La prova della “bomba” YCF SP III con motore Daytona 190 cc: il marchio francese ha oggi una realtà racing in Italia grazie a Giulia e Gigi Meattini, ovvero YCF Racing. La pit sorprende e va davvero forte ed è sempre intuitiva…
E’ sempre divertente quella componente emotiva legata al mio lavoro. Bello ed interessante proporre quindi anche dei test molto particolari, come nel caso delle pitbike, “argomento” trattato spesso, ma anche un po’ accantonato a causa delle vere e poche novità del settore.
Ma, nella frenetica e stimolante attività della ricerca, questa volta propongo un test molto interessante, soprattutto per i “contenuti tecnici” del prodotto di cui, tra poco, andremo a trattare; si perchè il marchio YCF (che nasce in Normandia) è un po’ come un’istituzione in alcuni paesi europei, Francia in testa, e non un caso quindi se, alle spalle di questo progetto made in France, ci sia un costruttore animato da passione ma soprattutto competenza nel settore.
Perchè YCF è un marchio racing per eccellenza che nasce nelle e per le corse (non a caso il fenomeno Mike Valade è il pilota factory YCF) con una gamma completa e dedicata ad un range di utenza più che ampio…
La storia inizia…dal ricco catalogo YCF
Yannick Coquard – co fondatore ed anima del marchio YCF – aveva le idee molto chiare quando pensò, nel 2004, ad un prodotto innovativo e del tutto plasmato per il racing; attenzione del dettaglio, finiture, motorizzazioni potenti e performanti, ma anche una gamma di pitbike per il tempo libero e che viene costantemente rinnovata ed aggiornata. YCF sono ideate, sviluppate e progettate nella factory francese e se qualcuno solo pensasse alle “solite pitbike”, beh consiglio vivamente di avventurarsi nelle 116 pagine del catalogo YCF, che racconta, in forma ampia e dettagliata, l’approccio dell’Azienda verso il mondo del grande pubblico.
Per tutti i gusti, per ogni età, per tutte le esigenze di tempo libero…
Dalla Mud Fanatic YCF 50A con le rotelle per i più piccoli (fantastica!), fino alla SPIII 190, la moto del test, equipaggiata con lo splendido e “cattivissimo” monocilindrico Daytona, nome che sa di performance assolute. Sorprende, dalla più piccola alla più grande, l’elevato grado di finiture, l’accurata scelta dei materiali, sia per gli accoppiamenti che per il telaio, le sospensioni, il tutto “snello” e che punta sull’estrema praticità del prodotto YCF.
YCF Italia e YCF Racing: due realtà che viaggiano di pari passo…
In Italia il marchio francese è importato da Mobster Italia ma, tutta l’attività racing è gestita da YCF Racing, con a capo la giovanissima Giulia Meattini, mentre per la parte tecnica c’è l’abile competenza di papà Luigi, ex pilota e che quindi ha un suo approccio mentale verso questo prodotto, tanto da “reagire” immediatamente alla nostra idea del test della SP III 190 Daytona… “Il mio negozio è strutturato in un modo molto semplice – ci spiega Giulia Meattini YCF Racing – abbigliamento casual uomo e donna, abbigliamento dopo gara, pitbike e ricambistica. Oltre al mio negozio mi occupo specificamente della parte racing di YCF Italia e quindi sono presente a tutte le gare del campionato italiano pitbike e tutte le manifestazioni di settore”.
L’area tecnica YCF, la factory di Gigi Meattini
Quindi la curiosità ci spinge a conoscere meglio anche Luigi Meattini (in basso l’intervista completa al Gigi) che, come già detto, si occupa della parte tecnica, dei motori oltre che della messa a punto delle moto da gara e dei loro piccoli e grandi segreti… La domanda è immediata e spontanea quindi… Come nasce la tua passione per le corse? “E’ la classica passione maturata da bambino, quando ebbi la mia prima motoretta all’eta’ di sei anni. L’arrivo di una Ancillotti 50 da competizione ha di fatto stravolto la mia infanzia, facendomi conoscere il mondo delle moto, del cross e tutte le cose che gli stanno intorno. Da allora non sono mai rimasto senza, ho avuto anche moto stradali oltre che da cross, mi e’ piaciuto spaziare. Del mio lavoro mi piace seguire le moto in pista sicuramente, andare alle gare, ma sopratutto lavorare e preparare le moto; la mia soddisfazione sta proprio nell’avere un motore o un particolare meccanico da poter lavorare o modificare. E’ un pallino che hanno in tanti, quello della meccanica, che arriva a farci parlare da soli con le valvole…..a sussurrare davvero a un pistone “ora vai dentro e fai il bravo”. Chi sta leggendo e fa il meccanico sa benissimo di cosa parlo….per altri magari sembriamo una manica di matti da legare!”.
…e, finalmente, la YCF SP III 190 Daytona..
Iniziamo dal look della SP III 190 cc: la pitbike francese da subito l’impressione di una moto agile e reattiva, come si può intuire osservando la geometria del telaio, la lunghezza del forcellone, l’attacco pivot (in linea con il forcellone su un piano ipoteticamente orizzontale a favore della migliore trazione), oltre alla zona posteriore e discendente del telaio. Spicca inoltre il telaietto posteriore alto, un pezzo unico con serbatoio (non a caso leggermente arretrato al fine di un miglior equilibrio dinamico globale) e sella, quindi smontaggio iper rapido, e le pedane fissate sulla parte inferiore del telaio, soluzione che, oltretutto, offre al pilota un miglior controllo della moto oltre che un “sentirla” maggiormente quando, in uscita curva, si apre con decisione il gas e la si fa derapare.
Altissimo il livello di finiture ma, soprattutto, colpisce l’estrema praticità della moto, assemblata con cura, bulloneria che certo non si allenta e soluzioni che rendono la guida molto intuitiva, Questo perchè c’è grandissima attenzione alla qualità del prodotto finito, oltre al fatto di offrire all’utente una pitbike coinvolgente ed aggressiva anche nel design globale.
La ciclistica: telaio monotrave e telaietto in alluminio
Ciclistica semplice ma nel pieno rispetto della massima rigidità: e se Mike Valade impressiona in sella a questa moto, significa che il prodotto è decisamente affidabile! La struttura telaistica della SP III 190 cc mostra a nudo il suo telaio monotrave che si “apre” poi nella zona discendente pronto ad “abbracciare” il motore Daytona; si notano inoltre, nella zona del cannotto di sterzo, delle efficaci saldature TIG a rinforzo dell’area stressata. mentre alla fine della linea orizzontale del trave superiore, c’è l’attacco dell’ammortizzatore posteriore che, sul forcellone, non prevede alcun leveraggio progressivo ma è assemblato direttamente sull’elemento oscillante.
Le pedane sono assialmente regolabili…
Il telaietto posteriore in alluminio è fissato al telaio nella zona superiore e quasi al termine delle piastre discendenti, sulla cui area posteriore, si trova il piccolo triangolo di ancoraggio del motore, a sua volta interposto e fissato alla struttura principale per mezzo di due bulloni ed un terzo, perno passante sul carter motore. Le pedane sono assialmente regolabili e questo è un altro plus YCF che consente di trovare la migliore posizione di guida per un feeling superiore pilota/moto.
La leva freno poi, particolarmente lunga, quindi in grado di “calibrare” la pressione giusta da applicare al disco, è fissata al perno tramite tre piccole brugole, quindi si mantiene la massima elasticità dei componenti… Il forcellone in alluminio della SP III non si presenta molto allungato, ma il binario legato alla regolazione del tiro e tensione catena, può essere allungato di molto e questo soprattutto per adattare la moto alla morfologia della pista in funzione della trazione e delle esigenze e stile di guida del pilota.
La forcella Engio. regolabile (c’è anche un comodo sfiato aria in testa) è inserita in piastre ad altezza differenziata, mentre il riser del manubrio puù essere transalto e regolato a piacimento; il mono posteriore Elka infine è anch’esso regolabile mentre l’impianto frenante prevede una coppia di dischi serviti da pinze a doppio e mono pistoncino che “spingono” su dischi wave.
“Secondo me il segreto piu importante della moto è il telaio – ci spiega Gigi Meattini YCF Racing -, con il suo design molto fine e raccolto, questo rende la moto molto veloce e maneggevole nel cambio di direzione. Questo tipo di telaio rende la moto “neutra”, quindi facile sia a primo impatto che nella guida più’ forzata. Per come la vedo io sono poche le moto che danno subito l’impressione di essere sempre state tue, come se le avessi sempre guidate. E’ ben studiata, sembra tutto semplice…..agile, equilibrata, ben bilanciata”.
Il motore Daytona 190 cc: un missile sempre in coppia…
Made in Japan punto e basta! YCF offre all’appassionato una gamma completa di motorizzazioni da 50 a 190 cc tutte 4T ed anche il “mitico” motore YX anche se, il top dei top è questo Daytona Anima 2.0. Si tratta di un monocilindrico raffreddato ad aria da 190 cc, quindi un bigbore a tutti gli effetti dall’alto dei suoi 62×62 mm, quindi un vero superquadro cattivissimo ed in grado di performance eccellenti come vedremo nella zona dinamica della prova…
Tra le sue caratteristiche principali, spicca il carter motore che presenta ampie e profonde nervature e rinforzi qua e là e non solo nella zona di accoppiamento dell’albero motore, oltre al fatto di essere stato ideato, progettato e costruito unicamente per le pitbike. Si tratta quindi di un monoalbero “quattrovalvole” (azionate a coppia da martelletti sdoppiati, anch’essi rinforzati nell’area di distacco dei due registri) dotati di decompressore (di tipo centrifugo), elemento indispensabile per una messa in moto rapida e decisa, soprattutto in gara. Il sistema, come vedremo, funziona molto bene…
C’è ovviamente il filtro olio separato, che si trova a destra del carter motore, ed un radiatore olio, sistemato nel tratto discendente del telaio. La frizione è facilmente accessibile semplicemente togliendo il coperchio circolare. Ed infine, la linea di alimentazione vede protagonista il carburatore Keihin di 28 mm, in luogo dello std Mikuni mentre per lo scarico, YCF Racing, monta un elemento Mini 107 uno speciale scarico a doppio collettore/silenziatore, che certo da un notevole apporto di coppia e “riempimento” oltre ad incrementare l’allungo e l’uso ai medi regimi.
Come va: si va forte subito perchè facile, intuitiva e maneggevole…
Una pit con cui si va forte da subito e che sorprende per facilità, maneggevolezza e reattività del motore: questi, in estrema sintesi, i dati rilevati in questa prova di una moto che, nonostante, l’esagerata cavalleria, consente di divertirsi a patto di farla scorrere molto.
La posizione di guida è estremamente naturale: manubrio e risers alla giusta altezza, sella alta ed un po’ dura, angolo pedane/braccia/ginocchia anche in questo caso, sorprendentemente naturale, anche in funzione della regolazione millimetrica delle pedane che consentono di trovare il giusto assetto in sella. Questa YCF SP III va “tenuta stretta” ed il fatto che le pedane siano sistemate sul telaio, offre un maggior feeling di guida, specie nei cambi di direzione, o quando la moto tende a derapare in uscita curva; basta spingere un po’ sulla pedane e la moto sente ogni variazione/spostamento di peso.
Una pit molto fisica…
Mike Valade è uno stra-pilota che guida sempre la moto fisicamente: e allora, questa SP III è fisica al 100%, nel senso che vuole “sentire” il pilota muoversi sulla sella, oltre al fatto che sente molto lo spostamento del peso pilota lungo il tratto longitudinale della sella; piace e molto, la grande capacità di controllo, la sua maneggevolezza – forse la migliore dote della SP III . e reattività, specie nei cambi o negli appoggi più profondi. La ruota anteriore, in funzione della particolare geometria della moto, trasmette sempre massimo carico sull’avantreno, cosa che invita a “spingerla” forte dentro le curve.
Raccolta e cortala SPIIIè un gatto e lo sforzo è sempre minimo da parte del pilota, visto che le quote ed il peso ridottissimo della moto, vanno di pari passo con il fatto di alzare sempre il ritmo di guida… E’ una pit facile dicevo ma, soprattutto, molto intuitiva: la soglia del limite è sempre molto alta ed il motore Daytona, nonostante l’elevata potenza, non mette mai in crisi l’intera ciclistica.
Sospensioni sincere, sempre!
Globalmente buono il comportamento della forcella e del mono: la forcella assorbe tutto e tanto ed ogni asperità è perfettamente “diluita” da un’idraulica molto a punto che, oltretutto, si traduce in un minor sforzo fisico da parte del pilota: il mono posteriore pure, è estremamente duttile, capace di assorbire ogni colpo ma senza mai “picchi” o brusche reazioni in estensione quanto in compressione, dove tra l’altro, sembra contenere molto anche sulle sequenze di buche.
La buona armonia globale, si trasforma in una guida fluida ed esaltante e sempre molto dinamica: la ciclistica segue alla perfezione i comandi del pilota a patto di lavorare poco con il gas, visto che questo motore, predilige la guida on/off. L’appoggio è sicuro ed il feeling ottimale ed anche quando la pit tende un po’ a “chiudere” le curve, basta inclinarla ancora, prendere in mano il gas ed aprire decisi per sentirsi “sparati” verso la prossima curva.
E la sua agilità la si può sfruttare anche nei rapidi cambi direzione: arrivando forte in curva, si inserisce l’anteriore di forza, si piega la moto e si sfrutta l’accelerazione del motore Daytona per sollevare naturalmente l’anteriore e cambiare direzione per il prossimo appoggio, la prossima curva. Merito di un’agilità globale davvero sorprendente oltre che di un motore cattivo e dotato di buon allungo…
Motore esplosivo, fa tanta strada…
Del motore cosa posso dire se non che è “zeppo” di cavalli in ogni manciata di gas: L’erogazione e ricca di trazione e “schiena” ma questo “quattrovalvole” Daytona, non ama la guida apri/chiudi ma, piuttosto, interventi on/off sul gas senza troppa cura… Spinge da sotto ed è lineare e molto, molto progressivo, specie nella fascia dei medio/alti, dove mostra tutta la sua grinta. Lo abbiamo provato con lo scarico di serie YCF per addolcirne la coppia e linearità ed ha sempre dimostrato la propensione a tirarsi via le marce senza il minimo sforzo; ottimo il lavoro del cambio e della frizione, il primo dagli innesti secchi e precisi, la seconda molto robusta e leggera da azionare, sempre con il minimo sforzo della mano.
Ottima la trazione, specie da centro curva e questo grazie al forcellone corto ed alla linea pivot ideale che “schiaccia” sempre a terra la ruota posteriore; è un motore poco rugoso ma, al contrario molto potente su una fascia molto ampia, tanto che tira via da sotto, cosa che fa usare poco il cambio. E’ potente in alto e gira molto e non si deve “insistere” sulla marcia per fare strada, vista l’abbondanza di coppia del motore Daytona, anche in virtù dei 190 cc, che pochi non sono… Potente, fluido, tanta coppia ed ottima trazione, lineare e molto a punto questo monocilindrico. Anche se guidare cone Mike Valade è davvero un’altra storia!
INTERVISTA A GIULIA MEATTINI – YCF RACING
Come sei arrivata a questa passione per le due ruote….offroad?
“Fin da piccola ho avuto la passione per il motocross ed è stato mio padre a trasmettermela, portandomi sempre alle sue gare, insegnandomi ad andare in moto… e la passione non è mai diminuita, anzi è sempre più alta!”.
A soli 22 anni sei già una “piccola” imprenditrice……Cosa ti piace di più del tuo lavoro?
“Cosa mi piace di più del mio lavoro? Sicuramente lavorare con le moto, essere sempre alle gare portando il marchio YCF conoscere nuove persone cercando di farle avvicinare a questo mondo. Quando la tua passione o il tuo hobby si trasforma in professione non c’e’ nulla di più stimolante!.
Come è organizzato il racing YCF?
“YCF Italia ha deciso che il reparto racing sarà seguito da me e lo sviluppo tecnico da Luigi per il 2014/2015. Tutto questo senza altri intermediari, potremo dialogare direttamente con YCF Italia e avere il materiale di prima scelta, sviluppato e approvato dal reparto corse della casa madre in Francia. E’ una grande soddisfazione per noi ma è anche ovviamente una bella responsabilità”.
In quali campionati siete presenti e con quali piloti?
“Siamo presenti nel campionato Italiano Mini MX Pitbike Cross, Regionale Toscano, Campionato Supercross pitbike Toscana, fiere ed eventi di settore quando richiesto. I nostri piloti YCF 2014 sono Oliver Masini, Francesco Giorgi, Abbiamo anche dato un appoggio tecnico al Team Francese Mini 107 che ha portato in Italia il pluricampione Mike Valade che penso non abbia bisogno di molte presentazioni nel mondo delle pit”.
Commercialmente,cosa offre di più Ycf rispetto alle altre pitbike?
“Beh è in assoluto il marchio con la più vasta gamma di minicross disponibili. Si va dalla moto per bambini automatica, tra l’altro è possibile anche trovarla di carrellino stabilizzatore, alle classiche 125, fino alle vere armi pesanti equipaggiate con motore Daytona. C’è persino una semi automatica destinata al pubblico femminile. Tutto è stato studiato da YCF Francia per servire al meglio i concessionari e la rete vendita, è un marchio molto serio ed in continua espansione nonostante il periodo di crisi. YCF Italia è appena nata ma ricalca in tutto le direttive e le modalità commerciali della casa madre francese. Siamo molto fiduciosi per il futuro in questo senso”.
INTERVISTA A GIGI MEATTINI – YCF RACING
In cosa si differenzia il motore Daytona 190 cc rispetto al 180 YX??
“Pur essendo simili a come dimensioni Il motore Daytona nasce già con una potenza maggiore rispetto al motore 180 YX, che, di fatto è un 150 cc o un 160 cc con cubatura aumentata. Sono entrambe buoni motori per uso competizione, il Daytona di serie monta però il decompressore per facilitare l’avviamento del motore, cosa che YX per esempio non ha, oltre al fatto di essere studiato per essere una base di partenza racing… Ma nonostante questo, un buon YX ben preparato fa ancora sicuramente una bella figura”.
I suoi punti di forza sono…
“Come accennavo prima il fatto che sia un quattro valvole già pronto per le corse, il prezzo finale e’ piu’ elevato rispetto ad altri motori ma ha una dotazione di base molto valida. E’ un superquadro 62×62 mm, quattrio valvole e naturalmente come tutti i motori con questa conformazione, tende a dare un buon allungo e la cavalleria in uscita in alto. La cilindrata di 190 cc aiuta ad avere però anche una buona schiena ai medi regimi, cosa che non guasta mai!”
Quali step motore esistono per il motore 190 cc da gara??
“Beh, lo step base che possiamo fare al Daytona 190 senza eccessive elaborazioni consiste nella sostituzione dello scarico di serie con quello Twin di Mini 107 oltre al carburatore Keihin di 28 mm. Così abbiamo già un motore più performante, unito ovviamente a qualche regolazione e fasatura particolare”.
Quali sono stati i tuoi interventi sul motore provato??
“Sinceramente non sono stati molti i miei interventi su questo bel motore, ho solo sostituito il carburatore std con un Keihin di 28 mm. Ok, sto mentendo, ma questi sono i segreti dello Chef che custodisco gelosamente”.
Un tuo sogno tecnico irrealizzato…….
“Fare la carburazione a Villopoto e Cairoli? Scherzi a parte non ho un sogno tecnico irrealizzato perchè quando voglio fare una cosa cerco sempre di arrivare in fondo anche se spesso mi servono giorni, mesi e anni di tempo per portarla a termine. Sono soddisfatto di quello che ho fatto nel mio piccolo fino ad ora, continuerò su questa strada”.
YCF 2015: dove cambiano e moto?
“Cambieranno poco ma al momento, nella miglior tradizione YCF, manteniamo il riserbo”.
(Si ringrazia la pista Pantano Offroad, dove si gira anche in notturna per tutta l’estate – info Valerio 339.3651864 – Foto Francesco Arioni)