Era da tempo che accarezzavo l’idea di cimentarmi in un viaggio “impegnativo” in moto, un pensiero colpevolmente rimandato troppo spesso in funzione di altre attività motociclistiche
Testo di Andrea Rivabene
La mia idea folle era sfidare me stesso e saggiare ancora più a fondo e in un contesto nuovo la mia moto: Una Aprilia Dorsoduro 900, la mia Dorsoduro, non propriamente la Touring per eccellenza…
L’occasione si presenta con l’Agnellotreffen 2020, motoraduno invernale ormai giunto alla sua settima edizione che, come di consueto, si svolge vicino a Pontechianale, più precisamente in Val Varaita, nella suggestiva cornice del lago artificiale di Castello (lago completamente ghiacciato) e sull’ascesa del Colle dell’Agnello da cui la manifestazione eredita il nome.
La meta è definita ed ora non restava che rendere la mia Dorsoduro un po’ più “da viaggio”, installando un piccolo cupolino supplementare Puig per deviare maggiormente l’aria gelida che incontrerò lungo il cammino, a cui aggiungo la sostituzione dei paramani originali con un paio Acerbis rinforzati con anima in alluminio, qualora dovessi poggiare in terra la mia Apriliona. Termina il pacchetto viaggio, a delle modifiche alle valigie laterali semi rigide Aprilia ed un necessario cambio gomme con una fiammante coppia di Michelin Pilot Road GT4.
Si dice che chi trova un amico trova un tesoro: soprattutto se è un motociclista abbastanza pazzo come te, per partire da Roma fino al confine con la Francia con l’obiettivo di accamparsi in tenda a -13 gradi Celsius. Con Giuseppe, fido compagno di avventure assieme al suo KTM 1190 Adventure posso dire di aver fatto Jackpot.
Venerdì 24 gennaio è il giorno della (mitica) partenza (eccoci nel selfie sopra), alle 19:30 stacco da lavoro lasciando i panni del venditore in concessionaria per indossare quelli del moto viaggiatore. L’inizio non è dei più incoraggianti: Giuseppe infatti, incaricatosi di acquistare i viveri per il viaggio, è in netto ritardo, cosa che inevitabilmente rallenta la nostra tabella di marcia.
L’itinerario non è entusiasmante ma necessario per giungere in tempi decorosi ad una tappa intermedia: Marina di Cecina, dove abbiamo prenotato un albergo per passare una notte prima di proseguire il girono successivo verso l’Agnellotreffen.
Partiamo da Roma, percorrendo l’Aurelia e l’E80, accompagnati da una leggera pioggia che presto aumenterà gradualmente di intensità fino a diventare un vero e proprio diluvio universale. E ti pareva, pensavo dentro al mio casco!
Quello che doveva essere un semplice trasferimento autostradale si trasforma in un’impresa drasticamente titanica; Condizioni climatiche degne di Nordkapp funestano il nostro tragitto, con pioggia torrenziale, fulmini e vento. Nemmeno un secondo di tregua per questa tempesta iniziata poco dopo Civitavecchia fino alla nostra prima tappa.
Arriviamo a ridosso della prima meta, ovviamente incazzati e zuppi dalla testa ai piedi e nonostante l’abbigliamento tecnico ed i vari strati, accusiamo il freddo dato dalla combinazione acqua/vento subita per ben 200 Km.
L’istinto è di affrettare il passo per arrivare all’albergo e metterci al caldo ma le nostre moto sono praticamente senza freni, colpa dei dischi totalmente bagnati sui quali le pasticche non attaccano in maniera efficace, perciò ci armiamo di santa pazienza e ci prendiamo le ultime secchiate di acqua ad andatura tranquilla ma costante prima di arrivare. Non ci resta che cenare in tarda serata con un veloce e frugale pasto al sacco dopo aver steso giacche, guanti, pantaloni e stivali. È il momento di riposare, domani sarà un’altra giornata intensa.
Sabato 25 gennaio ci risvegliamo abbastanza riposati ma con l’urgenza di asciugare i nostri abiti e i cambi di vestiti contenuti nelle valigie (perfino quelle di Giuseppe in alluminio hanno imbarcato acqua). Non riusciamo ad asciugare completamente la nostra attrezzatura ma vestendoci a “cipolla” troviamo un compromesso per sopportare la pessimissima sensazione di bagnato addosso per andare a fare colazione per poi ripartire quasi subito.
Le operazioni di asciugatura ci hanno fatto partire in ritardo, dato che quasi 450 Km ci separano dalla agognata meta e il tragitto è disseminato di Velox e Tutor che ci costringono a lente andature legali, senza contare il serbatoio da 12 Lt della Dorsoduro 900 che ci obbliga ad effettuare diverse fermate.
Il viaggio prosegue lento e senza particolari intoppi, con una breve sosta On The Road per mangiare un panino, prima di proseguire verso la Liguria. Qui il navigatore per un attimo va in tilt, abbastanza da far prendere a Giuseppe la strada sbagliata, facendoci attraversare quasi tutta Genova. Un dirottamento abbastanza piacevole, dato che la città offre scorci interessanti, tanto da farci ripromettere di tornare in Liguria quanto prima e con più tempo a disposizione.
Recuperata la rotta, proseguiamo il nostro “viaggio della speranza”, arriviamo in Piemonte e come ormai consuetudine mi fermo a fare l’ennesimo pieno ma questo è diverso: E’ l’ultimo prima di arrivare al Treffen… Qui la strada inizia a piacermi di più, la Dorso e il Kappone finalmente incontrano strade aperte con qualche curvone in appoggio che dopo ore di autostrada dritta sono un vero balsamo, anche gli occhi godono di un pittoresco paesaggio con campi destinati alla coltivazione a destra e manca, strade semi deserte e il sole che inizia a tramontare.
Il sole è quasi calato totalmente ma ormai siamo in dirittura d’arrivo. Il paesaggio muta nuovamente, i campi verdi lasciano spazio ad un’arida distesa di alberi spogli e montagne innevate, neve che salendo di quota troveremo sempre più a ridosso della carreggiata, il manto stradale però è in ottime condizioni in relazione al contesto, con un asfalto umido e a tratti rovinato ma mai ghiacciato totalmente e di conseguenza perfettamente percorribile. Non ci resta che godere del momento, ammirando la sconvolgente bellezza del paesaggio invernale in sella alle nostre moto.
Facciamo il “Check In” a Ponte Chianale in prossimità del lago di Castello, ormai è praticamente buio ma c’è una luna bellissima ad accompagnarci per gli ultimi metri prima dell’arrivo all’ Agnellotreffen. Finalmente giungiamo a destinazione, la festa è già nel pieno dell’azione, con tantissimi appassionati giunti appositamente per l’evento (in 3 giorni sono state registrate più di 1.500 presenze).
È difficile trovare uno spazio per posteggiare di sabato sera ma procedendo “al passo” con le nostre moto tra la folla arriviamo in un punto un pelo più libero, dove ancora spaesati chiediamo informazioni ad un ragazzo molto gentile (Daniele) che di tutta risposta ci indica uno spazio libero dove mettere la tenda per poi invitarci al suo bivacco per cenare tutti assieme.
Purtroppo, arrivando in concomitanza con la partenza della Moto Parata dell’Agnellotreffen, non riusciamo ad aggregarci; Dobbiamo sistemare la tenda, così mentre Giuseppe attinge alla sua passata esperienza da Scout per piantare la tenda e isolarla dal freddo, mi reco ad acquistare e trasportare la legna per il fuoco.
Tutto è finalmente pronto, dovremmo essere in grado di resistere al freddo che pian piano sta congelando perfino alcune componenti delle nostre moto, meno male che i più esperti hanno condiviso dei trucchetti per evitare che si ghiacciassero le serrature…
Al bivacco si conversa amabilmente, la cosa che più mi colpisce è che siamo tutti provenienti da diverse regioni dello stivale: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia e Calabria.
È incredibile lo spirito di condivisione e di festa presente all’ Agnellotreffen: si mangia, si brinda, si canta e si balla fino a tarda notte. La serata in compagnia dei nostri nuovi amici trascorre in allegria e verso l’una di notte ci ritiriamo tutti nelle nostre tende per riposare, dato che il mattino successivo dovremo ripartire presto.
Ci risvegliamo con una bella pioggia di fiocchi di neve che ci spinge ad affrettare la partenza onde evitare condizioni climatiche troppo sfavorevoli. Decidiamo di partire tutti assieme per poi salutarci ma non prima di una pausa Caffè e di esserci scambiati i numeri di telefono.
Ci aspettano svariati chilometri e ore di autostrada per il ritorno (senza contare le soste necessarie per l’autonomia della Dorsoduro).
Torno da questa esperienza MOLTO infreddolito ma decisamente felice. Ho ancora impressi negli occhi gli splendidi paesaggi della Val Varaita e c’è la consapevolezza che la Dorsoduro ad andatura costante e moderata riesca addirittura a fare quasi 20 km/l e con la gioia di non essere rimasto a piedi dopo 30 Km percorsi in riserva (un vero e proprio miracolo italiano). Ho scoperto tanti nuovi amici sparsi in tutta Italia, con i quali spero di incontrarmi nuovamente per fare dei giri in moto assieme.
La mia prima volta all’Agnellotreffen, nonostante ed alla faccia dei vari intoppi vissuti, la definirei più che positiva e spero l’anno prossimo di riuscire a ripeterla organizzandomi ancora meglio, godendomela per tutti e tre i giorni della manifestazione.
Se non temete il freddo, volete vivere un’esperienza unica in sella alla vostra moto e conoscere tanta bella gente, è l’evento che fa per voi!
(Foto A. Rivabene, L. Refrigeri)