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    PROVA: HYUNDAI KONA HYBRID, ONLY GREEN

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    Operazione Green con KONA Hybrid, B-SUV by Hyundai ed Il Castello di Titignano, scenografia e vettura ideali per entrare in contatto con la mobilità sostenibile. KONA,141 CV totali tra endotermico ed elettrico

    Il concetto Green ormai spinge forte sull’acceleratore di una risoluzione epocale, legata strettamente al contenimento delle emissioni nocive. Questo non è solo un dato ma un’esigenza urgente ed impellente a livello globale, dettata oggi da una maggiore e migliore responsabilità verso il “lascito concreto” di un mondo più pulito.

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    Tutti siamo chiamati a questa urgenza, ormai diventata porzione essenziale del nostro quotidiano. Ed anche e soprattutto le Case automobilistiche, si stanno spingendo sempre più al centro del problema, con la consapevolezza di poter contribuire ad una migliore qualità della vita.

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    Location unica per la prova della KONA HYBRID

    Per questa prova quindi, mi sono immerso nell’intimità più profonda del Green e della sostenibilità, scegliendo un percorso natura che ha inizio nella splendida location del Castello di Titignano.

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    Si tratta di un borgo unico e magico dove si respira aria pulita e dove la natura emoziona, complice il tempo nel senso stretto del termine. Siamo dentro 2000 ettari di bellezza le cui origini si perdono nell’anno 937. Tutto attorno le coltivazioni dei prodotti che nascono all’interno della tenuta quali ad esempio miele, olio, vino e molto altro…

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    Un B-SUV dalle carte vincenti

    Ed ovviamente, complice del viaggio, è stata la nuova HYUNDAI KONA HYBRID, SUV dalle mille carte vincenti che, come leggerete, mi ha sorpreso per le sue doti intense, legate al comfort, alle performance.

    Ma, soprattutto, nel porsi ottimista verso una logica evoluzione del rispetto per territori ed ambiente.

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    Questo B-SUV che, dal suo lancio, ha attratto oltre 120.000 utenti, è stato scelto proprio per quelle doti attrattive che ha nel proprio DNA e che, in questa versione HYBRID, scopre il nuovo che avanza. D’altra parte, il nome KONA non è casuale perché queste quattro lettere sono una porzione green delle Big Island/Hawaii, luogo dove natura e rispetto per essa sono una cosa sola da sempre. La versione provata è quella XPrime, a cui si aggiunge il pacchetto Techno Pack e Safety Pack per un totale di 23.550,00 euro.

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    IL VIDEO UFFICIALE HYNDAI DELLA KONA HYBRID

    Un design aggressivo molto ben costruito

    La domanda legata alla mobilità sostenibile è molto forte oggi e Hyundai ha voluto inglobare, all’interno del design di KONA, tutta una gamma emozionale legata al design, decisamente raffinato specie nei tratti frontali e che impone a questo modello uno stile inconfondibilmente espressivo. Spicca quindi la “cascading grille” frontale che rende solido ed aggressivo l’intera parte anteriore e questo grazie alla sua forma a “V”. Spiccano i piccoli proiettori LED a filo cofano oltre a quella piccola presa d’aria orizzontale che sembra dividere parte inferiore da quella superiore.

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    Quote agili per un SUV molto familiare

    KONA non è troppo grande ma nemmeno troppo piccolo: le sue quote dimensionali parlano chiaro se parliamo di un SUV tutto da vivere nel quotidiano urbano ed extraurbano, un B-SUV che, nei suoi 4165 mm di lunghezza, racconta tutta la voglia di avventure all’aria aperta. La sua altezza è “giusta” con i suoi 1565 mm il che significa un pianale alto che offre poi un’elevata visibilità globale di quanto accade attorno a KONA.

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    Ed anche o 2600 mm di passo, sono l’evidenza che, questo progetto, sia stato pensato per più utenze ed esigenze. Lo “spiegano” le quote interne con i 1054 mm legati allo spazio gambe anteriore che diventano 893 mm per quelle posteriori, così come il comfort generale è garantito dal volume interno con i 1410 mm ed i 1385 mm, quote legate allo spazio per le spalle. Quindi buona mobilità per i passeggeri di KONA ma soprattutto massima abitabilità e comfort anche sui lunghi trasferimenti extraurbani. E pure le sue capacità di carico sono ideali, visto che si passa da 544 a 1143 litri.

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    Ottimo comfort: più elementi che interagiscono tra loro

    Tecnicamente KONA Hybrid è un B-SUV studiato per offrire tanto comfort ed un’esperienza di viaggio rilassata e nel pieno rispetto di una sana mobilità sostenibile. Per questo i tecnici di Casa Hyundai hanno lavorato molto sia sulle geometrie delle sospensioni quanto sui setting delle stesse: lo schema legato alle sospensioni, prevede quindi sistema McPherson davanti e Multi-link posteriore, questo significa “diluizione” delle asperità anche in leggero offroad o sul pavé cittadino oltre ad una migliore stabilità generale, garantita anche da quote dimensionali molto contenute.

    Un propulsore “sedicivalvole” a doppia fasatura variabile

    Per KONA Hybrid, è stato scelto un propulsore che avesse caratteristiche ben precise per essere “accoppiato” all’unità elettrica. Si tratta quindi del 4 cilindri serie Kappa GDI aspirato da 1.6 e che eroga 105 CV con un valore di coppia non elevatissimo in luogo dei suoi 147 Nm. Al fine di rendere questa unità “tonica” a tutti i regimi, scopriamo che, le quote caratteristiche del motore prevedono una notevole differenza tra alesaggio e corsa, rispettivamente di 72×97 mm.

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    Altra caratteristica peculiare è la presenza del bialbero DOHC a fasatura variabile sia per l’aspirazione che per lo scarico; questo impone al motore un andamento decisamente più lineare ai bassi e medi regimi per compensare l’assenza della sovralimentazione, evidentemente ritenuta non essenziale su KONA Hybrid.

    Migliore efficienza termica grazie al monoblocco e testa in alluminio

    Al fine di contenere i pesi globali della vettura (1451 kg in odm), blocco cilindri e testa sono in leggero alluminio, scelta che aiuta pure alla migliore dissipazione del calore e quindi alla costanza del rendimento termico, grazie anche al rapporto di compressione da 13,0:1 che migliora la combustione ed ottimizza prestazioni e consumi, consumi che si attestano tra 5,1 e 5,4 litri 100/km, decisamente sinceri e verificati nel corso della mia prova legata al ciclo combinato.

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    Ed infine il cuore del concetto Hybrid, che risiede nel motore elettrico da 43,5 CV e ben 170 Nm di coppia, powertrain alimentato da una batteria a ioni polimeri litio da 1,56 kW/h, molto avanti se parliamo di prestazioni vive legato alla carica/scarica, il che significa in pratica massima efficienza e velocità di ricarica della batteria.

    Sommando le potenze, alla fine KONA Hybrid può sfruttare ben 141 Cv ma, soprattutto, la forza dei 265 Nm di coppia totale e che assicura un’inaspettata accelerazione. KONA Hybrid infine, è equipaggiata con il cambio automatico doppia frizione a sei rapporti e doppio Mode di guida, ECO e SPORT, selezionabili semplicemente spostando la leva cambio dal centro a sinistra per “sfruttare” tutta la massima accelerazione del GDI 1.6 DCT.

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    Una rapida occhiata alla sicurezza by Hyundai

    Occhio che guarda in faccia la sicurezza, obiettivo intenso per Hyundai. Su KONA vengono proposte molti sistemi tra cui quello della guida assistita Hyundai SmartSense, il sistema Frenata di Emergenza con riconoscimento veicoli, ciclisti e pedoni oltre allo Smart Cruise Control SCC. C’è poi il Mantenimento della Corsia con SCC, Rilevatore Velocità con camera frontale grazie pure al Sistema di Navigazione; ci sono poi il Rilevatore Angolo Cieco, l’Avviso Urti Posteriori, il Rilevamento Stanchezza (molto prudente ed anticipato) e la Gestione dei proiettori Automatica. Spiccano poi il freno di stazionamento automatico di serie, il sistema Audio/Video Navigation da 10”, l’ECO DAS, la Coasting Guide che prevede il punto ideale di rallentamento vettura, mode attivato tra 40 e 160 km/h, elemento che minimizza sia l’uso dei freni nell’ottica di risparmio carburante.

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    COME VA: una KONA tutta da scoprire

    Entrare in contatto con KONA Hybrid, significa scoprire qualcosa di innovativo ma piacevolmente easy allo stesso tempo. Scopro raffinatezza nei suoi interni, caratterizzati da design funzionale che si somma ad una plancia studiata per essere intuitiva e facilmente comprensibile; mi è piaciuta l’ottimizzazione degli spazi vivibili e condivisibili, primo tra tutti il grande display a centro plancia, così come la posizione della leva cambio e delle palette sul volante, quest’ultimo ergonomico e comodo nella sua impugnatura.

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    C’è tanto spazio per i piedi sia davanti che dietro, c’è spazio per caricare i bagagli del fine settimana o per le vacanze e c’è spazio per la famiglia o gli amici. Quindi il termine spazio significa massima scoprire quel lato quasi inaspettato by KONA Hybrid. Ci sono tasche ovunque per riporre tutto mentre le sedute sono comode ed accoglienti, anche se a mio avviso andrebbe “approfondito” un pelino il dato relativo all’ergonomia. In ogni modo, anche dopo parecchi km, il comfort generale è garantito anche da sospensioni ben tarate nel setting, che certo predilige un funzionamento lineare sia sul pavé quanto su tratti di leggero offroad. KONA quindi è molto ben isolata sia per l’insonorizzazione esterna, sia per quello che arriva dal fondo stradale in abitacolo.

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    A differenza di alcuni SUV, KONA Hybrid vanta un’ottima linearità delle sospensioni senza mai “picchi” fastidiosi, segno che la prima fase di “galleggiamento” è studiata per rendere comoda la vita a bordo. Ho notato pochi fruscii aerodinamici in autostrada che si sommano all’ottima stabilità generale, da cui ne deriva una guida rilassata anche grazie all’azione dello sterzo diretto e preciso, specie sul guidato.

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    KONA Hybrid piace anche per i contenuti trasferimenti di carico in relazione alla sua categoria B-SUV, per un rollio mai esagerato anche sui tratti a salire quali tornanti così come piace quel senso di stabilità e precisione dell’anteriore con una leggera tendenza sottosterzante negli ingressi curva presi più allegramente. L’altezza da terra poi, consente di affrontare tratti leggeri di offroad, come nella mia prova verso la meta del Castello di Titignano. Per questa caratteristica quindi, si può affrontare lo sterrato senza timori, vuoi per l’ottimo lavoro di filtraggio offerto dalle sospensioni, vuoi per un baricentro vettura mai eccessivamente basso ma, al contrario, spostato più in alto.

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    Il quattro cilindri Kappa GDI 1.6 ha buone prestazioni se sommato al motore elettrico: è molto generoso ai regimi intermedi e già da 2000 giri, area dove si avverte molto forte la spinta del motore elettrico. Certo si avverte la mancanza della sovralimentazione ma, la scelta Hyundai, verte per un uso tonico delle performance grazie pure al cambio doppia frizione, il cui lavoro è svolto con grande silenziosità se parliamo della fase dei cambi marcia; tra 2500 e 4000 giri c’è un mix di lavoro tra l’unità termica e quella elettrica, la cui batteria si ricarica presto in frenata o decelerazione massima.

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    La coppia globale è lineare e tonica senza troppa “schiena” specie ai bassi e medi regimi, merito della fasatura variabile che intensifica le aree motore dei medi regimi con il risultato di buone prestazioni e consumi decisamente ridotti.

    Tra 4000 e 6000 giri c’è un picco di potenza, specie in Mode SPORT, anche se KONA Hybrid preferisce essere guidata sui regimi transitori piuttosto che sui picchi di potenza; certo in accelerazione la spinta del mix endotermico/elettrico è buona, anche se manca quel guizzo di cavalleria in più specie in accelerazione pura, utile magari in fase di sorpasso.

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    Quindi alla fine vincono la linearità dell’erogazione del “doppio” propulsore, la buona coppia ai bassi e medi regimi del mix motore, l’ottimo funzionamento del cambio doppia frizione, la linearità dello sterzo abbinato ad un settaggio molto buono delle sospensioni, senza dimenticare l’elevato gradiente di comfort che KONA Hybrid regala ai suoi occupanti. Unica nota è il funzionamento dell’impianto frenante, a mio avviso perfettibile se parliamo di modulabilità. Per il resto questa KONA è un passo decisivo e concreto verso la realtà della mobilità sostenibile, mobilità oggi accessibile a tutti.

    ANGELO FELICE GENERAL MANAGER CASTELLO DI TITIGNANO

    Ci racconti brevemente la storia del Castello di Titignano

    Le prime notizie relative al castello di Titignano risalgono alla fine del primo millennio quando fu edificato da Farolfo di Montemarte nell’anno 937. Il Castello, il Borgo ed i 2000 ettari di proprietà, in larga parte dedicati ai vigenti, sono stati per secoli proprietà della famiglia Corsini, da pochi anni sono entrati nel patrimonio della famiglia Incisa della Rocchetta, una famiglia che ha saputo fare del vino una icona italiana.

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    Dal 2015 la Tenuta è gestita da Eleonora e Giovanni Incisa della Rocchetta, che con rinnovate energie e risorse hanno realizzato infrastrutture e rifondato la cultura aziendale.

    IL VIDEO CHE RACCONTA IL CASTELLO DI TITIGNANO

    Il vostro Borgo è un ottimo motivo per un fine settimana diverso

    Senz’altro. L’area in cui sorge il Castello di Titignano è davvero particolare, siamo a 530 mt. S.l.m. con una vista unica sul Lago di Corbara e ritmi di vita a misura d’uomo. Quando, e sempre più spesso, sentiamo “Ho bisogno di staccare la spina, devo ricaricarmi” il Castello di Titignano e il suo borgo possono essere la risposta.

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    Si parla di Green e molto: in che modo Titignano si è evoluto in tal senso?

    Oserei dire che Titignano è green per “definizione”, dai piatti serviti nel nostro ristorante, che si rifanno alla tradizione tipica umbra con prodotti del territorio e in parte di nostra produzione, dai nostri vini prodotti nella tenuta di Salviano al nostro olio extra vergine di oliva. I prodotti per la cura del corpo che i nostri ospiti trovano in camera sono anch’essi a base di olio di oliva.

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    Cosa può fare il cliente a Titignano oltre ad essere vostro ospite?

    Ci troviamo a 20 Km. da Todi e a 26 km. da Orvieto due tra le più belle città d’arte italiane, sono le prime escursioni che i nostri ospiti amano fare. Per chi ama il trekking abbiamo percorsi tra i boschi, passeggiate tra le vigne, circa 850 ha. Per i più “arditi” visite nelle grotte di origine tettonica chiamate “Pozzi della Piana” (http://www.umbriaoutdoor.it/pozzipiana.html)

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    Che tipo di clientela viene a trovarvi?

    Molti dei nostri ospiti ci scelgono per il loro matrimonio e la maggior parte arrivano dal nord Europa e dagli Stati Uniti, organizziamo da due a tre giorni di festa all’interno del borgo in esclusiva, creando quell’atmosfera di vita semplice, con tutti i moderni confort, che culmina nel giorno della cerimonia.

    Si organizzano meeting e seminari volti alla ricerca e alla scoperta di noi stessi, gruppi di yoga, addestramento alla difesa personale e naturalmente corsi di guida fuori strada. Land Rover ha iniziato qui a proporre guide fuori strada ai suoi clienti.

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    Un aspetto “originale” della vostra struttura…

    3 km. di strada sterrata per raggiungerci, tra vigneti di pinot nero, boschi e talvolta rallentare per far passare un gruppo di daini o leprotti, le sembra sufficientemente “originale”?

    Cosa le piace del suo lavoro di Direttore e come riesce ad interagire con i clienti?

    Dopo quarant’anni di vita dentro gli alberghi devo dire che continuare ad imparare qualcosa dai miei ospiti e da ognuno dei miei collaboratori resta la cosa più interessante di questo lavoro. l’interazione, quando un ospite è sodisfatto con il sorriso sulle labbra, è semplice e molto spesso diventa amichevole.

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    Titignano del futuro: come sarà?

    Il futuro è dato dal continuo controllo sul presente con uno sguardo attento verso le nuove tecnologie che ci aiutano a mantenere questo splendido luogo, grande attenzione ai bisogni dei nostri ospiti e mantenere le loro aspettative.

    Info Castello di Titignano: www.titignano.it/ – info@titignano.com – telefono +39 0763 308022 – Località Titignano Orvieto

    (Foto ALESSIO DE PETRIS)

    (Si ringraziano il Direttore Angelo Felice e Eleonora e Giovanni Incisa della Rocchetta)

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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