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    Suzuki Jimny PRO, offroad senza limiti

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    Test estremo con Suzuki Jimny PRO, inarrestabile e sempre capace di sorprendere. Questo allestimento rispecchia anche le esigenze di chi lavora nel green

    Suzuki Jimny è davvero unica ed inarrestabile, realmente capace di arrivare ovunque. Un fuoristrada totale che sfoggia dimensioni ridotte, passo corto ed una trazione integrale per andare dove gli altri hanno spesso difficoltà. Jimny è per questo un vero protagonista da sempre.

    Test estremo con Suzuki Jimny PRO, fuoristrada inarrestabile, e capace di sorprendere. Questo allestimento rispecchia anche le esigenze di chi lavora nel green

    Non ci vuole molto a capire che sto parlando di Suzuki Jimny, fuoristrada che ha scritto la storia delle 4×4. In attesa che arrivi – speriamo presto – la versione ibrida, Suzuki ha furbamente allestito questa nuova versione PRO omologata N1 autocarro, una “furbata” per l’omologazione rispetto a Jimny quattro posti.

    performancemag.it 2022-test Suzuki JIMNY PRO 2022 (19 di 57)

    Da 4 a 2 posti, il gioco è fatto!

    La nuova, ed azzeccata versione autocarro, amplia l’orizzonte di utilizzo di super Jimny. La novità risiede nell’ampio vano di carico posteriore, separato dalle sedute anteriori da una robusta griglia metallica. Questa versione PRO è indicata anche per i professionisti dell’offroad ma pure per gli appassionati “cronici” delle arrampicate.

    AllGrip 4×4 e vai ovunque

    Lo spirito è lo stesso di sempre: peso ridotto, trazione integrale inseribile 4×4 AllGrip, ampie doti offroad anche nelle situazioni più estreme. Jimny PRO è in grado di soddisfare ogni esigenza di mobilità anche per chi abita in luoghi difficilmente accessibili con una vettura classica.

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    Prezzo elevato ma offerta tecnica al top

    Unico allestimento per questa PRO, offerta a 18.700,00 euro Iva esclusa che diventano ben 23.400,00 Iva inclusa chiavi in mano, prezzo non proprio abbordabile ed a mio avviso un filino caro. Ma l’offerta tecnica Suzuki è sempre di rilievo e duttile ed il districarsi agilmente in ogni condizione, anche le più estreme, ripaga certamente del costo di acquisto elevato.

    Tutto di serie tranne il bi-color

    Tutto di serie su Jimny PRO, tranne la colorazione BiColor. Di serie, infatti, troviamo i proiettori automatici “nontiabbaglio”, i fendinebbia, i sedili riscaldabili, il clima, il Cruise Control ed il sistema ADAS legato agli assistenti di guida.

    Ed inoltre troviamo i sistemi “guidadritto”, “occhioallimite”, “attentofrena”, “restasveglio”, “partifacile” con il sistema Hill Hold Control, “scendisicuro” con Hill Descent Control ed il sistema di sicurezza e localizzazione eCall.

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    Caratteristiche da 4×4 inarrestabile

    Con i suoi 3645 mm di lunghezza, Jimny PRO si muove agilmente soprattutto in spazi angusti. Sbalzi ridotti e angoli caratteristici sono da star con quello di attacco di 37°, di uscita da 49° e 28° per quello di dosso. L’altezza da terra è minima con 21 cm.

    Esteticamente tutto è concepito per manovre al limite: carrozzeria, parafanghi e design sono quindi studiati ed azzeccatissimi per salire ovunque anche in sottobosco e nei passaggi più stretti.

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    863 litri, un vano di carico molto grande e regolare

    Le due sedute anteriori comode e riscaldate all’occorrenza e sono alte il giusto mentre, grazie al grande vano posteriore separato dalla rete metallica di sicurezza, i litri del vano carico diventano oggi 863. Quest’ultimo, inoltre, vanta una forma regolare e piatta che facilita il carico di legna, sacchi di sabbia o pellet, attrezzature da lavoro, ecc.

    Dentro tutto è molto spartano e c’è gran presenza massiccia di plastica, elementi che sopporteranno ogni tipo di sporco, sabbia e polvere compresi che saranno “pane quotidiano” per chi userà Jimny su sterrato.

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    Alla fine, tutto è concepito per resistere all’uso più gravoso. Ma è soprattutto sotto la vettura che la tecnica spicca il volo. Il telaio a traliccio/longheroni è come sempre abbinato a sospensioni ad assale rigido, in un eccellente compromesso tra trazione e comfort anche su terreni accidentati.

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    La trazione integrale 4×4 ALLGRIP permette l’inserimento delle quattro ruote motrici anche in marcia, mentre le ridotte sono inseribili con veicolo fermo. Inarrestabile e dotata di una trazione eccellente, spicca anche il Grip Control, sistema che frena le ruote in slittamento trasferendo così il moto a quelle con maggiore aderenza.

    Un motore in alluminio più leggero del 15%

    Anche JIMNY PRO è equipaggiata con il motore da 1.5 cc capace di migliorate performance sia per potenza massima che, soprattutto, nei valori di coppia e quindi fluidità di guida. La scelta di montare questo 4 cilindri con schema longitudinale, non è casuale, era chiaro l’obiettivo di migliorare la distribuzione dei pesi ma pure l’angolo di sterzo.

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    Il nuovo propulsore K15B (la sigla motore) eroga oggi 102 Cv a 6000 giri con coppia di 130 Nm a 4000 giri, merito della fasatura variabile sull’aspirazione che migliora l’erogazione ai bassi regimi e quindi se si affronta il fuoristrada anche con le ridotte. È caratterizzato da quote vitali pari a 74×85 mm, quindi un “corsalunga”, scelta dettata dalla finalità del prodotto che miri alla totale affidabilità nel tempo.

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    COME VA JIMNY PRO: un test offroad estremo

    Nessuna gentilezza per questa prova estrema tra le colline della Sabina laziale, un viaggio dentro la natura tra boschi, mulattiere, altipiani, guadi e sterrati veloci.

    Una scelta precisa questo itinerario per scoprire la vera essenza di questa versione PRO.

    La prova inizia con circa 45 km di autostrada, dove il fuoristrada Suzuki regala un piacere di guida di discreto livello.

    L’abitacolo è abbastanza silenzioso se non per l’accentuato rumore di rotolamento degli pneumatici, mentre le sospensioni sono abbastanza rigide ma mai eccessive se parliamo di confort finale.

    In abitacolo scopriamo sedute comode su distanza a corto/medio raggio, ma, dopo un po’, la schiena inizia a dare fastidio. Apprezzo la qualità dei sedili ma non l’eccessiva presenza di plastica. Trovo inoltre davvero brutto lo spazio riservato all’infotainment, un blocco di plastica messo al centro del cockpit che non regala armonia.

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    I comandi sono invece molto pratici, come nel caso del selettore 4×4 o per quello di innesto delle ridotte. La leva cambio è vicina alla gamba di chi guida così come mi è piaciuta la sensazione di guidare alti, cosa che consente il massimo controllo e visibilità anche in fuoristrada.

    Anche la piccola pedaliera ed il volante sono collocati al punto giusto. Infine, ho notato la ridotta escursione dei sedili a causa delle presenza della rete di sicurezza montato alle spalle degli occupanti. Questo può creare qualche problema di aggiustamento della seduta per piloti sopra il metro e ottanta ed è un limite a cui Suzuki doveva pensare in ottica Europea.

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    Sempre in autostrada sotto i 130 km/h, i consumi sono buoni anche se il motore rimane un filino alto di giri. La spinta del motore è piatta, con una ridotta “presenza” motore ai bassi regimi ed un certo guizzo ai medi anche se è da 4000 giri in su che questo quattro cilindri riesce ad esprimersi al meglio.

    La curva è fin troppo piatta e c’è poco brio cosa che invece si rivela un pregio nella guida offroad. La spinta anche qui non regala nulla di emozionante ma c’è quello che serve, visto che i trasferimenti autostradali non fanno parte del DNA di Jimny.

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    Abbandonato l’asfalto, raggiungiamo l’amico Lamberto, profondo conoscitore della zona che ci porterà alla scoperta dell’offroad più tosto della zona. Dopo aver sgonfiato le coperture di serie fino a 1,5 bar, iniziamo a percorrere i 100 km di fuoristrada che ci attendono. Qui cambia tutto e si scopre la vera natura di Jimny PRO. Essenzialmente audace è il termine più azzeccato che ho trovato alla fine della nostra prova.

    Percorriamo 20 km su un letto di un fiume in secca dove la pietraia è un’insidia per la trazione. Scorpo l’eccellenza del sistema AllGrip Suzuki, quindi massima presa delle ruote con innestata la trazione integrale. Con le gomme sgonfie, molto viene diluito se parliamo delle asperità ma la differenza la fa certamente la trazione, che spinge la vettura in modo inarrestabile.

    Poco colpi arrivano sullo sterzo ed apprezzo la generosità e la linearità di questo 1.5 aspirato. Arrivano le prime pozze d’acqua, mentre facciamo zig-zag tra rami ed arbusti. Jimny vanta uno sterzo preciso e morbido mentre le pozze si fanno sempre più profonde e l’acqua arriva poco sotto la zona di salita in vettura.

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    Gli ultimi chilometri del letto del fiume sono molto insidiosi perché c’è presenza di fango e buche che nascondo rami e pezzi di arbusto. Anche qui, Jimny PRO passa sopra a tutto senza particolari problemi mentre stiamo per uscire dalla ciottolaia. Ora si sale con uno “strappo” improvviso che obbliga ad inserire le ridotte.

    In terza ridotta si sale quasi ovunque mentre il percorso diventa accidentato con l’ingresso su una vecchia mulattiera militare. Buche profonde ma, soprattutto, sassi di generose dimensioni non impediscono a Jimny di salire con efficacia. Un filo di gas costante per una vera arrampicata per oltre 2 km di sassi e cambi di dislivello, un terreno più adatto all’enduro moto che ad una 4×4.

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    Ed arrivano anche dei profondi canali che fanno letteralmente inclinare la vettura in modo evidente ed anche qui Jimny mostra la sua elevata duttilità a salire ed infilarsi ovunque per uscirne sempre a pieni voti.

    Ma il viaggio prosegue ed arriviamo su un altipiano meraviglioso, dove sono gli animali i veri padroni del paesaggio naturalistico. Un passaggio tra loro ci sta, ma senza disturbare il loro pascolo e poi si inizia a scendere verso un bosco che mostra tante radici esposte e canali di scolo asciutti che diventano un’insidia per un fuoristrada.

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    Ma Jimny esce a pieni voti anche da questa prova, merito del tuo telaio a passo corto e delle azzeccate geometrie che la rendono agile anche su terreni difficili come questo.

    Poi un tratto sterrato molto veloce, tanta polvere ed un modo per scoprire le doti di stabilità anche ad elevate velocità in offroad. Bisogna prestare attenzione perché la vettura tende ad allargare le curve sterrate e quindi bisogna guidare dosando acceleratore e sterzo.

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    Prima di rientrare in cerca del miglior passaggio che ci conduca alla statale, qualche prova di arrampicata sulle rocce e terrapieni con partenza da fermo. Sale ovunque con prima e seconda ridotta e con il minimo sforzo ma a patto di sapere dove attaccare l’ostacolo, perché ogni incertezza di chi guida potrebbe compromettere la stabilità di Jimny.

    Tirando le somme, Jimny PRO è un fuoristrada eccellente, pieno di risorse, specie nella guida estrema offroad, dove sa mostrare muscoli e doti a volte inaspettate. Per chi non lo conosce però… Il motore da 102 Cv non brilla per accelerazione e “incisività” ma è un fedele compagno di viaggio sempre e comunque.

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    Differenze con Jimny classico non ci sono se parliamo di performance e capacità assolute Questa versione PRO invece, è da prendere in considerazione sia come autocarro da lavoro tra città e terreni dove si ha la propria attività oppure come fuoristrada/vettura per il tempo libero e l’Avventura, quella più insidiosa ed emozionante…

    (Foto EMANUELE CHIAVERINI)

    Andrea Di Marcantonio
    Andrea Di Marcantoniohttps://www.performancemag.it
    “Non è facile racchiudere quasi trent’anni di passione in poche righe. Lo è invece quello stimolo quotidiano e continuo che mi porta in sella alle moto ed a bordo delle quattro ruote, su strada quanto in pista. Senza dimenticare tutto ciò che compone il mondo dei motori, mondo dalle mille sfaccettature… Ed è proprio questa passione che alimenta e mi fa “capire” ed “interpretare” i veicoli che provo in una chiave di lettura tecnica e completa oltre che diversa. Punto sulla qualità e l’approfondimento testuale oltre che sull’impatto fotografico delle prove. Al mio fianco Giuseppe Cardillo e Lorenzo Palloni, fotografi ma, soprattutto, “compagni di viaggio” in questa avventura che parla di performance. Con loro, il videomaker Andrea Rivabene. Importante è il modo diverso di raccontare le prove, abbinata alla ricerca delle migliori location. E poi i progetti legati ai giovanissimi talenti con PROGETTO MX dedicato al motocross e SPEED PROJECT, dedicato al mondo della Velocità. Siamo l'unica testata italiana a costruire progetti per i giovani a cui offriamo un team collaudato e tutta la mia esperienza sul campo. Insomma un impegno a 360°, perchè PERFORMANCEMAG.IT è tutto questo!”

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