Performancemag.it racconta le novità auto e moto sempre attenti alla qualità dell’informazione.

    PROVA: NEW JEEP CHEROKEE 2.2 LIMITED 195 CV

    Date:

    Condividi:

    Nuova JEEP Cherokee sprigiona più energia grazie alle maggiori potenze del Multijet 2.2. Provata la versione LIMITED da 195 Cv 4×4 con cambio automatico, inarrestabile anche quando l’offroad diventa impegnativo

    Una tradizione che “spezza” il confine tra SUV e vero fuoristrada, quello aggressivo, quello più concreto e che non si ferma mai. Il marchio JEEP è tutto questo e molto altro se analizziamo nell’intimo le ghiotte proposte del marchio offroad by FCA.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Di fatto una fattiva e più tonica evoluzione del SUV, disponibile però ad essere vissuto anche in contesto urbano o quando termina l’asfalto ed inizia il fuoristrada. Ovviamente sto parlando della nuova JEEP CHEROKEE, oggi forte di un design più evoluto con l’aggiunta di una “gamma tecnologie” molto avanzata inglobata nei suoi 4623 mm di lunghezza.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Ma l’evoluzione passa anche e soprattutto dalle motorizzazioni: sono ora infatti disponibili due upgrade relativamente ai livelli di potenza dell’affidabile Multijet 2.2, con 150 e 195 CV, il tutto con assistito dalla trazione integrale – con cambio automatico a nove rapporti e manuale sei marce – che si spalma su tre sistemi di trazione integrale.

    Nuova fuori, design più accattivante che mantiene il carattere JEEP

    Fuori si nota l’aggiornamento estetico che punta su un look decisamente più attuale oltre che sulla tradizione del marchio JEEP. Dal punto di vista stilistico, c’è una nuova fascia frontale, i fari LED e luci diurne DRL non più opzionali, mentre il cofano dal design spiovente, vanta una struttura in alluminio ed ora è separato dai parafango, scelta di design che “marca” molto più l’aggressività di Cherokee.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Anche la zona posteriore si è rifatta il look: ci sono nuovi gruppi ottici, una fina cornice LED, che abbraccia sia le luci stop che gli indicatori di direzione, un nuovo portellone composito, dotato di linea luminosa inglobata, una riposizionata maniglia portellone (ora sistemata più in alto) e l’apertura automatica azionabile con il semplice contatto del piede sul fondo del paraurti. Non manca l’utile bocchettone per il rifornimento senza tappo.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Tetto CommandView opzionale e cerchi da 19” di serie

    Altre chicche della nuova Cherokee (quella della prova è la versione LIMITED), le scopriamo nel tetto – opzionale – CommandView dotato di doppi vetri con apertura elettrica, nei cerchi da 18 o 19” rigorosamente d serie, lucidi per i modelli Overland, ben 10 colori disponibili con due tonalità del tutto nuove. Aggiornamenti anche per gli interni, il tutto per rendere il viaggio più pratico ma soprattutto funzionale grazie ai molti vani portaoggetti anche se l’occhio noterà prima di tutto la qualità dei materiali, la cura artigianale dei dettagli e le finiture, davvero importanti.

    Tutto è più accessibile: nuovo pulsante per freno a mano elettronico

    Sul piano della migliorata funzionalità, spicca il pulsante del freno a mano elettronico, ora alloggiato vicino alla cornice della zona cambio in posizione più facilmente accessibili. E poi il volante che ora presenta tutti i comandi integrati del cambio automatico nove marce, a prescindere dalla versione. Spicca al centro della plancia il nuovo display LED TIFF da 3,5 p 7” mentre la consolle centrale è del tutto nuova e potrà ospitare lo smartphone (c’è una tasca portaoggetti) ma c’è ovviamente anche la presa USB.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Aumentata la capacità di carico, svolta utile per nuovo Cherokee

    Cresce il volume di carico su questa nuova versione: quella posteriore ora arriva ora a 70 litri fino a 570 litri che passano ad oltre 1555 abbassando i sedili posteriori. La versione provata è la LIMITED, che offre ai propri occupanti eleganza e raffinatezza senza però dimenticare la desinenza offroad di Cherokee: spiccano i sedili anteriori in nappa riscaldati regolabili elettronicamente, la presenza di moquette nel vano di carico, il quadro strumenti configurabile da 7”, cerchi Premium da 18”, sistema Uconnect 8,4”, NAV con schermo touchscreen HD, connettività Apple CarPlay/Android Auto, Adaptive Cruise Control Plus (con Stop&Go) e sensori di parcheggio anteriori.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Offerta motorizzazioni più ampia su tre livelli di potenza

    Nuova Cherokee deve accontentare un range di utenza molto vasto ma, soprattutto, decisamente esigente: il quattro cilindri Multijet 2.2 (2174 cc, 83,8 mm X 99 mm alesaggio e corsa) vanta quindi testata in alluminio, distribuzione bialbero “sedicivalvole”, scelta tecnica in virtù delle nuove pressioni di lavoro del sistema common rail, dotata di Injection Rate Shaping da 2000 bar.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    È nuovo anche il design dei pistoni, delle bielle e dell’albero motore, il tutto pensato per una drastica riduzione delle masse in movimento e peso dei componenti che si traduce in una migliore scorrevolezza e performance del motore.

    Le potenze: 150 CV per 350 Nm di coppia a 3500 giri per la versione cambio manuale sei marce 4×2, 195 Cv e 450 Nm di coppia a 2000 giri per la versione assistita dal cambio automatico a nove rapporti (c’è la possibilità di avere i paddle sul volante, una novità su Cherokee) con allestimento 4×4 – 4WD Low, PTU a due velocità opzionale – e 4×2, una delle novità tecniche di questa nuova versione di Cherokee. Infine, il cambio automatico TorqueFlite, vanta un nuovo software legato al controllo e che assicura cambiate più precise e massima accelerazione oltre che una guida decisamente fluida.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Rapporto di compressione ridotto e turbina a geometria variabile

    Scendendo all’interno del 4 cilindri, scopriamo una camera di combustione ridisegnata ed un rapporto di compressione ridotto mentre ci sono nuovi iniettori a solenoide per la nebulizzazione della “carica gassosa”, elemento che oltre a contenere la rumorosità meccanica, abbatte i livelli di NOx.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Sulla linea delle performance, c’è una turbina a geometria variabile con collettore di scarico integrato, scelte tecniche che aumentano l’efficacia del sistema di trattamento dei gas di scarico. La soluzione “SCR on filter”, provvede alla riduzione catalitica selettiva SCR (substrato DPF) per la riduzione Nox per mezzo di additivo ADblue.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Telaio e sospensioni: alte prestazioni su nuova Cherokee

    Uno dei punti di forza di nuova Cherokee sono le sospensioni indipendenti: davanti c’è lo schema MacPherson, dietro il sistema Multi.Link, scelte che consentono a questo modello di scoprirsi sempre a proprio agio in fuoristrada quanto su strada. 17 cm è la corsa delle sospensioni anteriori, 19 cm quella delle posteriori che, oltretutto, prevedono una culla protetta ed un’elevata rigidità torsionale del posteriore abbinata alle traverse alto resistenziali anteriori, quindi massima agilità e maneggevolezza elevata.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Tre sistemi di trazione integrale, lo schema tecnico: Jeep Active Drive I/II e Lock

    Ecco sintetizzati i tre sistemi di trazione integrale di Cherokee, premesso che, su tutti i modelli 4×4, c’è il dispositivo di disconnessione dell’asse posteriore al fine di ottimizzare i consumi.

    JEEP ACTIVE DRIVE I: il sistema è del tutto nuovo, ora pesa meno e sale l’efficacia del modulo posteriore next-gen RDM, ora automatico e funzionale a qualsiasi velocità sia in 4 ruote motrici che a 2. Meno 8 kg quindi, dimezzamento della distribuzione della coppia a bassa velocità. Nessun “intervento” da parte del guidatore, provvede da solo alle correzioni se parliamo di sovra/sottosterzo oltre che alla stabilità del veicolo.

    Questo è un sistema di trazione integrale permanente senza intervento del guidatore. In situazioni normali, trasmette coppia alle sole ruote anteriori, calcolando velocità su avantreno e retrotreno che, se differenziata, ridistribuisce la coppia in modo uniforme sui due assi.

    JEEP ACTIVE DRIVE II: tutto come Active Drive I con l’aggiunta del sistema di trasferimento potenza PTU a 2 velocità, il Mode 4WD Low (ratio riduzione di 2,91:1) che migliora feeling e trazione su offroad estremo ed include l’Hill-descent Control.

    JEEP ACTIVE DRIVE LOCK: tutto come sopra a cui si aggiunge il bloccaggio del differenziale posteriore anche e soprattutto quando si utilizzano le 4WD Low.

    Tutti i sistemi sono “agganciati” al sistema di gestione della trazione denominato Select-Terrain con 4 Mode tra cui AUTO, SNOW, SPORT e SAND/MUD mentre la modalità ROCK è relegata al solo modello TRAILHAWK.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    COME VA: sempre a proprio agio, ovunque

    Si vede, si avverte, si sente che nuova Cherokee è un passo avanti rispetto al precedente modello. Piace quel gradiente di accoglienza a bordo, quelle finiture che si sono spinte oltre l’idea del fuoristrada, così come sorprendono le performance sia del 2.2 da 195 Cv che la trazione integrale, puntuale ed aggressiva. Ma solo se serve.

    A bordo Cherokee sa ospitarti con sedute molto accoglienti e comode e questo per tutti gli occupanti ma, questo nuovo modello, sa anche stupire con la “logica” imponenza di un modello oggi più armonioso nel design e meno spigoloso sia dal punto di vista prestazionale che nel comportamento offroad.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Non un’idea di fuoristrada ma un veicolo 4×4 realmente completo, sempre a proprio agio dalla città ai terreni più difficili dove sa districarsi con un comfort di livello superiore. Lo spazio a bordo è tanto, sia per il percepito che per il reale potenziale di Cherokee, la cui natura sorprende per carattere ed efficacia concreta.

    In città Cherokee gode di sospensioni eccellenti, che ovviamente sanno filtrare ogni asperità, anche le più “impegnative” e questo per l’ottimo isolamento in abitacolo, al cui interno non arriva mai rumore eccessivo sia dal motore che dalle sospensioni: merito di un 4 cilindri che vibra pochissimo ed è particolarmente silenzioso, oltre che di sospensioni molto a punto nel setting, specie sulle minime.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    I quasi “quattrometriesettanta” di new Cherokee nella guida cittadina si avvertono inutile nasconderlo, ma l’ottimo lavoro dello sterzo, l’elevata maneggevolezza generale e la dolcezza di funzionamento del cambio automatico, regalano un veicolo facile da guidare grazie anche all’elevata altezza da terra e quindi la guida alta oltre da sommare alle superfici vetrate molto ampie che offrono massima visibilità.

    In ambito urbano/cittadino, piace la regolarità di funzionamento del motore 2,2, che vanta coppia lineare e prestazioni brillanti sia in accelerazione quanto sulle marce alte, merito di un cambio automatico molto a punto e che regala una guida fluida senza quasi avvertire il cambio marcia; in tal senso, i 9 rapporti sono ben distribuiti con le marce 7, 8 e 9 particolarmente lunghe e quindi utile nel risparmio di carburante specie quando si viaggia in autostrada.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Abbandonato l’asfalto, mi avventuro su strade meno conosciute, dal fondo meno regolare – anche a bassa aderenza – con bruschi “strappi” a salire e molto fango sotto le ruote. Cherokee nasce anche per affrontare con disinvoltura simili condizioni ed il limite è sempre altissimo se parliamo di non fermarsi mai. La trazione integrale mi è piaciuta molto, perché il suo funzionamento è omogeneo, aggressivo se serve ma con i controlli elettronici mai troppo invasivi, anche se la perdita di aderenza è sempre in agguato.

    Sorprende la capacità di districarsi anche quando non tutte le ruote sono “in presa” e questo è merito di un’elettronica molto a punto per il fuoristrada; ho affrontato molte tipologie di terreno con sassi, canali profondi, guadi, fango ma Cherokee è sempre presente alla minima sollecitazione dell’acceleratore. Il 2.2 da 195 eroga la sua potenza in modo dolce e graduale, con tanta coppia già a 1800 giri ed un valore di tonicità compreso nel range tra 2500 e 3500 giri, dove la spinta e la “schiena” offerta dalla trazione integrale è davvero incisiva.

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    A bordo arriva solo poco di quanto accade sotto le ruote con l’abitacolo sempre molto ben isolato dall’esterno e chi guida deve solo pensare a dove mettere le ruote; l’unica zona dove Cherokee sembra un pelino in difficoltà, sono le curve strette in fuoristrada o le ripartenze da fermo in salita estrema/mulattiera ed anche gli ingombri globali ne limitano la manovrabilità generale in questa condizione. Ma la trazione integrale ed i Mode di guida sanno il fatto loro: l’elettronica interviene e taglia potenza laddove c’è perdita di aderenza su una delle quattro ruote, per poi trasmettere la giusta coppia alle ruote meno “stressate” e questo consente di procedere senza fermarsi mai nel fuoristrada più estremo, quello che ho affrontato in questa prova molto OFF…

    test-new cherokee-performancemag.it2019

    Infine, grande esuberanza per l’impianto frenante, che pecca solo un pelino nella modulabilità ma comunque capace di rallentare il peso veicolo senza soffrire troppo, mentre su strada il rollio è molto accentuato con una tendenza sottosterzante in accelerazione in uscita dalle curve.

    Per il resto nuova Cherokee piace per la maggiore desinenza al comfort degli occupanti, per le prestazioni del diesel da 195 Cv oltre che di sospensioni che garantiscono molto comfort sia su strada quanto in fuoristrada. Oggi, il salto qualitativo di questa nuova versione, ne amplia l’utilizzo per quanti amano una vettura grande e comoda che però sa essere inarrestabile in offroad, anche quello più impegnativo.

    (Foto LEONARDO DI GIACOBBE)

     

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

    Articoli correlati

    Ambrosi, doppio titolo per PROGETTO MX HMR

    È stata una stagione davvero unica per PROGETTO MX HMR, la nostra Ele Ambrosi conquista un doppio titolo,...

    Eleonora Ambrosi, paura ma ora tutto ok!

    Un fine settimana che per fortuna si è concluso nel migliore dei modi dopo la brutta caduta a...

    Eleonora Ambrosi, doppia vittoria e pole

    Una bella giornata per Eleonora Ambrosi, all’insegna del podio con doppio successo sia in Gara1 che in Gara2...

    Z11, lo sportivo di casa Lem Motor

    Dopo Coral 125 è la volta del vero purosangue di Lem Motor, lo Z11, che punta su un...