La Yamaha XSR700 è forte di un bicilindrico ricco di energia e di un grande equlibrio globale che piace. Fascino retrò, tanti spunti per una moto divertente e sempre pronta a regalare emozioni…
Spesso il design di una moto è sinonimo di appartenenza ad un modo di essere, di vivere, ma è anche modalità per sperimentare un concetto ancor più spesso legato ad uno stile di concepire le due ruote. Il fascino retrò, di fatto, è quello su cui più si lavora oggi e questo non è un dato scontato perchè l’abbinamento tra il concetto old-style e la tecnologia moderna, dev’essere sempre un bilanciamento ideale delle forme sul prodotto finale.
La collaborazione con Kimura sviluppa concetti nuovi…
Yamaha, da tempo, ha iniziato questa “scalata”, questa piccola grande impresa del concetto, ribattezzato “Faster Sons” che abita all’interno di confini legati alle icone del passato dell’Azienda dei tre diapason. Con l’aggiunta di una tecnologia moto spinta al limite, con il piacevole risultato di moto davvero uniche…
Questo concetto spazia e termina nel piacere di guida legato alle forme retrò quindi, soprattutto grazie alla collaborazione tra Yamaha ed il bike maker giapponese Shinya Kimura che crea le proprio creature nell’atelier di Los Angeles.
La XSR700 quindi, è la prima moto di serie nella gamma Sport Heritage Yamaha, che nasce proprio da questa collaborazione fattiva con Kimura e si ispira alla mitica XS650 degli anni ’70, ancor oggi moto che sa ispirare forme.
Tutto ruota attorno al bicilindrico Yamaha
I concetti “chiave” della XSR700 sono tutti interessantissimi: il design è senza dubbio vintage dove molti componenti “aiutano” nell’interpretazione del concetto finale.
Tra questi, la sella a due toni, che viene poggiata su un telaietto posteriore smontabile con grande facilità. E poi ancora, il proiettore anteriore tondo, il bellissimo serbatoio carburante con grandi gusci in alluminio che si fondono con lo stile moderno e provocatorio della strumentazione centrale LCD.
Ma la moto piace anche per il suo il peso ridotto, pari a 186 kg (con il pieno di carburante), per il largo manubrio e le pedane leggermente alte ed arretrate o le griglie in alluminio nella zona di alcuni componenti elettronici, materiale utilizzato anche per il bel supporto del parafango anteriore oltre che per la cornice perimetrale del radiatore.
Ma ruolo chiave lo recitano soprattutto lo scarico basso e corto oltre alle coperture retrò Pirelli Phantom, dalla mescola moderna, che rende la XSR700 una moto stabile e sincera. Ma vale la pena dare un’occhiata soprattutto agli accessori per questa moto, un catalogo ricchissimo ed altamente legato alla personalizzazione della moto con l’aggiunta degli accessori “Yard Built”, creati dai migliori bike maker internazionali.
Un bicilindrico unico per carattere e prestazioni…
Quello che rende la XSR700 così speciale è senza dubbio il suo cuore bicilindrico DOHC 4 valvole “frontemarcia” da 689 cc: ritroviamo lo schema crossplane, caratterizzato da una coppia realmente lineare e fluida e questo grazie alle caratteristiche costruttive come il manovellismo a 270° e gli scoppi irregolari che ne fanno un propulsore grintoso fin dai regimi più bassi con tanta schiena e tiro ai medi, oltre ad una trazione davvero poco comune in rapporto alla cubatura.
Si tratta quindi di un bigbore con alesaggio di 80 mm per una corsa corta di 68,6 mm che eroga ben 74,5 Cv a 9000 giri con formidabile coppia pari a 68 Nm a 6500 giri.
Il pezzo forte della XSR700? Una ciclistica “svelta”…
Maneggevole, divertente se vogliamo anche un po’ eclettica, la XSR700 piace perchè sa adattarsi ad ogni tipologia di rider: questo significa avere tra le mani una moto facile da guidare, spesso intuitiva e questo grazie a soluzione progettuali che favoriscono la maneggevolezza ed il piacere di una guida sempre poco impegnativa.
Merito del telaio, leggero e compatto con struttura a diamante, che si sviluppa tutto nella “zona alta” della moto tra tubi di sezione importante, triangolature nell’area del cannotto di sterzo e piastre inferiori con l’aggiunta del telaietto smontabile ma, soprattutto, del forcellone corto da 530 mm che assicura “sveltezza” nei cambi di direzione oltre ad un’elevata maneggevolezza sia in città che sul misto/stretto.
ABS, dischi a margherita ma soprattutto quote agilissime…
Altra caratteristica della XSR700 è il mono posteriore Monocross infulcrato direttamente sulla parte alta del carter motore: questo per abbattere il peso finale ma, soprattutto, per rendere molto più fluido e pulito il design della zona posteriore. Spiccano inoltre i cerchi in alluminio a 10 razze, il doppio disco anteriore wave da 282 mm, servito da pinze a 4 pistoncioni, unitamente all’ABS di serie che rende la retrò Yamaha modernamente…sicura.
Dando un’occhiata veloce alle quote vitali della ciclistica infine, ci si rende conto del perchè della sua grande agilità: iniziamo dall’inclinazione del cannotto pari a 24,5°, scoprendo l’avancorsa di 90 mm, l’interasse di 1405 mm e di 2075 mm di lunghezza massima.
COME VA: bella da guidare, facile da vivere…
La XSR700 colpisce per il design originale, retrò un bel po’ ma su cui spicca tutta la tecnologia Yamaha se parliamo di prestazioni. Telaio, impianto frenante, la presenza di aree “strategiche” in alluminio, fanno pensare ad un mix di epoche e di emozioni tutte va vivere. Piace l’insieme, gradevole, senza epoca, una via di mezzo tra presente e già vissuto, come se ci avventurassimo in un piccolo grande viaggio nel tempo.
Una moto molto ben assemblata, curata nei dettagli che spiccano quasi “prepotenti” per tutta la durata dello sguardo… Ma anche i contenuti sono altrettanto piacevoli da scoprire: come nel caso della posizione del manubrio, alto e leggermente arretrato o delle pedane, un pelino arretrate e dotate di piolini sporgenti che arrivano presto a grattare l’asfalto, oppure nel caso della sella two-tone, dalla seduta alta ma inaspettatamente morbida ed antiscivolo, che rende i km in sella davvero piacevoli. E questo anche nella guida cittadina, dove lo strato assorbente aiuta nel comfort globale.
Leggera, agilissima, buone sospensioni…
In città la XSR700 si rivela leggerissima tra le mani, perchè i suoi 187 kg sono molto ben bilanciati e “proporzionati” alla tipologia di moto che certo sorprende tutti al semaforo. E in questo trafficato contesto urbano, si scoprono sospensioni bel equilibrate, che sono in grado di assorbire bene le asperità de manto stradale grazie ad una forcella fluida e al mono che “spinge” parecchio in compressione, anche se si rivela un pelino appuntito in estensione. Maneggevole sempre, la retrò Yamaha è fluida e diverte per le sue quote che la rendono agilissima e piena di guizzo quando si apre con decisione il comando del gas.
W l’ECO, il cambio si usa pochissimo per via della coppia sostanziosa…
In città conviene mantenersi nell’area ECO indicata sul display LCD, ovvero tra i 1500 ed i 3000 giri e questo grazie ad una rapportatura corta del fluido cambio sulle prime 4 marce che oltretutto è sempre assistito da una frizione robusta e morbida da azionare. Si viaggia di “cambio” quindi, non occorre spremere la cavalleria del bicilindrico Yamaha perchè di brio ce n’è tanto, così come c’è tanta coppia già da basso regime che diventa “schiena” se il contagiri sale oltre i 5500 giri.
Bellissima da guidare sul misto, si distingue per la “presenza motore” ai bassi e medi regimi tra 2800 e 5500 giri, range “plastico” e ricco di coppia ma anche area di molta trazione, l’altro pezzo forte del bicilindrico giapponese; poi, poco sopra i 6000 giri ecco l’aumento della coppia che si trasforma in spinta energetica fino alla soglia del limitatore, anche se i consumi rimangono molto bassi a parità di prestazioni.
Motore e ciclistica viaggiano sulla stessa linea di equilibrio dinamico…
Motore e ciclistica poi, vanno d’accordo sempre: tutto è molto ben equilibrato sulla XSR700 ed il misto/stretto è il terreno più bello per godersi questa facilissima naked; agile e svelta nei cambi di direzione, sorprende per la velocità con cui si arriva sulle curve, per poi staccare ed entrare decisi, anche se, la spinta del motore, tende a far allargare – ma di poco – la traiettoria.
Soffre solo un po’ sulle staccate più “acute”, dove l’impianto frenante, per quanto potente, mostra un pelino di cedevolezza se parliamo di spazi di arresto. Quindi la frenata, per quanto intensa, è lunga e forse poco incisiva, anche se, vista l’utenza basic della XSR700, ritengo sia una scelta voluta. Ed infine due parole sulle sospensioni in questo contesto extraurbano… Anche qui si scopre il buon equilibrio della moto, della forcella e del mono, anche se, nella guida più “cattiva” si avverte una carenza specie sul mono che, pur garantendo buona trazione a centro curva, soffre un po’ in staccata e nelle fasi di compressione alle alte velocità.
DOMANDE FAST AD ANDREA ALESSANDRINI/LA LOCANDA SABINA
Andrea è il titolare della Locanda Sabina, punto dove abbiamo scattato alcune immagini della XSR700 perchè mi sembrava l’ambiente più adatto per rappresentarne stile e carattere. Andrea, inoltre, è un immancabile appassionato di questa tipologia di moto e da qui nasce l’idea di portare fisicamente la nuova Yamaha retrò all’interno della sua locanda…
La Locanda punta molto sulla ristorazione si può scegliere di fare una tranquilla cena a lume di candela o venire dalle 23,00 per un semplice panino con una delle birre artigianali a rotazione che troverete da noi tutte le settimane senza mai trascurare la qualità delle materie prime cosa per noi fondamentale. E poi… chi meglio di un motoclista puo consigliarti un buon posto dove mangiare
LA XSR700 IN GIUDIZIO…
CI PIACE: erogazione motore, design, originalità prodotto, maneggevolezza
CI E’ PIACIUTO MENO: prezzo un po’ alto, freni nella guida sportiva, altezza sella
(Foto GIUSEPPE CARDILLO)
Ringraziamenti: La Locanda Sabina nella persona di Andrea Alessandrini