La Honda CB500F si presenta rinnovata e concreta oltre che più aggressiva. Consuma nulla ed è ideale per l’utenza attenta alla riduzione dei costi di gestione senza però rinunciare alle performance…
Una piacevole scoperta e meglio riscoperta la Honda CB500F, entry-level che ha sempre ottenuto pareri positivi da un pubblico quanto mai variegato ed attento, che si tratti dei più giovani (legati quindi alla guida con patenta A) o di un pubblico più maturo, che, della naked Honda, ne fa un uso globale sui percorsi casa/lavoro. E non solo…
L’idea di una moto leggera, molto maneggevole, dai consumi contenutissimi (29,4 km/litro ciclo WMTC dichiarati per 500 km di autonomia con il pieno) ma pure dall’aspetto “fresco”, informale, la rende la moto giusta per quanti desiderano un approccio “leggero” con le due ruote, o, meglio ancora, per quanti pensano che la moto sia alla fine un mezzo di spostamento puro il più ampio possibile. D’altra parte il bicilindrico da 48 Cv che le da vitalità, è il perno centrale di questo interessante progetto di restyling sulla piccola grande CB500F.
Le novità del modello 2016: design decisamente più accattivante…
Non sono poche e sono tutte visibili… Il restyling è stato mirato e profondo, come dimostrano il design più aggressivo e deciso, alcune novità tecniche qua e la il serbatoio più capiente da 16,7 litri ma, soprattutto, una ciclistica più raffinata – grazie alla forcella regolabile nel precarico – oltre alla leva freno anteriore finalmente regolabile (ABS di serie ovviamente) a cui si aggiungono motivatissimi gruppi ottici a LED e lo scarico, compatto ed anche bello da vedere.
I 471 cc del motore bialbero con quote superquadre…
Minimalista? Lo spirito della CB500F è definito Mechanical & Aggressive, ovvero massima compattezza e forma trapezoidale che stringe telaio e motore. Ed a proposito del propulsore Honda, si tratta del bel bicilindrico frontemarcia “ottovalvole” (compresso 10,7:1) che vanta quote vitale superquadre e questo per via dei 67 mm di alesaggio per 66,8 mm se parliamo della corsa, quindi quote “vicine” e pensate per regalare all’utente una guida piacevole e fluida.
Albero motore a 180° e mannaie sagomate = regolarità di funzionamento…
Anche l’albero motore ha un ruolo chiave su queste considerazioni, visto che la fasatura è di 180° con un regime massimo di rotazione abbastanza elevato pari a 8500 giri con coppia di 43 Nm a 7000 giri; la sua regolarità di funzionamento però, è merito anche del contralbero di bilanciamento posizionato alle spalle dei gruppi termici, proprio nell’area di baricentro della CB500F.
Le vibrazioni sono “spezzate” da mannaie dell’albero motore sagomate così come la rumorosità meccanica è abbattuta da un ingranaggio intermedio posto tra la primaria ed il contralbero. Ed infine la sua grande pastosità di funzionamento, è garantita dal sistema di iniezione elettronica PGM-FI.
Il triangolo della sportività…
Interessante notare che la triangolazione tra albero motore, albero di trasmissione primaria e contralbero, ricorda lo schema della gamma RR Honda, da cui eredita pure il cambio a 6 rapporti che garantisce la massima compattezza longitudinale del bicilindrico giapponese; e visto che la CB500F è una moto che viaggerà molto in ambito cittadino, particolare attenzione dei tecnici è stata regalata all’impianto di raffreddamento (analizzando i flussi tramite CAE) che ora vede una pompa acqua più piccola e leggera.
Un’occhiata alla distribuzione della CB500F…
4 valvole per cilindro, catena silenziosa trattata al Vanadio, DOHC bialbero se parliamo dello schema costruttivo: ecco i punti di forza del motore Honda che vanta bilancieri a rullo per il movimento e pastiglie calibrate per il recupero del gioco delle stesse che hanno diametro rispettivamente di 26 e 21,5 mm se parliamo di aspirazione e scarico.
Valvole grandi che si aprono su condotti rettilinei dall’airbox al condotto, entrambi messi a punto grazie alla metodologia CFD. 67 mm di alesaggio significano una spinta consistente sulla faccia del pistone (che scorrono all’interno di canne ottenute per colata centrifuga), ispirati a quelli della CBR1000RR e quindi leggeri e dall’attrito molto ridotto (a cui si aggiunge il trattamento di nitrocarburazione e AB1 in bagno di sale per la massima protezione antiossidante), grazie a striature sul loro mantello dove si annida l’olio per una migliore lubrificazione.
Ed infine, va detto che il carter è stato studiato al suo interno per la riduzione di perdite per pompaggio, fattore più in vista sul manovellismo a 180° mentre il motore stesso della CB500F, è parte integrante della rigidità complessiva ed è vincolato al telaio grazie a 4 supporti motore. Uno degli aggiornamenti importanti è il nuovo selettore delle marce che è stato riproggettato ed è ora dotato di molla avente diverso carico.
Telaio in tubi da 35 mm, leggero e resistente…
Una leggera struttura a diamante è il “corpo” della CB500F: un telaio pensato per l’agilità e la massima gratificazione di guida in città quanto sui tratti extraurbani, merito pure dell’interasse di 1410 mm ed un’avancorsa di 112 mm con l’aggiunta che, il bicilindrico Honda è posizionato prossimo al baricentro e quindi al pivot del forcellone, il che significa massimizzazione dell’agilità dell’intera struttura telaistica.
Con i suoi 190 kg con il pieno, la CB500F è pratica, leggera, maneggevole e sempre con i piedi ben piantati a terra, in virtù dei 785 mm, quota che separa il piano sella dall’asfalto. Ed infine la forcella regolabile nel precarico da 41 mm (novità) abbinata al mono Pro-Link a leveraggio progressivo ed al lungo forcellone in acciaio scatolato che assicura ottima trazione. Per i freni, disco wave singolo da 320 mm davanti e da 240 mm dietro.
COME VA: autenticamente una moto sempre divertente e comodissima…
Il primo approccio è decisamente libero da schemi, nel senso che già a prima vista la Honda CB500F non incute alcun senso di inadeguatezza per chi in moto ci va poco. Piace il suo design minimalista, le sue aree spigolose, le forme globali, mai invasive o troppo pronunciate ma, al contrario, invitanti e rassicuranti con quella dose leggera di aggressività e look sportivo.
Davvero comoda questa CB500F!
In sella si sta comodissimi: piedi piantati a terra, quindi sella bassa, manubrio dalla presa larga ma non troppo, pedane alle giusta altezza e poco, quasi nulla arretrate per un comfort di guida davvero alla portata di tutti… Strumentazione completa e sempre sotto controllo, blocchetti pratici ed intuitivi che si sommano all’atmosfera, alla natura pacata della CB500F che si rivela un’ottima compagna quotidiana con cui attraversare le vie del centro, le tangenziali, le vie trafficate, location dove la sua naturale agilità esce fuori al 100%.
Consuma nulla, W il vero risparmio…
CB500F, vanta un carattere immediato e deciso, un comfort superiore e consumi che fanno dimenticare i rifornimenti. Ho percorso ben oltre 28 km/litro in città guidando rilassato, senza mai esagerare e cercando di essere per quanto possibile leggero sul comando del gas.
Un bel motore che spinge già da 2500 giri…
Il motore è fluido ed “educato”, con la spinta giusta sotto e utilizzo ai medi azzeccatissimi: questo significa che sotto i 2000 forse è un pelino pigro, ma poco sopra i 2500 giri, prende vigore man mano per poi, a quota 4000 giri, iniziare a farsi sentire se parliamo di spinta. L’erogazione è fluida, pulita, regolarissima e questo offre all’utente una guida scorrevole oltre che accattivante specie in città, nel traffico, dove questo dato, sommato all’agilità globale della CB500F, ne fanno una moto da non mancare nell’appuntamento della scelta…
Le marce basse spingono, poi via via, quarta, quinta e sesta lavorano e si “chiamano” da sole, anche se i miglioramenti sugli innesti si sentono a dispetto di una regolazione del leveraggio forse un pelino “lasca”, almeno sulla moto del test. Intanto si nota l’ottimo comfort generale, l’uso di spugna morbida per la sella, sospensioni molto a punto nell’uso cittadino, tutti fattori che aumentano quel gradiente di piacere nel guidare la “piccola CB”.
Ama girare alto e regala tanta spinta sopra i 5500 giri…
La strada si apre, quarta, quinta, sesta: da 4500 giri il motore sale abbastanza velocemente e sembra gradire di girare altino, al punto che a 6500 giri sembra sprigionarsi un ulteriore spinta che “forza” coppia e spinta per oltre gli 8000 giri. Il miglior compromesso legato all’utilizzo comunque, è tra 5500 e 7500 giri, dove c’è spinta, trazione, coppia, schiena ed un sound che sa di carattere… Ottimo il lavoro della frizione, realmente INSTANCABILE dopo un’intera giornata trascorsa nel traffico cittadino.
Una buona ciclistica sopra una bella entry-level…
E se parliamo di ciclistica, la CB500F si rivela azzeccatissima nel suo setting: specie la forcella, grazie pure alla nuova regolazione, garantisce un ottimo filtraggio sulle asperità cittadine ma sa far star bene incollata la ruota anteriore a terra anche quando si cambia passo; stessa storia per il mono posteriore, molto a punto sulle minime e sempre capace di lavorare senza picchi in compressione o estensione.
Cercando un breve tratto misto, scopro l’altra bella natura della CB500F: maneggevole e rapida nei cambi di direzione, precisa in inserimento e con un motore che non fa mai entrare in crisi l’intero pacchetto della ciclistica, la CB500F piace per le sue capacità e potenziale inaspettato, che regala un sacco di divertimento in totale scioltezza, merito anche di un’ottima distribuzione dei pesi che la rende abbastanza neutra.
Ottimo anche il comportamento dell’impianto frenante, solo un pelino “lungo” in staccata, scelta certamente pensata per la tipologia di utenza della piccola e divertente naked Honda…
(Foto GIUSEPPE CARDILLO)