difficili, è difficoltà tecnica, è fatica ma è anche istinto, che la moto lascia sempre e comunque al pilota. Ma enduro è anche spazio all’elettrico, quindi al nuovo, mai così “maturo” e concreto come su questa T-RE…
Progetto Tacita: silenzio ma soprattutto innovazione che cambia l’Offroad
La sfida che raccontiamo di seguito, va ben oltre l’enduro classico o per come molti lo conoscono. Si perché, a differenza di un qualsiasi “racconto offroad”, in questo non c’è un sound da raccontare ma, piuttosto, un qualcosa che irrompe delicatamente nel sottobosco, un sibilo schietto e sincero che fa capire che questa non è una moto comune, ma una vera enduro elettrica discreta ma un passo avanti, Tacita in sintesi estrema, visto che di estremo (in tutti i sensi tecnici) stiamo parlando. il nome scelto proviene dal latino e si riferisce alla grazia della dea del silenzio, ed è proprio nel silenzio più vivo della natura che questa T-RE si sente a proprio agio.
Due righe di premessa, ci stanno!
Si, l’elettrico può accedere all’enduro come un’endotermica e questa iper test lo ha schiettamente dimostrato: Tacita non è una moto a cui si è stata applicata l’idea di un motore elettrico “aggiunto” ma, una vera moto su cui i tecnici hanno lavorato di fino, dalle sovrastrutture all’erogazione del motore, dal design, al bilanciamento dei pesi, al mondo che vi gira attorno, senza dimenticare la natura nativa di una enduro vera da portare al limite. Tutto questo poi, lo leggerete anche nelle parole del nostro tester “estremo” Marco Maggi, il quale, dopo una breve sessione di timido apprendistato, è riuscito a salire laddove nemmeno lui sperava, tantomeno gli uomini Tacita. Ed aggiungo che, la domanda spontanea e più ovvia, potrebbe essere quella circa la durata dei pacchi batteria in gara o in uso estremo. Anche qui vale la regola che molto dipende dal tipo di uso che se ne fa…
Pronta a competere con le endotermiche…
L’elettrico è quindi maturo per esserci e per competere con le endotermiche, perché, questo progetto, non si basa sulla sola passione del suo ideatore, ma su un pool di tecnici che hanno lavorato per renderla competitiva e assolutamente capace di grandi performance, anche nell’offroad più estremo… Un qualcosa che cambierà di fatto il “percorso” del fuoristrada in genere (almeno nell’approccio e nella stimolazione del mercato), viste le premesse ed i risultati di questo test, che ci ha permesso di analizzarne tutto il reale potenziale “bellico”.
T-World, il mondo Tacita, nonsolo una moto ma un modo di concepirla
Estremo nella bontà del progetto, estremo nel gradiente di emozioni che questa moto è in grado di trasmettere, estremo perché Tacita T-RE raccoglie ed accoglie tecnologia ma anche un mondo legato a questa moto, proprio perché questa non è solo un’intrigante offoroad, ma anche e soprattutto un progetto che si estende, attraverso il T-World, ben oltre i concetti delle ruote tassellate.
Design offroad: tutto ruota attorno al propulsore..
Il design della T-RE sorprende per pulizia ed impatto visivo: la parte anteriore sembra “convenzionale”, con la valida forcella Marzocchi il parafango a doppia curvatura e la mascherina portafaro che nasconde una completa strumentazione a led, quindi fin qui, tutto normale…
Ma le novità si “aprono” nell’area centrale della moto: tutte le sovrastrutture sono state realizzate (in luogo delle classiche sostanze chimiche derivate dal petrolio) con biofibra in lino (bio plastiche) proprio perché consente di raggiungere una resistenza simili alla fibra di vetro, grazie all’apporto di materiale organico con l’aggiunta di fibre organiche. Per la scelta delle resine, si è ricorsi a quelle della Entropy Resins, proveniente da particolari lavorazioni di carta e bio carburanti da biomassa; in questo caso quindi, parliamo di legna al posto di altre coltivazioni quali mais ad esempio, proprio per evitare l’utilizzo di cibo per uso industriale.
Estetica si, ma anche elevata funzionalità e protezione…
Particolare la forma alta dei convogliatori, in alluminio, che si incastona con la zona centrale che abbraccia l’area dove sono inglobati i due radiatori di raffreddamento e porzione del motore e del controller, imponente alla vista, specie nella sua parte inferiore. Il telaietto posteriore poi, è una scocca autoportante in alluminio trattata con anodizzazione dura a spessore al fine di rendere la struttura resistente sia all’usura che all’abrasione oltre che a vantaggio di un elevato isolamento elettrico. “Per la parte posteriore abbiamo fatto una monoscocca in alluminio autoportante – spiega Piepaolo Rigo – che contiene tutta la parte elettronica. Lo abbiamo fatto per distribuire meglio il peso, per non utilizzare dello spazio e anche perché dal punto di vista estetico la soluzione del monoscocca posteriore integrato sulla moto ci ha subito affascinati come idea, quindi siamo andati avanti con questa soluzione”.
Ergonomia per tutti, ampia e versatile
Questo era uno degli obiettivi dei tecnici Tacita: offrire e garantire al pilota una moto quanto più simile per ergonomia e posizione di guida, alla più tradizionale offroad di livello; il range, come ci spiegano, vanta un’escursione che varia dal 95% maschile al 5% femminile, il che significa garantire a tutti una posizione di guida dinamica ma, soprattutto, ad elevato ed immediato feeling. E questo dato lo ha riscontrato anche Marco Maggi che l’ha portata al limite ed ha più volte detto che la posizione di guida della T-RE è molto intuitiva e naturale.
Il motore di Tacita: raffreddamento a liquido e doppia mappatura
Dalle foto della moto “spogliata”, si nota quanto l’insieme sia stato ottimizzato per il risparmio di peso ma anche per garantire la massima protezione al motore (che presenta bellissimi carter ricavati dal pieno fresati in Anticorodal) ed alle batterie, contenute nelle due “tasche” laterali (leggermente convergenti) protette da robusto rollbar e dai convogliatori.
Si tratta di un’unità asincrona trifase in corrente alternata (potenza nominale S1 9kW – potenza picco S2 27 kW, con coppia di ben 60 Nm), dotata di rotore interno a gabbia. Senza spazzole quindi, un vero brushless (con BMS per il monitoraggio e gestione delle celle potenza) che vanta al suo attivo elevatissimi rendimenti ben oltre il 90% nelle zone di lavoro estremo mentre risulta particolarmente affidabile per via della mancanza di contatti a strisciamento e di parti meccaniche che necessitano di essere lubrificate.
Ma, la vera novità è di fatto il raffreddamento a liquido sia per il motore che per il controller: dunque temperature di lavoro stabilizzate che abbassano (cosa essenziale) il consumo di energia al fine di garantire prestazioni elevate, visto che il target migliore per un propulsore elettrico, si trova tra i 40 ed i 60°C, temperature che allungano l’autonomia e la scarica ideale per le batterie. “Il motore è con raffreddamento a liquido – ci spiega Pierpaolo Rigo -, perché costanza di raffreddamento significa costanza di prestazioni, sia nel tempo che nella potenza. Un motore elettrico tende come tutti i motori a scaldare. Godere del raffreddamento a liquido, consente di ottenere fino alla fine della carica batterie delle prestazioni uguali e, soprattutto, abbiamo deciso di raffreddare anche l’inverter” . Doppio e ben protetto radiatore quindi made in Italy in Anticorodal, dove spiccano saldature eccellenti…
SPORT ed ECO, con funzione RESERVE POWER
Due le mappe: SPORT ed ECO, nel primo caso massima trazione e potenza, nel secondo massimo rispetto per il terreno mentre, quando la batteria arriva al 20% della carica residua, Tacita entra in mode RISERVA, al fine di poter raggiungere la base di ricarica. Il cambio infine, è con 5 rapporti e frizione a comando idraulico. E c’è anche la possibilità di sfruttare il freno motore in due mode: sistema rigenerativo in frenata per la ricarica delle batterie oppure riduzione dell’effetto freno motore a vantaggio di una migliore scorrevolezza della moto, che così va guidata in scioltezza globale.
Le batterie sono Li-Po, accumulatori litio-polimero…
E’ la più avanzata e duttile tecnologia per elementi legati alla trazione elettrica: pesano meno delle altre, quindi piombo, litio-ferro-fosfato ed hanno una densità energetica maggiore, pari a 167 Wh/kg e non sono “sofferenti” dell’effetto memoria. La loro capacità residua è pari all’80% mentre il numero di ricariche dichiarato è di circa superiore a 2000 cicli.
Ciclistica: telaio monotrave e scelta pregiata dei componenti
“Il telaio è in cromo molibdeno monotrave che abbiamo sviluppato cercando di avere una moto non troppo rigida come ciclistica, una moto che si lasci guidare, adatta all’enduro – spiega Rigo -. Questa è sicuramente una delle caratteristiche che abbiamo fortemente voluto sul motore enduro, a differenza delle altre due tipologie: cross e rally”.
Quindi un’unità monotrave sdoppiato in tubi di acciaio al CrMo 25NiCrMo4 messa a punto proprio per la T-RE. La zona del cannotto presenta ampi trapezi di rinforzo mentre la culla inferiore scende già dritta da sotto i due radiatori per poi creare un angolo morbido sotto al motore (munito di paramotore in alluminio) per poi congiungersi alle travi discendenti ad arco. La linea di pivot è leggermente spostata in alto a vantaggio della trazione, come del resto l’intero studio delle masse e pesi, rivisti secondi i canoni e l’erogazione ed il carattere del motore elettrico.
Forcella Marzocchi, mono Ohilins, mozzi in Avional
La forcella a steli rovesciati è una valida Marzocchi Shiver con steli trattati TIN e sistema di smorzamento multi valvola e molla con annesse le regolazioni fine di compressione e ritorno. L’escursione è di 300 mm mentre il mono posteriore è Ohilins alte/basse velocità 15X15 regolation che lavora su leveraggio progressivo che garantisce anch’esso 300 mm di corsa. I mozzi sono in Avional ricavati dal pieno e sono montati su ruote da 21 e 18” che vengono “rallentate” da un disco anteriore flottante da 270 mm e da unità posteriore da 220 mm.
L’INTERVISTA TECNICA: Pierpaolo Rigo e la sua Tacita
A quanto risale come tempistica questo progetto?
“L’idea di questo progetto risale al 2009, quando ho iniziato a pormi i problemi riguardo l’ inquinamento acustico in Piemonte. Andai a provare una moto che allora era molto bella ma valutai che alcune caratteristiche non erano esattamente quelle che cercavo, come amatore. Quando tornai a casa ne parlai con mia moglie. Lei mi disse che data la mia esperienza con le moto e la conoscenza del mondo motociclistico avrei potuto farla da me una moto. Così nacquero i primi interventi, in maniera sperimentale. Inizialmente nessuno ci credeva, quindi bisognava prendere tutta la merce pagandola in anticipo, col rischio di non averla. Il primo anno abbiamo fatto molti test, abbiamo bruciato un po’ di motori, abbiamo visto un po’ di cose.. Un giorno sono andato nel posto dove di solito facevo i test delle mie moto…
C’era un percorso di 28/32 minuti, aperto al pubblico. Era una strada di circa 14 km in montagna. Mi sono detto: “Se riesco a percorrere, con questa configurazione di moto, almeno 40 km in un tempo che sia vicino ai tempi che di solito riesco a fare, vado avanti col progetto!” La moto coprì tra i 41 e i 42.5 km in un tempo che era più o meno il solito che impiegavo, ovvero 80 minuti. A quel punto abbiamo deciso di iniziare con il progetto ex novo, basandoci su due considerazioni che avevo raggiunto: la prima era quella di avere il cambio. Non riuscivo ad avere una moto che avesse al tempo stesso velocità e capacità di arrampicare come chiedevo io. Infatti o aveva il rapporto di moto corto, quindi arrampicava su un muro ma in velocità aveva qualche problema, o aveva rapporti molto lunghi e viceversa”.
Quindi è ovvio, avrai pensato ad inserire un cambio su Tacita…
“Per questo motivo una delle dritte progettuali che ho dato è stata quella di avere il cambio. La seconda è stata quella di partire con un telaio fatto da noi, ex novo. Rispetto ad un’endotermica, abbiamo dovuto curare maggiormente Il bilanciamento delle masse, al fine di ottenete un baricentro ideale per questa moto, anche perché un motore elettrico ha un andamento diverso rispetto alle pulsazioni e forze espresse. Non ha un pistone ed un cilindro quindi, cosa che crea un effetto volano, Tacita non ha quindi un andamento di funzionamento così rilevante così come accade nel motore endotermico. E tutto ciò richiede di ridefinire l’equilibratore delle masse per avere maggior baricentro possibile sulle moto. Anche la disposizione delle batterie è stato frutto di lavoro, perché abbiamo cercato di sistemarle in una disposizione più simmetrica possibile in modo da avere una moto modulare nelle batterie con maggior autonomia ma anche molto bilanciata…”
Il valore aggiunto della vostra moto? Da dove deriva il nome Tacita?
“Il nome Tacita deriva dalla dea latina del silenzio. Abbiamo deciso che era il nome giusto per noi. La nostra idea era quella di creare una moto da enduro elettrica, quindi una moto che consente all’amatore di andarsi a fare il giro del sabato e della domenica insieme agli amici godendo delle stesse caratteristiche di guida che una moto enduro deve avere, ma con un motore diverso. Non è un due tempi, non è un quattro tempi, ma è una moto elettrica! Una delle cose che ci ha colpito di più, sin dall’inizio, è stato il fatto che con tutti i mezzi elettrici la gente è più propensa ad accettarti. Noi facciamo rumore, la nostra moto fa rumore.. il pedone sente arrivare la moto, i ciclisti lo sentono, anche i bambini, quindi non c’è quella pericolosità del mezzo che ti arriva dietro, senza che tu abbia nessuna visuale. La moto è volutamente rumorosa, quindi abbiamo cercato di fare una moto che facesse sentire che sta arrivando. Una delle cose che mi ha più colpito, infatti, è stata quando sono arrivato in un prato dove c’era una mamma con dei bambini. Se fossi arrivato con una moto normale, alla stessa velocità, sarebbe corsa per andare a prendere bimbi, e invece ci ha visti passare tranquillamente senza mettersi in apprensione”.
Quindi l’impatto è stato positivo?
“Si si, ci ha favorevolmente colpiti questo aspetto. È una moto che si sente, ma senza disturbare…”.
Parliamo un attimo del motore…
“Il motore è a raffreddamento liquido, perché costanza di raffreddamento significa costanza di prestazioni, sia nel tempo che nella potenza. Un motore elettrico tende come tutti i motori a scaldare. A ere raffreddamento liquido consente di avere fino alla fine della carica delle batterie delle prestazioni uguali, e soprattutto abbiamo deciso di raffreddare anche l’inverter. Abbiamo presentato la moto alla Merzouga Rally 2012. È stata la prima moto elettrica a competere con i modelli africani contro le tradizionali moto endotermiche. Il nostro obiettivo era quello di fare esperienza. Abbiamo visto che una moto elettrica può salire tutte le dune dell’Erg Chebbi, essere performante, correre in una gara della federazione motociclistica internazionale con gli stessi tempi di una moto endotermica, quindi con la necessaria potenza per fare anche quelle dune”.
Prendiamo il caso del raffreddamento che mi sembra una cosa innovativa e molto particolare legata a questo progetto…
“Il circuito vanta due radiatori ed una pompa elettrica dotata di termostato. Il liquido passa attraverso l’intercapedine del motore oltre che nella la piastra dell’ inverter. La pompa elettrica però ha un assorbimento graduale, quindi limitato solo quando la temperatura sale effettivamente”.
Invece per il telaio…?
“Il telaio è un telaio in cromo molibdeno monotrave che abbiamo sviluppato cercando di avere una moto non troppo rigida come ciclistica, una moto che si lasci guidare, adatta all’enduro. Questa è sicuramente una delle caratteristiche che abbiamo fortemente voluto sul motore enduro, a differenza delle altre due tipologie: cross e rally”.
Spieghiamo anche le differenze tra le tre moto.
“La cross è una moto caratterizzata dal massimo della leggerezza possibile. Pensata al fine di fare una manche di cross. Le batterie sono più piccole del modello enduro, sono fatte per fare i 12 minuti di una manche di cross regionale piuttosto che i 15, 20..90 minuti. La moto da enduro ha batteria da 5.3 chilowattora. La moto da rally ne ha il doppio, ben 10.6 kilowattora”.
È un valore aggiunto , nel senso che chi l’ha pensata e realizzata sa anche usarla..
“Sicuramente il primo cliente di questa moto sono io. Ho cercato di darle le caratteristiche che mi consentissero di divertirmi secondo la mia visione dell’ enduro, quindi la possibilità di andare a girare tranquillamente, anche in terreni difficili, con una moto che possa fare tutto”.
Le differenze prestazionali dei tre motori: dove e su cosa si interviene?
“Si interviene un po’ su tutto, soprattutto nei settaggi della centralina. Quando ti approcci al motore elettrico ti approcci ad un mondo completamente nuovo. Il mix di prestazioni del motore è dato da una parte fisica, che è la parte statorica e rotorica del motore elettrico, e una parte di controllo, che è data dal controller. Ad esempi, nel mondo del motore endotermico, dire un mono cilindro, piuttosto che un bi, piuttosto che un tri, piuttosto che un quadri-cilindrico non vuol dire la stessa cosa. Si scegli un motore in base a quello che vuoi. Anche per quanto riguarda il motore elettrico.Si sceglie se avere un motore a magneti permanenti o Sincrono, certi tipi di avvolgimento piuttosto che altri, si scelgono le caratteristiche della curva di coppia in maniera fisica. Con l’elettronica, poi, riesci a giocare entro determinati parametri. Ovviamente se scegli un motore che è fatto per fare 3000 giri con la coppia 1000 non puoi andare a 6000 giri, perché il motore non è fatto per andare a quei regimi. Quindi la scelta fisica di quale motore scegliere è fondamentale, con l’ elettronica non riesci a cambiare radicalmente il carattere di un motore. Riesci a puntualizzare certe caratteristiche, ma il motore è quello”.
L’acquirente quindi non ha nessuna possibilità di intervenire nella centralina del motore?
“No, assolutamente. Riteniamo sia troppo pericolo. Piuttosto viene in fabbrica da noi, o magari se c’è una qualche esigenza in più cerchiamo di dare questo servizio”.
Questo è un brushless come motore?
“Si senza spazzole, non si può pensare in questo momento di avere un motore con le spazzole. La durata del motore è enorme, perché questi sono motori che fanno 20000 ore e le batterie fanno 2000 cicli.. una media di 50/100000 kilometri. Una possibilità che daremo è quella di portare le batterie da una moto all’altra. Fino ai 500 cicli le batterie sono al massimo della performance. È una possibilità che c’è e noi la diamo volentieri”.
Parliamo della parte posteriore, sembra interessante, nuova…
“Per la parte posteriore abbiamo fatto una monoscocca in alluminio autoportante che contiene tutta la parte elettronica. Lo abbiamo fatto per distribuire meglio il peso, per non utilizzare dello spazio e anche perché dal punto di vista estetico la soluzione del monoscocca posteriore integrato sulla moto ci ha subito affascinati come idea, quindi siamo andati avanti con questa soluzione”.
Possibilità di vendita : quali mercati vedi più attratti?
“Noi abbiamo iniziato a vendere le moto al salone di EICMA Milano 2013. L’abbiamo omologata, dunque la moto da tre settimane ha finito tutti i test omologativi che ho svolto con la Dekra. Stiamo solo aspettando i tempi burocratici della Comunità Economica Europea. La moto è pronta per la commercializzazione, a maggio siamo in consegna. Fortunatamente ci sono già clienti vogliosi di averla, aspettiamo di avere le targhe. In questo momento le vendite sono soprattutto all’estero, in particolare Francia e Svizzera. Abbiamo parecchio interesse anche in America, dove andremo a Settembre”.
Che ne pensi dell’idea di formare dei Park adatti all’elettrico…
“È un po’ come ghettizzarli o lasciare liberi? Io preferisco che l’utente sia libero di fare ciò che vuole. Non è una moto nata, come hai detto, per essere ghettizzata. È una moto nata per andare. 100 km fuoristrada sono un bel giro! Ritengo che i parchi, soprattutto per l’inverno, possano essere una bella soluzione, perché puoi avere la possibilità di andare ad allenarti, ma non è una moto nata solamente per vivere in quel contesto”.
E possibili sviluppi di Tacita?
“Sviluppi ad ottobre! Presenteremo al salone di Köln in Germania una moto fatta per pilota e passeggero, una specie di adventure-bike, sia con le ruote con l’accoppiata 21/18, che 19/17, adatta per andare con la moglie o con la fidanzata a fare un giro in moto. Chiaramente non è una moto fatta per andare a fare la sparata in autostrada. È una moto fatta per goderti le curve, dove si vede il vero motociclista e puoi godere del piacere di guida che il motore elettrico ti da, che va gustato.. va assaporato. Per questo abbiamo organizzato dei tour ai quali invitiamo tutti gli amici che vorranno condividere con noi 16 weekend, in giro per l’Italia, a partire da Siena, a maggio. Il sabato mattina si ha l’approccio con la moto, si fa un piccolo percorso, prove di frenata, accelerazione, salita, fermate in salita, approfittando della mia assistenza, in qualità di istruttore federale di enduro. Sabato pomeriggio si fa un primo giro per cercare di capire quali sono le differenze di guida tra un motore elettrico ed uno endotermico, ad esempio il fatto che il motore elettrico non si spegne… “.
Non è un tornare indietro e rinunciare a qualcosa ma approcciare lo sport in modo diverso…
Si, anzi.. è avere qualcosa di più! Volevo solo aggiungere che Tacita è un concetto globale. La moto è ricaricata tramite un carrello a pannelli solari, omologato. Abbiamo carrelli di varia misura, dai 2 ai 3 kilowatt. Ha un apparato che ti permette di usufruire della corrente elettrica generata dai pannelli nel momento in cui non si usa il carrello per ricaricare la moto. A volte si dice che la moto non è ecologica, ma questo non è vero.. il nostro progetto è globalmente ecologico. Vi è anche una linea di abbigliamento etica ed ecocompatibile. Ecocompatibile perché il cotone deriva da agricoltura biologica e la filiale è certificata, ed etica perché è fatto in Italia, con manodopera italiana. È un concetto di live style! È un progetto, non è solo una moto quindi.. Esatto! Concluderei così”.
IL TEST IN RISPOSTE: in sella alla T-RE con Marco Stravos Maggi…
Due parole due prima di addentrarci all’interno del test di Marco, endurista estremo che ha al suo attivo vari Erzberg (54° su 2000 iscritti), svariati Hell’s Gate (34° su 200 iscritti)e l’Extreme Enduro Lika (5° su 200 iscritti), insomma uno che il gas lo da a tre mani senza troppe riverenze…
Per dovere di giustizia: la nostra enduro T-RE, non era equipaggiata per affrontare l’enduro estremo. Questo significa, per dovere di giustizia tecnica nei confronti della Tacita, che la moto montava le batterie std e non un pacco “alleggerito”, cosa che avrebbe fatto scendere il peso globale della moto di ben 15 kg, che pochi non sono nell’estremo… Inoltre, anche il rapporto finale era quello std, quindi lungo sui rapporti finali, mentre invece, per districarsi meglio sulle ripide rampe del percorso estremo, un rapporto finale più corto di fatto avrebbe agevolato la guida, specie negli attacchi. In ogni modo, la Tacita si è comportate bene in virtù dei suoi 150 kg come leggerete nel test di seguito… Ma ora vediamo com’è andato questo estreme test…
Come hai trovato questo progetto al di la delle prestazioni?
“La cosa a cui penso appena salgo su una moto da offroad e’ il divertimento, e Tacita mi ha divertito molto… Sin dal primo metro la sensazione provata e’ stata molto positiva al di la delle prestazioni del mezzo, è un concetto assolutamente nuovo per me di vivere la moto in fuoristrada, l’unico rumore che si sente e’ la ruota posteriore che, perdendo aderenza, lancia sassi e terra. Il sound di un classico propulsore 2 o 4 tempi viene velocemente dimenticato e, sinceramente, neanche rimpianto. Credo fermamente che andando avanti le restrizioni verso le moto da fuoristrada saranno sempre maggiori ed una moto elettrica così silenziosa, potrà dare una grande mano per posticipare sempre di più il giorno in cui, per fare dell’ enduro, saremo costretti a stare in un bike park come già accade in molti paesi nord europei e non…”.
Parliamo dell’impostazione di guida…
“L’impostazione di guida e’ del tutto paragonabile come triangolatura ad un’attuale enduro racing 4 o 2T , se non per una maggior larghezza dei convogliatori, avvertibile quando si ricerca la massima performance in una curva stretta, dove si cerca di avanzare più possibile verso la parte finale della sella”.
Ma allora Marco, come va Tacita…
“Come pesi e dimensioni è ampiamente paragonabile ad una enduro non specialistica, mi viene in mente la vecchia ma sempre bella Honda XR600, ma, ripeto, paragonarla a una moto con motore a scoppio è sbagliato. Da guidare e’ piacevole, ed il silenzio che ti accompagna vale molto di più dei cavalli che magari gli mancano…”.
…e dell’erogazione potenza, della sensibilità sul comando gas…
“Anche qui i parametri sono diversi. non hai ne carburatore ne iniezione, ma bensì un potenziometro, quindi molto sensibile ad ogni minima apertura, molto preciso e direi già abbastanza a punto cosi com’è”.
Maneggevolezza, scorrevolezza moto, dove è favorita e dove non lo è?
“La maneggevolezza non è il suo forte, questo nonostante il freno motore possa essere aumentato o diminuito a piacimento del pilota, non è certo una moto per girare attorno paletto, anche perché il peso si fa sentire soprattutto quando si cerca il limite”.
Un tuo giudizio completo sul motore, sulle differenze con quello “classico”…
“Il motore e’ un concetto totalmente diverso dai soliti motori a scoppio e paragonarlo ad essi sarebbe sbagliato, ma, comunque, come prestazioni si avvicina ad un 250 4T se parliamo di potenza massima, ma con molta più’ coppia, dovuta appunto dalla particolare configurazione del motore elettrico di Tacita”.
Per te un’esperienza nuova enduro estremo con l’elettrico…
“La moto, come già’ detto, non e’ leggera e sicuramente parlare di estremo con un mezzo del genere e’ quasi fuori luogo. Per quanto mi riguarda, in una moto da estremo, cerco il massimo della leggerezza abbinata ad un motore sempre pronto, con molta schiena ma mai cattivo, ma cerco anche una perfetta sinergia delle sospensioni, che devono essere scorrevoli e veloci nel ritorno. Tacita non e’ esattamente settata in questa configurazione ma non credo che neanche sia sua intenzione, almeno per ora, essere una regina dell’ estremo…”.
Enduro estremo, la tua specialità: dove hai trovato difficoltà?
“Devo essere sincero, non credevo di riuscire a fare determinati passaggi con Tacita. Ma, alla fine, il bilanciamento della moto e la voglia di scoprire dove sarebbe potuta arrivare mi hanno portato a decidere di affrontare un paio di salite abbastanza estreme che non avevo neanche preso in considerazione all’inizio. Le difficoltà più grandi sono unicamente legate al peso del mezzo che in caso di terreno viscido o fango diventerebbero veramente un grosso problema per il pilota”.
Parliamo delle sospensioni: funzionamento, scorrevolezza, settaggio, sensibilità alle regolazioni…
“Le sospensioni le ho trovate superiori alla media dei prodotti europei attualmente in commercio. Io sono un fuori misura pesando 90 Kg, ma devo dire che nel complesso sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla forcella Marzocchi Shiver da 45 mm oltre che dal mono 883”.
Com’è la frenata di Tacita, visto che la moto pesa di più rispetto alle endotermiche…
“Come frenata direi che siamo davvero al top, il complesso mix Brembo anteriore e Nissin posteriore funziona bene, ma avrei preferito che l’accoppiata fosse interamente giapponese, ma siamo comunque ai massimi livelli”.
Secondo te è pronta per l’enduro estremo? Cosa miglioreresti sulla Tacita?
“Per l’enduro estremo la strada è lunga, ma come detto prima, questa elettrica e’ stata sicuramente progettata tenendo in mente esigenze diverse dall’extreme. Il peso e la mancanza di una frizione convenzionale sono i primi problemi e bisognerebbe lavorare su questi due aspetti per prima cosa, perché sono “accessori” che servono eccome nell’estremo…”.
E allora, come hai dovuto adeguare la tua guida per la “mancanza” della frizione nelle fasi di arrampicata ostacolo?
“Per un ex trialista e attuale endurista estremo il non poter gestire la trazione con la frizione e’ penalizzante, soprattutto nei passaggi più tecnici e sotto agli ostacoli (va ricordato che con batterie più leggere la moto avrebbe perso circa 15 kg con ovvii benefici sull’alleggerimento dell’avantreno, ndr), zone dove serve un anteriore leggero e intanto scavalcare l’ostacolo con il movimento di gambe. Direi che senza frizione determinate manovre o passaggi sono praticamente o quasi impossibili”.
Ed infine, cos’è il T-World?
Cos’è il T-World? È il mondo di Tacita… T-Station è la base, con la sua stazione di ricarica mobile, dotata di pannelli fotovoltaici (che si aprono ad ali di gabbiano sull’apposito carrello) che “generano” energia – per la moto o la propria casa – attraverso speciali accumulatori. T-Tour invece è un “percorso tour” che dura un anno (partito a febbraio scorso) e che consentirà a tutti gli appassionati di scoprire la gamma Tacita e questo in luoghi ed attraverso itinerari unici distesi su due giornate, che consentiranno all’appassionato di avvicinarsi e scoprire Tacita in ogni suoi più piccolo dettaglio, soprattutto dinamico… T-Wear infine, è la linea di abbigliamento tecnico, only made in Italy e tutto realizzato con materie prime provenienti da fonti rinnovabili oltre che biologiche, come il cotone organico o la lana, il tutto offerto in colori e tinture certificate GOTS (Global Organic Textile Standard), un altro modo per entrare in contatto con un modo innovativo di pensare le moto.