Winter Marathon 2015, occasione per provare anche e soprattutto la nuova Porsche Cayenne. Tante novità in ben 5 versioni, di cui la Turbo da 520 Cv è stata protagonista con noi per seguire questa gara unica, spettacolare ed immersa nel tempo…
E’ un dolce salto nel tempo, un delicato tuffarsi nei ricordi, rimanendo “bagnati” da odori e suoni che fanno parte di un’altra epoca. Epoca che è storia dell’automobile, epoca che racconta, con timida e discreta dinamicità, un pezzo vero del mondo delle quattro ruote, spesso a cavallo tra fantasia e sogni.
Il sapore dei ricordi…
Sogno comune quello della Winter Marathon (che parte da Madonna di Campiglio, “accerchiata” dalle bellissime Dolomiti di Brenta), gara di regolarità in cui si guida per 12 lunghe e freddissime ore, lungo uno scenario notturno unico e stellato con 45 prove cronometrate che si snodano sui 427 km tra curve, tornanti, ghiaccio e neve, ma, soprattutto, natura, montagne e paesaggi mozzafiato.
Scenario perfetto per la presentazione della nuova gamma Porsche Cayenne, scenario dove tra passato e presente, ho avuto la possibilità di saggiare le doti dinamiche del nuovo modello, fedele nel mantenere quella sua grande ed appetibile totalità di vettura realmente a 360°. Molte novità, tanto lavoro, motori più potenti, nuovo design ma, soprattutto, una rinnovata dinamicità “totale” che ne fa un’auto da indossare. Ma di questo parlerò più avanti…
Winter Marathon, massiccia presenza Porsche…
120 equipaggi schierati nella Winter Marathon (alla fine ha vinto la coppia Aliverti/Maffi su Lancia Aprilia del 1940), danno l’idea di cosa sia questa gara, che vede iscritte macchine bellissime ma, soprattutto, altrettante Porsche d’epoca (circa il 35% sul totale delle partecipanti) che fanno parte della storia magnetica e della propria tradizione. Porche ha sempre creduto nella “realtà” delle vetture d’epoca, a cui è legata da un filo sottile perché rappresentano la continuità della propria evoluzione tecnica e stilistica oltre che la longevità della propria tradizione tecnologica.
Una gara dove “lavorano i sensi”
Ma, questa gara, è anche l’occasione per assaporare tante cose forse dimenticate nella logica crescita della tecnologia attuale. Sapori ed odori che hanno invaso tutto il percorso e che “raccontano” con sfumature di nostalgia, cos’era l’auto, cos’era guidare queste auto, cos’era appartenere a quel salto temporale compreso tra il 1968 ed il 1976. Con una regina d’eccezione,la Bentley 3 litri del 1926…
E mentre osservavo curioso le vetture partire, non potevo non “ascoltare” quei motori irregolari o leggermente zoppicanti ed imprecisi, oppure annusare l’odore vero della benzina, quasi a raccontare il lavoro fatto sui carburatori, sui getti del minimo e massimo, magari per arrivare ad un compromesso tra guidabilità e potenza di questi motori del passato… Si perchè varia l’altezza della gara, con le sue “escursioni altimetriche”, ben oltre i 2000 metri.
Tante emozioni…
Ed ancora, osservare, come un salto nel tempo, la crescita e l’evoluzione tecnica sulle auto, tanto diverse ma tutte capaci di emozionare, specie quando le ho viste duellare con il cronometro sul laghetto ghiacciato, oppure quando, dopo già molte ore di guida, ho scoperto quei visi stanchi ma “pieni di fierezza” che s’intravedevano dai parabrezza appannati ed anche un po’ ghiacciati. E c’è chi ha corso anche come se si corresse in moto, ovvero all’aria, con la sola protezione del parabrezza ed il freddo che ha fatto da compagno fedele per tutta la durata della gara.
Porsche Italia al via…con tante novità
Tra gli equipaggi iscritti, anche quello di Porsche Italia (che quest’anno festeggia i suoi 30 anni), composto da Felix Bräutigam (Vice Presidente Regione Europa di Porsche AG) e Pietro Innocenti (Direttore Generale Porsche Italia) a bordo di una RS27 del 1973, caratterizzata oltre che da coperture differenti per l’asse anteriore e quello posteriore dalla comparsa, per la prima volta, del logo Carrera; una vettura unica, grazie ai suoi 210 Cv per 1075 kg, venduta in ben 1500 esemplari.
Nuovi centri Porsche dedicati alle Classiche…
Ma la presenza di Pietro Innocenti è servita anche a comprendere l’impegno di Porsche nel mondo delle vetture storiche, tanto che, lo stesso Direttore Generale Italia, ha ufficializzato l’apertura a breve di due nuovi centri espressamente dedicati a queste vetture (centri già operativi in Casa madre dal 1977), che certo hanno bisogno di cure speciali da mani molto esperte. Si parte da Milano il prossimo 19 marzo. Quindi impegno sempre più aperto e totale sul focus “Classic”.
Compagna di gara nella Winter Marathon 2015, la nuova Cayenne
Tutto questo, l’ho scoperto a bordo della nuova Cayenne: i passi di montagna, le strade innevate, il ghiaccio della notte, i fari delle vetture che entravano prepotentemente sulle linee della vettura con cui ho seguito la gara, le situazioni più disparate della guida in montagna, quindi tornanti, attraversamento di piccoli paesini, sentieri dove il bianco della neve era dominante. Un’esperienza forte e divertente, istruttiva se vogliamo e che mi ha permesso di scoprire il magico mondo delle Classic a 360°.
E, la nuova Cayenne, sa sorprendere per la sua magnetica dinamicità, per il comfort ma, soprattutto, per la spinta del poderoso V8 bi-Turbo da 520 Cv che non mette mai in crisi l’altra dote essenziale della vettura, ovvero la grande motricità ed equilibrio globale oltre che una trazione integrale che consente di muoversi senza problemi sulla neve, sul ghiaccio ed in tutte quelle situazioni di aderenza precaria.
La nuova Porsche Cayenne: logica evoluzione della specie
Quattro generazioni dal 2002 al 2014 con due restyling, un incremento che parla con la solidità dei numeri, con 276.000 auto vendute nella sua prima “desinenza” e ben 303.000 nella seconda, non deduzioni matematiche ma una realtà che fa ben capire il “potere emotivo” della Cayenne. Ed oggi, con il nuovo modello e la sua ampia gamma che, praticamente, copre tutte le esigenze di guida, incrementa ancora la potenza del design, l’efficienza dinamica ed estetica, la maggiore precisione di guida ed un equipaggiamento ancor più high quality.
La Cayenne 2015
Cinque varianti, cinque modi di viverla:la Diesel, da 262 Cv, spinta da un V6 da 3.0 cc,la S Diesel, 385 Cv, spinta dal V8 da 4.2 cc,la Sda 420 Cv, spinta dal V6 biturbo da 3.6 cc, , la “nostra” Turbo, cattivissima, con 520 Cv e spinta dal V8 da 4.2 cc ela SE-Hybrid, spinta dal motore full-hybrid parallelo e dal V6 da 3.0 cc turbo e che raggiunge una potenza complessiva di 416 Cv. Interessante notare l’altra faccia dell’evoluzione Cayenne, ovvero un 25% in più di prestazioni con una riduzione massima del -36% dei consumi, tutto questo dal 2002 ad oggi…
Le nuove Cayenne (che hanno incluso nel pacchetto Sport-Chrono la funzione Performance-Start), sono equipaggiate con cambio Tiptronic S ad otto rapporti con funzione “veleggio”, il che significa che, togliendo il piede dal gas, il cambio stacca il rapporto inserito e quindi si procede in “veleggio“, ma basta frenare e spingere il pedale del gas la giusta marcia verrà inserita.
Tutte però, condividono l’aumento di potenza ma, soprattutto, l’abbattimento ulteriore dei consumi e gli affinamenti stilistici oltre che tecnici per la migliore fruibilità della vettura, mai come oggi così dinamicamente “quotidiana”… Ed ancora, la funzione Start&Stop è stata migliorata con l’aggiunta della migliorata funzione Plus (anche disinseribile), che provvede a spegnere il motore quando si abbassa la velocità della vettura in frenata, magari in prossimità di un semaforo.
Temperature motore a gestione intelligente
Nell’area di sviluppo del nuovo modello Cayenne, spicca la gestione intelligente della temperatura, che gioca un ruolo importante sulle nuove performance: quindi regolazione del flusso in ingresso per motore e cambio per un controllo puntuale delle correnti di calore. Ecco quindi che le nuove alette di raffreddamento regolabili elettronicamente, sono fatte ruotare in virtù dalla gestione delle temperature, in modo da far raggiungere all’area meccanica la corretta temperatura, anche quando si abbassa notevolmente; doppia finalità quindi, riduzione dei consumi da un lato, più veloce e progressivo riscaldamento dell’abitacolo dall’altro.
Downsizing e Hybrid, il futuro Porsche?
E, se parliamo, di migliorie del SUV sportivo Porsche, spicca il motore della S, un biturbo profondamente sviluppato grazie al sempre più utilizzo della tecnologia biturbo “downsizing” (a tale proposito, Pietro Innocenti, Direttore Generale Porsche Italia, ha fatto capire che probabilmente la strada del downsizing si estenderà sempre più alla gamma Porsche…) che vede la riduzione delle cubature a fronte dell’incremento dell’efficienza.
20 Cv in più per la Turbo, 17 per la E-Hybrid
E’ il caso della Turbo, la vettura della presa di contatto a Madonna di Campiglio, che ora vede incrementata di 20 Cv la potenza massima e di 50 Nm il valore della coppia, che ora arriva a quota 750 Nm. Ma anche la SE-Hybrid si pone nella posizione migliore del lotto: il “fattore Hybrid” è di fatto il futuro dell’auto e questa Cayenne lo dimostra in pieno con il suo V6 da 3.0 cc da 262 Cv, ben 17 in più e questo grazie alla nuova turbina più grande, come spicca l’aumento della coppia massima, aumentata di 30 Nm e che ora raggiunge quota 580 Nm.
Design diverso perchè diverso è lo stile globale
Cayenne cambia, Cayenne si evolve anche nel design e nelle linee. Davanti ora è più protesa all’aumento laterale della vettura (le portiere hanno l’opzionale sistema Soft Close), quasi ad enfatizzarne la maggior larghezza che è poi sinonimo di potenza e stabilità. Quindi frontale e parafanghi sono del tutto nuovi, con il cofano che ha design e forme più ampie con fughe ora posate sui parafanghi.
Presa d’aria più piccola sopra ed air-blade laterali per convogliare l’aria sugli intercooler mentre i gruppi ottici Bi-Xenon (di serie sulla base ed i modelli S) mostrano i led oscillanti a quattro punti, mentre la Turbo ha i gruppi ottici di serie a LED con il PDLS (Porsche Dynamic Light System). Lateralmente poi, la linea sportiva discende ora dal tetto e l’effetto anteriore/posteriore è ora decisamente più compatto. E dietro? Tutto diverso e nuovo grazie ai fari posteriori più piatti ed al diverso portellone e gli scarichi, doppi, mentre spicca il nuovo spoiler sul portellone che contribuisce, con la sua forma, a mantenere pulito il vetro posteriore.
Molto lavoro anche su telaio e sospensioni
Per rendere la nuova Cayenne ancor più dinamica, si è lavorato sul binomio comfort/sportività: quindi sospensioni in acciaio, PASM o sospensioni ad aria. La rivisitazione delle sospensioni ma, soprattutto, dei punti di attacco, hanno permesso una diversa “impostazione” del telaio (in acciaio sulla prima versione, in multi-composito sulla new generation), su cui spicca la barra stabilizzatrice attiva, che si scopre soprattutto nella maggiore precisione di guida in funzione dei nuovi cuscinetti compositi sia sui bracci che sui mozzi posteriori.
Il pacchetto PASM (Porsche Active Suspension Managment) è ora più “sinergico” con il sistema Sport Chrono in aggiunta ai mode Comfort, Sport e Sport Plus che, sulla S E-Hybrid, diventa parte del pacchetto di serie mentre la Turbo monta sospensioni ad aria. Sei i livelli di altezza disponibili, con funzione di abbassamento del piano di carico di ben 52 mm (69 mm altezza del bordo di carico).
L’intervista: Mauro Gentile, Direttore della Comunicazione Porsche Italia
Una bella esperienza, le tue sensazioni più belle della tua Winter Marathon…
“Di tutte le edizioni fin qui, ne ho mancate solo due e le ho sempre vissute non solo come partecipante quindi pilota o navigatore, ma anche come te in qualità di giornalista. L’aspetto più bello è che la Winter Marathon ti lascia dentro un condensato di emozioni, legate alla situazione ambientale, visto che sei nel mezzo di uno scenario particolare ed hai quindi il piacere di viaggiare nel tempo a bordo dell’automobile. Ma anche sui percorsi, che sono più o meno gli stessi, quindi vicini all’età dell’automobile, visto che, alcuni passaggi quali tornanti o tratti, non puoi cambiarli ma solo migliorarli nella qualità dell’asfalto ad esempio. L’altro aspetto è che chi partecipa a questa gara, lo fa per pura passione e non certo per esibizionismo. Infine, l’emozione più grande, è quella di poter dire che sei tu, la tua auto, il tuo compagno di viaggio ed il paesaggio circostante, elementi che ti consentono di vivere in pieno questa avventura. Puoi fermarti, guardare dal finestrino, oppure, se corri con un’auto scoperta, puoi vedere la luna, le stelle e questo per le dodici ore di gara… “
Quindi c’è una visione romantica dell’auto, della gara…
“Beh direi che è soprattutto questo, ovvero la visione romantica ed appassionata. D’altra parte il movimento del romanticismo, era passione, focosità, gioia e tutto questo, specie nelle auto storiche, da più valore e si rinforza con questa tipologia di manifestazione. 120 iscritti, 45 prove speciali, 12 ore di guida e 425 km da percorrere, il tutto attraversando i passi alpini quali Pordoi, Falzarego,Gardena e, tutto questo, di notte. Cosa c’è di più bello?”.
Tante Porsche iscritte alla Winter Marathon…
“E’ una tradizione questa qui alla Winter Marathon ma è anche un fenomeno se si guardano le vetture iscritte a questa tipologia di manifestazioni. Quindi, spesso, le vetture Porsche iscritte sono molte, proprio perchè fanno parte di questa essenza e sono presenti specie dove c’è da guidare… Come spiegava Pietro Innocenti l’altra sera, la longevità delle vetture Porsche permette ad oltre ai due terzi della produzione di essere circolante, quindi tante vetture iscritte ne sono la logica continuità”.
Due parole sulla vostra vettura, la 356 Speedster del 1956…
“La 356 Speedster del ’56 è una vettura da 90 Cv, leggerissima e calda al suo interno abbastanza da poter correre con la vettura aperta, così come abbiamo fatto noi. Facile da guidare, molto precisa negli inserimenti, generosa nell’aiutarti nel guidare anche sulla neve o sul ghiaccio, la Speedster è una vettura che va vissuta aperta, mentre se chiusa sembra di avere davanti agli occhi uno schermo 16:9, dove scorrono immagini legate alla strada mentre percorri il tempo, come in un film degli anni ’50”.
COME VA: Cayenne Turbo, cattiva ma educata e delicata…
Neve, non tanta, ma sempre neve… 520 Cv pochi non sono ma, in questa condizione, ho scoperto il reale potenziale della nuova Cayenne. Comoda, quasi imponente ma altrettanto agile e sincera, mi ha sorpreso su più fronti, primo tra tutti le grandi capacità di motricità e trazione, davvero sorprendenti con le coperture da neve.
Interni doppio tono comodi, quasi regali, c’è tanto spazio e, dopotutto, i tecnici Porsche hanno fatto bene a concentrarsi su altre aree della vettura, visto che gli interni sono quelli che hanno subito il minor lavoro, proprio perchè la clientela ne è ampiamente soddisfatta. Seduta comoda, pianale alto che offre un senso deciso se parliamo del controllo della strada, cofano non invasivo, consolle completa: Cayenne rivela il suo iper dualismo dinamico, una maarcata doppia linea tra dinamismo, sportività ma anche uso ed utilizzo quotidiano sulle strade di tutti i giorni.
Il motore Turbo esalta, la trazione sorprende…
750 Nm di coppia la raccontano lunga sulle reali possibilità della Cayenne Turbo: fin dallo start non si ascolta un motore mettersi in moto, ma un felino che ruggisce si, ma con educata precisione. Il sound emesso dagli scarichi emoziona, colpisce, ammalia, perchè a monte dei doppi terminali c’è quel “mostro ” del V8 da 4.2 cc che certo si fa sentire e poco vuole nascondersi!
Mix perfetto quello tra il cambio Tiptronic S ad 8 rapporti e questo V8 Porsche, motore che spinge, inizialmente in modo delicato, a partire già da 1500 giri, per poi diventare più corposo e “coppioso” poco sopra i 2000 giri, in un percorso fluido e lineare che sorprende per vigore della coppia e passaggio tra un rapporto e l’altro. Questo in mode Comfort. Inoltre se ne apprezza la silenziosità e la capacità di trasmettere emozioni, visto che premendo con decisione il pedale del gas, la spinta diventa energica, cattiva ed i 520 Cv si avvertono tutti in tutta la loro purezza della razza Porsche…
Pressione di sovralimentazione costante
Interessante notare lo strumento digitale della pressione di sovralimentazione, che rimane mansueta ai bassi regimi per poi farsi più incisiva ai medi, quindi tra 2500 ed i 4500 giri per poi aumentare in modo più incisivo poco sopra i 4800 giri fino a circa 5600 giri per poi decrescere progressivamente nell’area del regime massimo. Molto dipende anche dal mode selezionato comunque.
Agile e stabile, sempre…
Ma, nel caso della Winter Marathon, l’obiettivo era prendere contatto con la nuova Cayenne Turbo, lungo un percorso fatto apposta per scoprirne tutte le “verità nascoste”: poco rollio sempre, incollata a terra grazie alla trazione 4X4, veloce quando serve ma soprattutto precisa nella guida, stabilissima sui tratti veloci, tagliente nelle “esse” ed in configurazione Sport Plus. Cayenne ama il dualismo, ovvero guidarla in scioltezza, gustandosi la Winter Marathon, oppure spingerla per davvero, impegnarla, nonostante il fondo bagnato ed ancor più spesso ghiacciato, specie nella fasi di trasferimento serali della gara…
Trazione integrale: affidarsi piacevolmente alla neve e non solo…
L’accelerazione se si spinge è aggressiva allo stato purissimo, si sviluppano sensazioni forti e si prende confidenza con le reali possibilità della Turbo, bilanciata, sicura, dalle reazioni quasi sempre prevedibili e sempre veloce oltre che comoda ed avvolgente. Piace la sua nuova natura ed i 20 Cv in più fanno la differenza ma senza essere invadenti, ma, al contrario, educatamente sportivi e solo se serve. Ottima la tenuta trasversale,la Cayenne ha poco rollio e quindi si “guida” molto di muso, nel senso che l’inserimento in curva è sempre molto preciso oltre che dinamico se parliamo del feedback con chi guida.
E poi, la splendida trazione integrale, con cui riesci a far strada anche con la neve, mantenendo sempre una sorprendente pulizia di guida, un’ottima direzionalità del corpo vettura ed ogni accenno di perdita di aderenza del posteriore, è subito “carezzato” dall’elettronica che corregge o, a seconda del caso, amplifica le emozioni a bordo vettura. Ottimo anche il comportamento delle sospensioni, molto a punto e capaci di assorbire le asperità mantenendo alto il gradiente di comfort a bordo. Così come è letteralmente impressionante la frenata della Turbo: aggressiva, potente, incisiva a cui manca solo un filo di modulabilità nel primissimo tratto di contatto con il pedale del freno.
(Foto Alex Galli)